Ghigo: chiarire i poteri dei presidenti
Roma, 16 giugno 2000 - comunicato stampa -
“Ora bisogna passare dalle parole ai fatti, dagli accordi al lavoro concreto
- ha dichiarato Enzo Ghigo Presidente della Conferenza delle Regioni -
E’ soprattutto necessario fare presto, dare immediati segnali positivi.
Il Paese vuole credere ai nuovi Presidenti di Regione e quindi nella possibilità
di cambiare in senso federale l’ordinamento della nostra Repubblica. Intendo
pertanto coinvolgere i Presidenti di Regione interessati per materia a
partecipare direttamente ai 5 tavoli di lavoro e concertazione che abbiamo
stabilito ieri insieme al Governo, in modo tale di indicare chiaramente
l’assoluto impegno delle Regioni all’analisi e alla soluzione dei problemi
nel modo più autorevole e breve possibile”.
Ecco i 5 tavoli di concertazione che sono stati
concordati e attivati ieri durante l'incontro fra il Governo ed i Presidenti
delle Regioni: 1) tavolo sui problemi legati ai nuovi poteri reali dei
Presidenti delle Giunte regionali in relazione alla modifica costituzionale
attuata con la legge sull’elezione diretta dei Presidenti di Regione; 2)
tavolo di verifica sulla spesa regionale sulla Sanita'; 3) tavolo sulla
finanza pubblica in relazione a Dpef e legge finanziaria; 4) tavolo per
la verifica dell'attuazione dei Dpcm legati alle leggi Bassanini; 5) tavolo
di studio sulle proposte regionali in materia di sicurezza e immigrazione.
di Alessandra Longo
ROMA - "La vicenda di Genova? Direi che è chiusa, finita, stop".
Francesco Storace accompagna con un gesto della mano la sua sentenza che
è più o meno questa: le Regioni sono una cosa, gli schieramenti
di partito un'altra. La recente riunione dei governatori nordisti del Polo
non ha entusiasmato il presidente del Lazio. Chi l'avrebbe mai detto: lo
Storace duro e puro della destra sociale, sempre più a suo agio
nel ruolo di "Moderator", si scolla dalle iniziative "estreme" dei colleghi
di cordata, pretende di discutere ancora, e fino in fondo, dell'episodio
di Genova. Analisi a porte chiuse, collegiale, e poi non se ne parli più.
In gessato e occhialetti alla Schubert, Storace lascia a Formigoni la parte
del governatore pasdaran. E dice: "La mia posizione è speculare
a quella di Antonio Bassolino". Sì, dice così.
Eccola, la novità. Forzando un po', lo potremmo definire un
asse inedito, l'asse Storace-Bassolino, contro le interferenze dei partiti,
per un ruolo "istituzionale", "alto", dei governatori delle Regioni. Tutti
parlano con tutti, per il cosiddetto bene della cosa pubblica. Bassolino,
già pronto a sbattere la porta, avverte: "Non servono gli eserciti
contrapposti, qui bisogna lavorare insieme...". E sull'altro versante,
Storace gli fa da sponda: "I voti gli abbiamo presi ed è per questo
che siamo nel palazzo. Ma quando ci riuniamo come presidenti delle Regioni
deve prevalere l'approccio istituzionale. Più che regioni di destra
o di sinistra, io vedo regioni d'Italia". Italia: piaccia o no alla Lega.
Posizione speculare a quella di Bassolino, appunto. I partiti stiano un
passo indietro.
Basta vedere le facce, del resto. Quella di Formigoni non è
allegra. Né lui né Galan, presidente del Veneto, rimangono
alla conferenza stampa finale a Palazzo Chigi, dopo l'incontro con Amato.
I veri soddisfatti sono Enzo Ghigo, il forzista moderato del Piemonte,
e Bassolino. Dietro le quinte, Storace dà la sua benedizione: "Non
si può litigare con il governo e pensare poi che ti accordino più
fiducia e più poteri. Genova è stata una fiammata, punto
e a capo. I partiti possono contribuire, per carità. Ma io parlo
con tutti, non solo con il Polo. Non devo fare la guerra a nessuno ma governare
bene, meglio della sinistra".
Guarda un po', a domanda precisa, Bassolino risponde: "Un feeling con
Storace? Io parlo con tutti... Posso dire che questa conferenza dei presidenti
delle Regioni mi è sembrata finalmente fuori dai vincoli di partito,
diretta e produttiva". Anche Amato la pensa così.
C'erano le premesse perché finisse a pesci in faccia e invece
sono arrivati i pompieri che hanno spento anche l'ira di Maria Rita Lorenzetti,
governatore dell'Umbria, centrosinistra. Lei sì che voleva ancora
ritornare su quella "faccenda di Genova", anche davanti al ministro Visco.
Ma, insomma, "la sede mi sembrava inopportuna", dice Storace, diventato
maestro di forma.
Già, meglio archiviare il raduno ligure dei governatori polisti.
Bassolino la pensa come Storace e infatti dice: "La vicenda di Genova non
si ripeterà. Si potranno fare riunioni dei governatori del Nord
e del Sud, ma vanno invitati tutti, quelli di centrodestra e quelli di
centrosinistra".
"Moderator-Storace" aiuta i suoi colleghi di coalizione a non montarsi
la testa: "Parlano tanto di noi governatori, ci descrivono potentissimi.
In realtà, rispetto ai sindaci, siamo dei pezzenti".
Messa così, perché fare una guerra fra poveri rispetto
al governo? Imparata la lezione di Genova, Catanzaro sarà un'altra
cosa. Agli inizi di luglio è lì che dovrebbe svolgersi la
riunione dei "governatori del Cavaliere", ma Giuseppe Chiaravalloti, presidente
e padrone di casa, mette le mani avanti: "Ai colleghi farò fare
molte gite turistiche".
di Ettore Boffano
ROMA - Insomma, è contento presidente Formigoni?
"Nè sì, nè no: perchè, alla fine, non ci
hanno dato nulla. È un'inizio, una base minima, sono passi avanti.
Ma essere contenti...".
E perchè?
"Vuole che glielo dica? Perchè questi il federalismo non ce
lo daranno, non ce lo daranno mai".
Lei quindi non si ferma...
"Certo che no, perchè per fare la frittata bisogna rompere le
uova. E il mio compito è di spingere e di picchiare. Quando ho chiesto
la piena devoluzione della sanità, però, Amato mi ha capito
e ha detto che al tavolo di trattativa discuteremo anche di questo. Così,
io continuo".
Già, sulla strada che qualcuno ha ribattezzato della "leghizzazzione"
del Polo...
"No, guardi, chi dice così non ha capito nulla. Semmai, siamo
noi che abbiamo costituzionalizzato la Lega, facendole abbandonare il secessionismo
e l' antimeridionalismo".
Cede anche lei alle critiche su Genova?
"No, io rifarei tutto. Eravamo nel pieno dei nostri poteri istituzionali".