Riforme Istituzionali
Osservatorio sulla devolution
Rassegna stampa - 2007
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Il sole 24 ore  04-05-2007


Titolo V e riforme. Ancora un rinvio per il disegno di legge: anche tra ministri non c'è accordo su ruolo degli Enti locali  
Federalismo fiscale, salta l'intesa

Comuni e Province: no all'impianto regionalista - Scontro Nord-Sud fra i Governatori  
 
Giorgio Santilli e Roberto Turno
  
L'accordo sul federalismo fiscale è ancora lontano. E ieri si è visto, con il risultato di rinviare tutto di almeno due settimane. Da una parte sono emerse chiaramente le obiezioni di Comuni e Province all'impostazione "regionalista" data al disegno di legge dal ministero dell'Economia. Dall'altra anche nel Governo si riproduce la stessa contrapposizione tra "regionalisti" e "municipalisti": i tecnici non riescono a trovare una soluzione fra il "testo Giarda" e le proposte di emendamenti avanzate nei giorni scorsi dal ministro degli Affari regionali, Linda Lanzillotta. Ma la tensione c'è anche fra le Regioni, con un nodo, mai sciolto, che ieri è riaffiorato: la spaccatura Nord-Sud sul Fondo di perequazione, ma non solo.  
La giornata di ieri avrebbe dovuto sciogliere i nodi principali nei rapporti fra diversi livelli istituzionali, in modo da portare -come chiede Romano Prodi-  il disegno di legge al Consiglio dei ministri della prossima settimana. Ma ben presto si è capito che la giornata avrebbe accresciuto le distanze anziché ridurle.
Nell'incontro informale del primo mattino con Vasco Errani (Regioni), Leonardo Domenici (Anci) e Fabio Melilli (Upi) hanno preso le distanze dall'impostazione generale della bozza di DdI e in particolare dall'articolo 4 che assegna alla legge regionale il potere di definire anche «le regole di finanziamento delle attività amministrative da esse assegnate ad altri livelli di Governo».  
Sindaci e Province pretendono garanzie sulla definizione delle funzioni fondamentali da trasferire agli enti locali e sulle modalità di finanziamento di queste attività che non scontino l'intermediazione regionale. La richiesta è chiara: avere a disposizione tutte le leve fiscali su alcune materie, come la casa o il trasporto locale. Una richiesta che si rivolge direttamente allo Stato.  
Queste fibrillazioni si riflettono nel Governo, anche se tutti all'interno dell'Esecutivo negano che vi sia uno scontro vero e proprio.  
«Si può parlare piuttosto -  dice Linda Lanzillotta -  di un dialogo aperto, di un'opera paziente di convergenza alla ricerca di soluzioni comunque complesse tecnicamente e politicamente». Resta il fatto che esiste un confronto tecnico serrato, che va avanti ormai da settimane. «Siamo tutti consapevoli - aggiunge Lanzillotta -  che non si può pensare a una forma di federalismo tutta concentrata sul livello regionale, che occorre trovare soluzioni capaci di funzionare alla prova dei fatti in modo efficiente».
 
Regioni: scontro Nord-Sud
Lo scontro Nord-Sud è sul Fondo di perequazione, ma non solo.  
Il panel di enti su cui calcolare le aliquote. Il nodo dei trasporti. La responsabilità e la sanzionabilità degli amministratori in rosso. Le dichiarazioni sono (ma non sempre) politically correct: cerchiamo un'intesa condivisa. La realtà è che tra le Regioni riprende a salire la tensione. Anche nei confronti del Governo: tanto che un nuovo testo («tecnico e non politico»)  trasmesso mercoledì dall'Economia è stato accantonato. E' considerato ininfluente. Ieri ha poi ripreso tono il confronto tra Nord e Sud. Le Regioni del Mezzogiorno, in particolare, hanno presentato un documento in dieci punti da inserire «necessariamente» nella legge delega. Con una valutazione di massima: «Sul meccanismo generale di finanziamento c'è una confusione che rischia di minarne dalla base l'impianto».  
Tra Campania e Veneto, soprattutto, è stato scontro aperto. In particolare per quanto riguarda il finanziamento del Fondo di perequazione. Per la Campania è inaccettabile che siano le Regioni più ricche a farsene carico: il compito spetta «allo Stato». Ma è 1'«abc del federalismo», ha replicato il Veneto. E Galan puntualizzava anche sugli scarsi risultati del vertice di ieri: «Siamo pazienti, ma non fessi». Frena però Claudio Martini (Toscana): le differenze esistono «ma siamo alla costante ricerca di una sintesi condivisa». E anche Vasco Errani (Emilia Romagna, rappresentante dei governatori) stempera le polemiche: «Abbiamo fatto passi avanti e altri ne dobbiamo fare».  
La sfida è chiudere la partita «in una decina di giorni». Tra Regioni, tra governatori e sindaci, tra l'intero universo delle autonomie e il Governo. Anche per questo lo slittamento del varo del Ddl in Consiglio dei ministri è nello stato delle cose. E ci vorranno non meno di due settimane. 



 
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