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Sulle intenzioni del Presidente Ciampi
di lasciare al prossimo Presidente della Repubblica il compito istituzionale
di conferire l'incarico per la formazione del nuovo Governo si è
aperto un dibattito ovviamente rivolto a conoscere l'opinione dei costituzionalisti.
Sulla base di queste, sta avanzando la
convinzione che il Presidente Ciampi debba intervenire al più presto,
pena dei tempi eccessivamente lunghi per la formazione del nuovo Governo;
ed anche per evitare che possa realizzarsi una sorta di autoprorogatio
del Governo Berlusconi vista la possibilità, per quest'ultimo,
di poter allungare i tempi per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Nella sostanza, circa 2 mesi nei quali
il paese non sarebbe governato secondo il responso delle urne.
Tutti timori, questi, che in qualche modo
inquietano ma che hanno tutta l'aria di rispondere ad esigenze più
politiche che giuridiche.
Per quanto riguarda i tempi per il conferimento
dell'incarico da parte del Presidente della Repubblica, infatti, i lunghi
tempi sono in ogni caso dettati da tutta una serie di adempimenti, perché
dall'art.94 Cost. terzo comma non si scappa:
"Entro dieci giorni dalla sua formazione
il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia."
Per cui, l'incarico può essere affidato
soltanto in presenza di Camere regolarmente funzionanti secondo quella
che è la prassi d'insediamento normalmente seguita.
In assenza di questi adempimenti, manca
solo che qualcuno chieda il conferimento dell'incarico prima del 28 aprile,
così che il Governo possa presentarsi alle Camere il giorno stesso
dell'insediamento e con le Camere presiedute senza che siano ancora stati
nominati gli Uffici di Presidenza.
Tempi tecnici d'insediamento delle Camere,
quindi, rispetto ai quali il Presidente Ciampi non ha alcuna responsabilità
se non quella di attendere.
Ma arrivati a questo punto, secondo quelle
che sono le intenzioni del Presidente Ciampi, si dovrebbe procedere all'elezione
del nuovo Presidente della Repubblica.
Ed è soltanto riguardo a questo
intervallo di tempo, in effetti, che si potrebbe iniziare a parlare di
tempi che si allungano.
Non 2 mesi di autoprorogatio del Governo
Berlusconi in conseguenza di un eventuale ostruzionismo del centrodestra,
quindi, ma il tempo che potrebbe volerci per arrivare ad eleggere il nuovo
Presidente.
Nella peggiore delle ipotesi, al massimo
qualche giorno in più, giusto il tempo di arrivare al quarto scrutinio.
Si tenga infatti presente che per l'elezione
del Presidente della Repubblica si vota a Camere riunite e che i rappresentanti
delle Regioni, per altro a maggioranza di centrosinistra, non costituirebbero
un problema ai fini del raggiungimento della maggioranza assoluta.
Come sopra già accennato, i problemi
sono quindi più politici che giuridici, ed è riguardo a questi
che si dovrebbe quindi invitare il Presidente Ciampi ad una più
attenta riflessione.
Per superare l'eventuale ostruzionismo
del centrodestra, infatti, il centrosinistra avrebbe solo 2 possibilità:
1) o accetta di convergere su un nome
espressione del solo centrodestra, con tutte le possibili conseguenze future,
tanto più che potrebbe essere avanzata l'inopportuna candidatura
dello stesso Berlusconi;
2) o si va avanti forti della propria
maggioranza numerica, producendo così la prima frattura tra maggioranza
ed opposizione, con un Presidente della Repubblica che sarebbe facilmente
esposto all'accusa di non essere superpartes ma la diretta espressione
del centrosinistra.
Al Presidente Ciampi, quindi, la scelta
se lasciare ad un Paese spaccato elettoralmente in due questa eredità
o meno.
Una volta formato il Governo su suo incarico,
infatti, ci sarebbero i tempi e le condizioni per arrivare ad eleggere
un Presidente "condiviso".
Diversamente, Il nuovo Presidente potrebbe
essere eletto in tempi brevi, e con lui il nuovo Governo, soltanto
con un atto di forza unilaterale da parte della nuova maggioranza.
L'auspicio è che sia quindi il Presidente
Ciampi ad assegnare l'incarico, ma solo per questioni di mera opportunità
e sensibilità istituzionale riguardo ai tempi e ai modi con i quali
verrà eletto il suo successore.
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