Riforme Istituzionali
L'editoriale
 
www.riforme.net

 

  
Riforme.net  -  23 giugno 2006
 
Se vince il No ... si cambia?

Franco Ragusa
 
Dopo aver assistito ad una campagna elettorale referendaria di bassissimo profilo, alcune considerazioni sono d'obbligo.
Tra i due schieramenti in campo, va dato atto, il centrodestra si è mosso in maniera compatta e convincente per difendere le ragioni per il Sì.
Messaggi chiari e, soprattutto, senza possibilità di fraintendimenti sul dopo.
 
Il centrodestra ha fatto una riforma attraverso la quale la "forma di governo parlamentare" viene abrogata, con un Parlamento sottoposto alla continua minaccia dello scioglimento anticipato e dove l'opposizione è inutile che voti la fiducia o la sfiducia al Primo Ministro in quanto i suoi voti non verranno conteggiati. Ha chiamato tutto questo elezione diretta del Primo Ministro, premierato forte, norme antiribaltone, riduzione dei parlamentari e per questo ha chiesto agli elettori di votare Sì "senza se e senza ma".

E' stata fatta una riforma che riorganizza il federalismo voluto dall''Ulivo senza però correggerlo negli aspetti peggiori. Il centrodestra vuole i cittadini di serie A e di serie B e ha ribadito ciò lasciando immutate le norme per le quali lo Stato può intervenire non per garantire le eguali condizioni di vita, ma per garantire la sola tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (Titolo V vigente dal 2001). Anziché poi risolvere alla fonte i problemi di conflittualità che riguardano la corretta ripartizione delle competenze legislative fra lo Stato e le Regioni, è stata fatta una riforma che assegna e sottrae competenze alle Regioni attraverso una forma di controllo politico, l'interesse nazionale da sottoporre al vaglio del Parlamento, che inevitabilmente produrrà motivi di tensione e ... già si sentono i fazzoletti verdi gridare alla secessione contro il prepotere di Roma ladrona.
Hanno chiamato tutto questo Devolution e per questo hanno chiesto agli elettori di votare Sì "senza se e senza ma".

Di fronte ad uno stravolgimento della Costituzione di tale portata quale l'atteggiamento del fronte del NO?
Dal Presidente della Repubblica Napolitano sino a tutta l'area dell'Ulivo è stato un coro: Se vince il No si cambia.
Ma si cambia come?
Si cambia per rivedere il Titolo V varato nel 2001, scrivendo a chiare lettere che federalismo solidale vuol dire garantire le eguali condizioni di vita, o per realizzare il federalismo fiscale in un ambito nel quale una volta garantiti i livelli essenziali delle prestazioni chi è più ricco diventa più ricco e chi è più povero si deve accontentare del minimo garantito?
Si cambia per non avere più un super-Premier, quale è stato Berlusconi nella scorsa legislatura, in grado di imporre e far votare al Parlamento un numero incredibile di leggi "ad personam", o per consegnare al possibile futuro Governo-Berlusconi poteri ancora più ampi?
 
A questo tipo di domande, purtroppo, ribadita in ogni sede da parte del coro l'esigenza di cambiare la Costituzione in tempi rapidi con il contributo del centrodestra, non sono arrivate risposte chiare.
Non è però questo un buon motivo per sentirsi demotivati e per scegliere di non recarsi ad esprimere un No convinto al Referendum del 25-26 giugno.
Fermiamoli con il NO oggi per darci la possibilità di fermarli anche domani.

 

 
Indice Editoriali
 
Indice speciale Referendum 2006