02/07/2001
In Italia, come tutti sanno (forse ...), vige una Carta costituzionale
che, come ogni Carta costituzionale che si "rispetti", dovrebbe valere
più delle leggi di grado inferiore.
La regola, apparentemente scontata vista la necessità di processi
legislativi aggravati nell'ipotesi di modifiche costituzionali, sembra
aver perso definitivamente di efficacia di fronte ai colpi del sistema
maggioritario che avanza, sia che il tutto si chiami bipolarismo
o elezione diretta del capo dell'esecutivo... o in tutti e due i modi,
come pare sia stato per le elezioni del 13 maggio.
Un processo di disgregazione della legittimità della Costituzione
inesorabilmente iniziato nel '93, con il passaggio alla nuova legge elettorale
di tipo maggioritario. Da allora, con i toni "adeguati" alle convenienze
del momento, i leader delle maggiori coalizioni hanno sempre insistito
sulla necessità di adeguare la Costituzione al nuovo regime di regole
per l'appunto "imposto" dalla logica maggioritaria.
Da ultimo il perdente Rutelli il quale, anziché prendere atto
della sconfitta elettorale a farsi da parte, è divenuto, forse per
non essere da meno di Berlusconi, il più accanito sostenitore di
sé stesso: che sia soltanto lui a parlare per l'Ulivo, perché
gl'italiani hanno ormai scelto il sistema bipolare, con tanto di nome e
cognome del candidato Premier.
Insomma, a sentire certi esperti "costituzionalisti" (altra prerogativa
dei candidati premier è infatti quella di divenire esperti costituzionalisti
per diritto divino... potenza del voto), sembra di capire che la colpa
dell'ultimo strappo alla Costituzione sia tutta da attribuire agli elettori.
Sono loro che hanno infatti votato i simboli con il nome del candidato
premier. E sono sempre loro che, a maggioranza, hanno votato per le coalizioni
maggiori.
E che diamine, potevano pure starsene a casa anziché accettare
di votare delle schede con simboli che implicavano l'accettazione della
nuova "Costituzione materiale". E potevano pure votare facendo finta di
nulla di fronte al ricatto del voto utile tipico dei sistemi maggioritari.
Evidentemente, se hanno votato come hanno votato, è stato soltanto
per libera e consapevole scelta, e non perché trattati da sudditi
da un ceto politico irresponsabile e refrattario alle regole.
E come dare credito, quindi, ad una vecchia Carta straccia come la
Costituzione, di fronte a tanto desiderio degli elettori di aderire all'iniziativa
di votare il Premier proposta loro da Polo e Ulivo?
No, proprio non si può, come del resto conferma il persistente
"silenzio istituzionale".
Franco Ragusa
mail@riforme.net
- http://www.riforme.net