Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
 
www.riforme.net


La Repubblica - 13/06/2000
 
Polizie locali, regioni all'attacco
Sul piano dei governatori del Polo trattano anche quelli di sinistra
La bozza su ordine pubblico e immigrati presentata giovedì al premier Amato e al ministro Bianco.
A sorpresa, confronto aperto tra Ghigo e Errani

di Ettore Boffano

TORINO - I presidenti delle Regioni che, assieme al prefetto del capoluogo, guidino un comitato di coordinamento di tutte le forze di polizia. Poi, la svolta forse più attesa da chi punta su Polo e Lega per cambiare le politiche dell'immigrazione in Italia: dovranno essere proprio le Regioni a indicare le quote di extracomunitari da accogliere, ogni anno, nel proprio territorio, tenendo conto delle disponibilità di posti di lavoro e di accoglienza. Infine, un coordinamento regionale delle polizie locali per quanto riguarda modalità di impiego, poteri di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza.
Questa la bozza sull'ordine pubblico che i "Governatori del Cavaliere" hanno appena concordato e che, giovedì prossimo, vorrebbero far trovare nelle mani dei loro "avversari": il presidente del Consiglio Giuliano Amato e il ministro dell'Interno, Enzo Bianco. Ma la vera sorpresa potrebbe essere un'altra: discussa anche con i presidenti regionali del centrosinistra, scaricata così di ogni ombra "eversiva" o di contrapposizione al governo centrale, quella paginetta circolata ieri pomeriggio via fax tra Piemonte, Lombardia e Nord-Est, si preparerebbe a diventare un documento di tutte le Regioni italiane. Un modo certo per evitare le polemiche e gli scontri scatenatisi dopo lo "schiaffo" di Genova sui fondi strutturali.
Enzo Ghigo, presidente azzurro del Piemonte e anche della conferenza Stato-Regioni, è pronto a lavorare a questa ipotesi e, sul fronte del centrosinistra, il suo interlocutore sarà il presidente dell'Emilia-Romagna, il diessino Vasco Errani. "Abbiamo tempo oggi e domani e anche giovedì mattina - è l'unica battuta che si concede Ghigo - conosco Errani e penso che si possa trovare un'intesa". Ma in questa trattativa fa capolino, sia pure in maniera ufficiosa, anche il governo. L'iniziativa di proporre il confronto, infatti, è venuta con una telefonata informale di Vannino Chiti, ex presidente della Toscana, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio e vecchia conoscenza di Ghigo: "Perché, invece di presentare un documento solo come Regioni della Casa delle Libertà - ha provato a mettere lì Chiti - non ne discutete a livello di conferenza di tutte le Regioni italiane?". Quanto è bastato per convincere il presidente piemontese che, di intesa con Franco Frattini, guida l'ala più moderata dei "governatori del Cavaliere" verso le scelte del federalismo fiscale e della devolution.
Ma riusciranno Ghigo ed Errani a trovare una quadra su un tema così scottante e che è anche uno dei capisaldi dell'accordo tra Polo e Lega del febbraio scorso? Nei tre punti che compongono la bozza, a dire il vero, non è ricomparsa quella quarta proposta che, ai tempi delle indiscrezioni sul patto Bossi-Berlusconi per la conquista del Nord, aveva suscitato le reazioni più dure da parte del centrosinistra: l'istituzione di polizie regionali alla diretta dipendenza dei "governatori". Questa questione, invece, compare solo al termine del documento e, preso atto che comporterebbe una modifica dell'articolo 117 della Costituzione, si specifica che bisognerà tenere conto degli orientamenti del governo e di tutte le forze politiche in Parlamento, rinviando comunque l'eventuale discussione alla prossima legislatura.
Un ulteriore segnale, dunque, della ricerca di consensi anche tra le Regioni guidate dal centrosinistra, mentre Enzo Ghigo si limita a sottolineare come sul problema immigrazione la bozza della casa delle Libertà non preveda espulsioni di massa o chiusura delle frontiere: "Invece - commenta - noi vogliamo occuparci anche dei clandestini, cercando di trovare una soluzione all'attuale impasse legislativo. E vogliamo affidarci soprattutto al mercato del lavoro: qui in Piemonte, ad esempio, sono molti gli imprenditori che vorrebbero assumere immigrati, ma non possono farlo perché si tratta di irregolari".
Giovedì mattina, davanti ad Amato e Bianco, si capirà se lo "schiaffo" di Genova è davvero superato o se la vicenda dell'ordine pubblico si prepara a diventare il vero terreno di scontro sul quale il Polo intende sferrare il nuovo attacco verso la devolution.



 
Indice "Rassegna Stampa"