Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
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Ufficio Stampa Conferenza Regioni - 15/06/2000
 
GHIGO (REGIONI): TRE PROPOSTE PER L’AVVIO DEL FEDERALISMO

 Roma, 15 giugno - comunicato stampa - Con le elezioni del 16 aprile 2000 è cominciata una fase nuova nell’assetto politico e istituzionale del Paese. E’ quanto hanno tenuto a sottolineare oggi i Presidenti di Regione e delle Province autonome sottoscrivendo un documento comune sul federalismo:
Con l’elezione diretta dei Presidenti si è stabilito un nuovo rapporto tra Regioni e cittadini per i quali si ritiene necessario mettere a punto concordemente strumenti che consentano la piena applicazione del dettato costituzionale e rendano effettivo l’esercizio dei poteri conferiti ai Presidenti stessi. In questo contesto anche le Regioni a statuto speciale riaffermano il loro ruolo e ritengono necessaria una partecipazione al processo di riforma dello Stato che salvaguardi e valorizzi la specialità dei propri territori.
“Tutti i Presidenti di Regione - ha spiegato Ghigo (Presidente della Conferenza delle Regioni) - sentono forte questa nuova e alta responsabilità che hanno, e tutto ciò avviene a prescindere dagli schieramenti politici ai quali appartengono. C’è un nuovo senso di responsabilità. Da una parte impegnato a promuovere gli interessi delle proprie comunità, valorizzando le specifiche vocazioni territoriali allo sviluppo e potenziando tutti gli strumenti dell’autogoverno. Nel contempo c’è anche il sentirsi protagonisti di una riforma complessiva dell’ordinamento dello Stato indirizzata alla costruzione di una Unione europea autenticamente federale.
Siamo quindi tutti impegnati su un duplice fronte: fare procedere la riforma federalista, per dare servizi e amministrazioni più efficaci ai cittadini, con una forte valorizzazione dell’autogoverno territoriale, e rafforzare al tempo stesso l’unità e l’identità nazionale della nuova Repubblica federale italiana”.

A tal fine i Presidenti delle Regioni italiane hanno stipulano un patto di lealtà costituzionale e s’impegnano, al di là delle differenze politiche che li distinguono nella concreta azione di governo, a promuovere i seguenti obiettivi comuni:
 

Tre proposte a Governo e Parlamento

 1) La prima e fondamentale proposta al Governo e al Parlamento, quindi alle forze politiche della maggioranza e dell’opposizione, consiste nel riavviare da subito l’esame del disegno di legge di riforma costituzionale in senso federalista. A questo fine i Presidenti di Regione chiederanno espressamente ai Presidenti di Camera e Senato di convocare urgentemente una seduta comune delle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato per svolgere una audizione delle Regioni. In quella sede i Presidenti di Regione formuleranno al Parlamento una proposta specifica, articolata anche in termini di elaborato normativo, il cui senso viene riassunto nei seguenti termini.
I Presidenti delle Regioni prendono atto che nei primi giorni di luglio inizierà il dibattito in Parlamento sulla riforma federale dello Stato, titolo V della Costituzione. Se tale riforma non sarà realizzata ritengono occorra procedere tempestivamente ad una riforma costituzionale stralcio, incentrata in particolare su due punti.
Il primo relativo alla possibilità di introdurre, fatte salve le materie ad esclusiva competenza dello Stato, forme speciali di autonomia in ordine a materie quali per esempio scuola, sicurezza, politiche del lavoro, attraverso procedure di tipo pattizio con il Parlamento e il Governo comunque in un quadro di armonizzazione e solidarietà.
Il secondo relativo a una nuova formulazione dell’art. 119 Cost., che evidenzi i principi fondanti del federalismo fiscale, chiarendo il rapporto tra autonomia finanziaria e impositiva delle singole comunità regionali e vincoli imposti dalla coesione nazionale e dal principio di solidarietà tra le diverse Regioni dello Stato-nazione unitario.
In caso il Parlamento decida di procedere alla riforma costituzionale stralcio, le Regioni si impegneranno sin dai prossimi mesi a presentare una proposta di riforma costituzionale. A questo fine per assicurare una integrazione coerente, tra fase costituente delle nuove Regioni e trasformazione istituzionale dello Stato-nazione i Presidenti di Regione si impegnano a ricercare un nucleo di principi fondamentali comuni nei nuovi statuti regionali.

2) La seconda proposta al Governo riguarda la tempestiva ed efficace attuazione del decentramento amministrativo, assicurando che entro l’anno in corso siano trasferite alle Regione e agli Enti locali le nuove competenze e le risorse finanziarie corrispondenti, a partire dalla puntuale attuazione di quanto concordato nella Conferenza Stato-Regioni in materia di agricoltura.

3) La terza proposta riguarda il rapporto di concertazione con il Governo sulle politiche di maggiore urgenza. Al riguardo cinque questioni risultano prioritarie:
   a) il riordino della Conferenza Stato-Regioni;
   b)il confronto preventivo tra Governo e Regioni sulla impostazione del documento di programmazione economica e finanziaria;
   c) un patto comune tra Governo e Regioni sulla gestione dei flussi finanziari a partire dalla materia sanitaria e sugli atti attuativi della riforma sanitaria stessa;
   d) la stipulazione di un protocollo tra Governo, Regioni e Comuni in materia di politiche di sicurezza e di programmazione dei flussi di immigrazione;
   e) la rapida emanazione del DPCM agricoltura e degli altri DPCM.



 
GHIGO (REGIONI): DECIDIAMO INSIEME SULLA SICUREZZA

Roma, 15 giugno  Comunicato Stampa - In previsione della istituzione di una sede costante di confronto con il Governo sulle tematiche dei flussi migratori, la Conferenza delle Regioni ha oggi evidenziato queste prime proposte:

1) Costituzione di un Comitato istituzionale regionale per la promozione di un sistema integrato di sicurezza delle città e del territorio regionale.
“Ne faranno parte il Presidente della Regione - ha spiegato Enzo Ghigo (Presidente della Conferenza delle Regioni) -  il Prefetto del capoluogo di Regione, le autorità provinciali di pubblica sicurezza, i vertici regionali delle forze di polizia, i Sindaci dei capoluoghi e i .Presidenti delle province. Il Comitato si dovrebbe riunire in seduta plenaria o con una parte dei propri componenti a seconda dei temi da affrontare. E sarà presieduto dal Presidente della Regione congiuntamente al Prefetto del capoluogo regionale e insieme concordano l’ordine del giorno e la convocazione”.
Il Comitato può riunirsi in sessione congiunta con i Rappresentanti del Potere giudiziario per esaminare, in connessione con le problematiche della sicurezza, i problemi di comune interesse, fermo restando il ruolo e la funzione strategica dei comitati provinciali della sicurezza e la necessità di trovare un livello superiore di confronto e concertazione a scala regionale.
Per questo il Comitato dovrà acquisire poteri di indirizzo e coordinamento nella realizzazione di un sistema integrato e di un efficace coordinamento per la politica della sicurezza.

2) “Per quanto riguarda le polizie locali - ha sottolineato Enzo Ghigo (Presidente della Conferenza delle Regioni) - le Regioni si propongono un ruolo di indirizzo e coordinamento delle polizie municipali, fermi restando i poteri gerarchici e amministrativi dei sindaci, per quanto riguarda le modalità organizzative, la formazione, l’omogeneizzazione dei sistemi informativi e delle modalità di relazione con i cittadini, ecc. Va inoltre affermato il principio della cooperazione permanente fra le Forze di polizia dello Stato e le polizie municipali ai fini della sicurezza delle città”.

3) Proposte in tema di flussi migratori : Associare le Regioni al procedimento di determinazione delle quote di immigrati ammessi annualmente. “Le Regioni - ha ribadito Enzo Ghigo (Presidente della Conferenza delle Regioni) - in stretto raccordo con gli Enti locali, rappresentano adeguatamente le necessità dei territori e le loro capacità di accoglienza anche sulla base delle indicazioni delle associazioni economiche, sindacali, sociali e religiose presenti sul territorio. Occorre subito una valutazione attenta della situazione per il 2000 considerato che esiste il problema urgente di molte migliaia di immigrati presenti in Italia e, allo stato attuale, non regolarizzabili”.


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