Riforme Istituzionali
Osservatorio sulla devolution
 
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Appello giuristi per il NO - 29-09-2001
 
 
Il 7 ottobre tutti i cittadini sono chiamati a votare sulla revisione della nostra Costituzione.
E' un momento importante della vita democratica del nostro Paese, al quale invitiamo a partecipare tutti gli elettori.
Noi votiamo NO
Noi difendiamo la Costituzione e il modello di società unitaria, solidale, laica, pluralista, democratica da essa disegnata.
Noi votiamo NO per contrastare i disegni iperliberisti del centrodestra e la volontà disgregatrice della Lega.
 
Noi pensiamo che la proposta di riforma costituzionale oggetto del voto:
 
1) non introduca un federalismo fondato sul rapporto tra valorizzazione dell'autogoverno locale e vincoli della cooperazione e della coesione sul piano nazionale, ma disgreghi la dimensione unitaria dello Stato in una sommatoria di entità e competenze frazionate (Comuni, Provincie, Città metropolitane, Regioni, Stato);
 
2) introduca una legislazione "concorrente" fra Stato e Regioni in materie fondamentali come l'istruzione, la sanità, la tutela e sicurezza del lavoro, la previdenza, la ricerca scientifica, i beni culturali, senza definire i principi fondamentali della legislazione fondamentale dello Stato;
 
3) introduca nella Costituzione il principio di "sussidiarietà". Scuola, sanità, assistenza, previdenza, cultura e tutti i servizi sociali verranno svolti anzitutto dai privati e poi, solo se questi si dimostrano incapaci di assicurarli, dovranno essere svolti dagli enti pubblici. Ciò in evidente contrasto con la prima parte della Costituzione;
 
4) elimini i controlli statli sulle leggi regionali, che diventerebbero autoapplicative, con ciò favorendo una dilatazione abnorme della legislazione regionale, che potrebbe portare ad una verta e propria balcanizzazione degli ordinamenti su materie come la scuola, il lavoro, la previdenza, la sanità e a una differenziazione territoriale dei diritti fondamentali dei cittadini e dei diritti sociali dei lavoratori;
 
5) garantisca l'uguaglianza dei cittadini solo per quanto riguarda  i servizi essenziali, cioè, minimi.
 
Noi siamo favorevoli ad una riforma seria, che rafforzi al tempo stesso l'autogoverno e la coesione sociale a livello nazionale.
 
Se pochi cittadini voteranno, la maggioranza di Governo avrà buon gioco a introdurre modifiche costituzionali anche sulla prima parte della Costituzione.
Noi pensiamo che la riforma "federale" della Costituzione richieda un ampio consenso dei cittadini e che approvare questa riforma favorirà le intenzioni di "devolution", cioè di disgregazione dello Stato nazionale della attuale maggioranza di Governo.
Non a caso otto presidenti di Regione del centrodestra, tra cui Formigoni, si sono già pronunciati per il S^.

Attenzione: i referendum costituzionali sono validi comunque, anche se non vota il 51%.
La riforma sarà approvata o no dalla maggioranza dei voti  validi.
 
Non partecipare al voto vuol dire consegnare alla maggioranza di Governo la decisione sull'assetto fututro della nostra Repubblica.
 
Firmatari:
Giuseppe Ugo Rescigno; Giovanni Cimbalo; Luigi Mariuccci, Bruno Moretto, Giancarla Codrignani, Maria Virgilio, Giorgio Tassinari, Anna Grattarola, Massimo Aquilante, Roberto Sconciaforni, Alessandro Palmi



 
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