Riforme Istituzionali
L'editoriale
www.riforme.net
Riforme.net - 22 ottobre 2006
Note a margine della Finanziaria
Franco Ragusa
Costituzione
della
Repubblica Italiana
Art. 36.
Il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità
e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare
a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Art. 53
Tutti
sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva.
Il sistema tributario è
informato a criteri di progressività. |
Come
molti disillusi già sanno, dalle pagine di Repubblica.it e da quelle
del Corriere.it è possibile simulare, ai fini del calcolo del reddito
netto che rimane a disposizione del contribuente, gli effetti prodotti
dalle nuove aliquote IRPEF stabilite con la nuova finanziaria. Il software
di calcolo del Corriere, per altro, considera anche altri fattori quali
l'addizionale IRPEF Regionale e la spesa per i contributi previdenziali.
Ovviamente, i calcolatori non possono prevedere i livelli futuri delle
tassazioni degli Enti Locali che, in conseguenza dei pesanti tagli previsti
nella Finanziaria, sono inevitabilmente destinati a crescere laddove Regioni
e Comuni non saranno nelle condizioni di operare tagli di spesa.
Pregio
dei due simulatori messi a disposizione, la presenza di finestre nelle
quali inserire anche i dati relativi all'eventuale coniuge. Vi è
quindi la possibilità di verificare quanto le modifiche introdotte
incideranno, in positivo o in negativo, sul bilancio familiare della "famiglia
tipo" che tutti conosciamo e alla quale in larga maggioranza apparteniamo:
moglie e marito che lavorano entrambi; o un solo coniuge che lavora con
un reddito intorno ai 30-40.000 € l'anno.
E'
infatti sufficiente fare una breve indagine tra i propri familiari, tra
gli abitanti del proprio condominio e tra gli amici per verificare che
le famiglie monoreddito possono contarsi sul palmo di una mano; e che,
quando vi sono, si è quasi sempre in presenza di redditi individuali
di un certo livello.
Facendo quindi alcune prove
tenendo conto delle situazioni più aderenti alla realtà (vedi
tabelle più avanti), vengono fuori dei risultati sui quali la maggioranza
parlamentare che sostiene il Governo Prodi dovrebbe riflettere in maniera
più approfondita prima di abbandonarsi a facili entusiasmi circa
l'equità dell'intera operazione.
Non
si può infatti dimenticare come la riforma fiscale varata dal Governo
Berlusconi sia intervenuta in maniera spregiudicata a vantaggio dei redditi
più alti, alterando il criterio di progressività preesistente
attraverso la riduzione del numero delle aliquote ed una sostanziosa riduzione
del livello di tassazione di 6 punti percentuali per i redditi tra i 70.000
e i 100.000 euro; e di 2 punti percentuali per i redditi al di sopra i
100.000 euro.
Reddito €
|
Aliquota
2002
|
|
Reddito €
|
Aliquota
2004
|
|
Reddito €
|
Aliquota
2005
|
|
Reddito €
|
Aliquota
2007
|
Fino a 10.329,14
|
18 %
|
|
Fino a 15.000
|
23 %
|
|
Fino a 26.000
|
23 %
|
|
Fino a 15.000
|
23 %
|
da 10.329,14 a 15.493,71
|
24 %
|
|
da 15.000 a 29.000
|
29 %
|
|
da 26.000 a 33.500
|
33 %
|
|
da 15.000 a 28.000
|
27 %
|
da 15.493,71 a 30.978,41
|
32 %
|
|
da 29.000 a 32.600
|
31 %
|
|
oltre 33.500
|
39 %
|
|
da 28.000 a 55.000
|
38 %
|
da 30.978,41 a 69.721,68
|
39 %
|
|
da 32.600 a 70.000
|
39 %
|
|
|
|
|
da 55.000 a 75.000
|
41 %
|
oltre 70.000
|
45 %
|
|
oltre 70.000
|
45 %
|
|
oltre 100.000
|
43 %
(39% + 4%
contributo solidarietà)
|
|
oltre 75.000
|
43 %
|
Limitando
quindi l'esame, per il momento, confrontando le sole aliquote, senza cioè
tenere conto del sistema di deduzioni e detrazioni, salta immediatamente
all'attenzione che dal 2003 gli unici a beneficiare in termini percentuali
chiari sono stati i redditi al di sopra i 75.000 euro, passati definitivamente
e senza equivoci dal 45% al 43%.
Per
i redditi al di sotto i 75.000 euro si assiste invece ad una sorta di incastri
di difficile lettura, in quanto le rimodulazioni sono state realizzate
variando sia gli scaglioni di reddito che il livello dell'aliquota.
Una
sorta di gioco "carta vince - carta perde" che costringe a conti complicatissimi
per stabilire se nei passaggi di scaglione alla fine ci si è rimesso
o guadagnato.
In
questo gioco ad incastri, ovviamente, assumono un ruolo decisivo la "no-tax
area" e il sistema delle deduzioni e delle detrazioni.
Ma
lasciando per un attimo da parte le situazioni delle famiglie, è
in ogni caso interessante valutare l'impatto delle diverse finanziare mantenendo
come parametro di partenza la situazione preesistente al 2003.
Riduzioni
fiscali varate dal governo Berlusconi
(fonte http://www.menotassepertutti.it/risparmi-contribuenti.htm) |
Reddito (€)
|
Risparmio 2003 (€)
|
Risparmio 2005 (€)
|
Risparmio totale
(€)
|
10.000,00
|
516,78
|
-
|
516,78
|
15.000,00
|
215,31
|
-
|
215,31
|
20.000,00
|
279,38
|
66,36
|
345,74
|
25.000,00
|
62,77
|
452,90
|
515,67
|
30.000,00
|
81,17
|
305,38
|
386,55
|
35.000,00
|
10,58
|
287,00
|
297,58
|
40.000,00
|
7,32
|
342,00
|
349,23
|
50.000,00
|
7,17
|
497,00
|
504,17
|
60.000,00
|
7,99
|
522,00
|
529,99
|
70.000,00
|
24,69
|
522,00
|
546,69
|
80.000,00
|
24,69
|
1.122,00
|
1.146,69
|
90.000,00
|
24,69
|
1.722,00
|
1.746,69
|
100.000,00
|
24,69
|
2.322,00
|
2.346,69
|
150.000,00
|
24,69
|
3.322,00
|
3.346,69
|
300.000,00
|
24,69
|
6.322,00
|
6.346,69
|
Per
valutare l'iniquità del secondo modulo della riforma Berlusconi
è sufficiente confrontare l'aumento del risparmio per i singoli
contribuenti all'aumentare delle differenze di reddito.
Mentre
al di sotto dei 70.000 euro per ogni salto di 10.000 euro di reddito si
registrano risparmi di poco conto, mantenendo una sorta di proporzionalità
diretta, al passaggio tra i 70.000 e gli 80.000 euro si registra un risparmio
per oltre il doppio. Il che evidenzia come vi sia stata una forte riduzione
del criterio di progressività.
Alla
luce, quindi, di quanto avvenuto nei cinque anni del trascorso Governo
Berlusconi, si fa fatica a comprendere come la rimodulazione proposta dal
Governo Prodi possa generare entusiastiche prese di posizione da parte
del sindacato e dei partiti più sensibili agli interessi dei ceti
medio-bassi. Di contro, è ancora meno comprensibile il comportamento
di chi la sta definendo una finanziaria classista.
Confrontando
i risultati della precedente tabella con quanto avverrà in virtù
della nuova riforma, ci si rende facilmente conto che per i redditi bassi
e alti vi sono solo delle piccole correzioni (ovviamente in relazione alle
capacità contributive individuali), in modo particolare in riferimento
all'esigenza di riportare il criterio di progressività ai livelli
precedenti le finanziarie del Governo Berlusconi.
Fonti:
*
- http://www.menotassepertutti.it/risparmi-contribuenti.htm
** - Calcoli effettuati con
il calcolatore Finanziaria di repubblica.it |
Reddito
(€)
|
* Risparmio totale
Finanziarie Berlusconi
(€)
|
** Risparmio
Finanziaria 2006
(€)
|
Saldo 2007
|
Risparmio (€)
|
Incidenza %
rispetto al reddito
|
10.000,00
|
516,78
|
+137,44
|
654,22
|
6,5
|
15.000,00
|
215,31
|
+110,60
|
325,91
|
2,17
|
20.000,00
|
345,74
|
+75,80
|
421,54
|
2,1
|
25.000,00
|
515,67
|
+39,56
|
555,23
|
2,2
|
30.000,00
|
386,55
|
+83,80
|
470,35
|
1,56
|
35.000,00
|
297,58
|
+89,00
|
386,58
|
1,1
|
40.000,00
|
349,23
|
-28,50
|
320,73
|
0,8
|
50.000,00
|
504,17
|
-262,50
|
241,67
|
0,48
|
60.000,00
|
529,99
|
-480,00
|
49,99
|
0,08
|
70.000,00
|
546,69
|
-680,00
|
-133,31
|
-0,19
|
80.000,00
|
1.146,69
|
-980,00
|
166,69
|
0,2
|
90.000,00
|
1.746,69
|
-1.380,00
|
366,69
|
0,4
|
100.000,00
|
2.346,69
|
-1.780,00
|
566,69
|
0,56
|
150.000,00
|
3.346,69
|
-1.780,00
|
1.566,69
|
1
|
300.000,00
|
6.346,69
|
-1.780,00
|
4.566,69
|
1,5
|
Per
le fasce medio-basse (10.000/50.000 euro) si ha un incremento complessivo
che aggiunge poco agli effetti delle finanziarie del precedente Governo
e che, anzi, inizia a sottrarre risparmio già ai redditi intorno
ai 40.000 euro (si pensi quindi ad una famiglia monoreddito con circa un
reddito netto disponibile intorno ai 30.000 euro).
Per
le fasce medio-alte (60.000/100.000 euro) il saldo continua a rimanere
positivo, con un andamento prima discendente (saldo negativo intorno ai
70.000 euro), per poi tornare a crescere in una misura che, superati i
100.000 euro, non trova giustificazioni per una finanziaria che i proponenti
sostengono essere informata a principi di equità.
Tolta
infatti la perdita fissa uguale per tutti di 1.780 euro, i redditi oltre
i 100.000 euro continueranno a beneficiare quasi per intero del regalo
fiscale ottenuto dal Governo Berlusconi, mentre per le fasce intermedie
facenti riferimento al ceto medio (50.000-80.000 euro), la rimodulazione
degli scaglioni e delle aliquote ha indubbiamente comportato un quasi ritorno
al 2003.
Più
che di fronte ad una finanziaria classista, quindi, i risultati ottenuti
ci spiegano che ci troviamo di fronte ad una finanziaria che toglie anche
al ceto medio-basso per dare solo pochi spicci ai poveri e lasciare intatta
la borsa ai ricchi.
Ben
lontani, quindi, da questioni nobili quali la redistribuzione del reddito.
Va
detto che in questi giorni è in discussione un emendamento che consentirebbe
ai contribuenti al di sotto dei 45mila euro di utilizzare l'aliquota più
favorevole tra la "Visco" e la "Tremonti" (clausola di salvaguardia).
Allo
stesso tempo, si sta valutando l'introduzione di un contributo di solidarietà
del 2% per i redditi superiori ai 150.000 euro; questo, ovviamente, non
per motivi di logica equità (altrimenti l'avrebbero già fatto
indipendentemente da tutto, vista la botta data ai ceti medi), ma per recuperare
parte del mancato gettito laddove passasse la clausola di salvaguardia
***
Disegnato
il quadro complessivo dell'intervento sulle aliquote che poco o nulla aggiunge
ai ceti medio-bassi e che lascia di fatto inalterati i privilegi varati
dal Governo Berlusconi per i redditi alti, rimane da valutare l'impatto
complessivo della rimodulazione tenendo conto di altri fattori quali le
detrazioni e gli assegni familiari; come anche non possono essere trascurati
altri fattori come l'addizionale IRPEF regionale e il peso dei contributi
previdenziali.
In
primo luogo si deve registrare il ritorno dalle deduzioni alle detrazioni.
La
differenza non è di poco conto, in quanto i diversi meccanismi implicano,
a parità di reddito lordo, due diversi redditi imponibili sui quali
applicare l'aliquota corrispondente: reddito imponibile più basso
nel sistema delle deduzioni a monte; più alto nel sistema delle
detrazioni a posteriori.
E
qui entra appunto in ballo quanto sopra accennato circa il gioco degli
incastri dove diventa difficile confrontare due diversi regimi di aliquote.
Prendendo
per buone le proiezioni del Governo, il livello delle detrazioni e degli
assegni familiari è stato calcolato in maniera tale da avere un
risultato finale favorevole ai contribuenti con moglie e/o figli a carico
delle fasce più basse.
In
riferimento a cosa? In riferimento, ovviamente, al solo calcolo dell'IRPEF
riferibile allo Stato.
In
riferimento alle addizionali regionali e comunali, però, il discorso
cambia, in quanto queste vengono effettuate tenendo conto del reddito imponibile.
Il
solo passaggio, quindi, dal sistema deduttivo a quello delle detrazioni,
comporterà un automatico aumento del prelievo riferito alle addizionali
locali.
Non
si tratta di cifre enormi, certo. Tenendo però conto che anche i
benefici ottenuti dalle nuove aliquote hanno la caratteristica di non poter
essere definiti enormi, tra gli aumenti del prelievo contributivo e l'automatico
aumento delle addizionali il rischio è quello di vedere oltremodo
appiattiti verso il basso i benefici di cui tanto si parla.
Da
premettere che il test renderà facilmente visibili risultati all'apparenza
curiosi, nel senso che variando l'incidenza del reddito di uno dei due
coniugi e mantenendo fisso il reddito familiare lordo, i risultati, in
termini di guadagno o perdita, variano in maniera sensibile.
Reddito lordo familiare:
40.000 euro
(calcolo effettuato
senza tenere conto del carico contributi previdenziali)
|
|
Reddito netto (€)
disponibile 2006
|
Reddito netto (€)
disponibile 2007
|
Differenza
(€)
|
20.000
€ per coniuge |
32.231
|
32.382
|
+150
|
40.000
€ un solo coniuge |
29.324
|
29.022
|
-303
|
|
|
|
|
20.000
€ per coniuge
2 figli maggiori di 3 anni |
33.314
Assegni fam.
279
|
33.668
Assegni fam.
595
|
+670
|
40.000
€ un solo coniuge
2 figli maggiori di 3 anni |
30.814
Assegni fam.
279
|
29.994
Assegni fam.
595
|
-504
|
Reddito lordo familiare:
40.000 euro
(calcolo effettuato
tenendo conto del carico contributi previdenziali)
|
|
Reddito netto (€)
disponibile 2006
|
Reddito netto (€)
disponibile 2007
|
Differenza
(€)
|
20.000
€ per coniuge |
29.731
|
29.699
|
-31
|
30.000
€ primo coniuge
10.000 € secondo coniuge |
29.731
|
29.654
|
-77
|
40.000
€ un solo coniuge |
27.220
|
26.749
|
-471
|
|
|
|
|
20.000
€ per coniuge;
2 figli maggiori di 3 anni |
30845
Assegni fam.
310
|
30.986
Assegni fam.
681
|
+512
|
30.000
€ primo coniuge
10.000
€ secondo coniuge
2 figli maggiori di 3 anni |
30.705
Assegni fam.
310
|
30.608
Assegni fam.
681
|
+274
|
40.000
€ un solo coniuge;
2 figli maggiori di 3 anni |
28.640
Assegni fam.
310
|
27.721
Assegni fam.
681
|
-548
|
Confrontando
i differenziali nella seconda tabella che tiene conto di tutti i fattori,
pur in presenza di un reddito familiare modesto (considerata la spesa contributiva
il reddito disponibile è intorno ai 30.000 euro) vi sono 4 casi
su 6 nei quali il contribuente disporrà di un "reddito disponibile"
inferiore rispetto al precedente regime di tassazione.
Sale
anche, in proporzione, il differenziale in riferimento ai diversi modi
costitutivi del reddito lordo familiare. Le famiglie con un solo coniuge
produttore di reddito, infatti, rispetto a quelle con entrambi i coniugi
che lavorano, ma con redditi individuali inferiori, risultano fortemente
penalizzate dal nuovo sistema (un trattamento di maggior sfavore per le
famiglie monoreddito in considerazione della necessità, per le famiglie
con entrambi i coniugi lavoratori, di avere un aiuto domestico?).
Complessivamente, si può
tranquillamente affermare che si è in presenza di un inasprimento
del prelievo complessivo già a partire dalle fasce basse. E se al
Ministro Padoa-Schioppa possono sembrare cifre da ricchi 55 milioni delle
vecchie lire (il netto a disposizione, per l'appunto, nel caso della famiglia
monoreddito in esame), provi lui a vivere alla grande con moglie e 2 figli
a carico, un mutuo o un affitto da pagare, il tutto condito da un welfare
che mentre riduce i servizi inventa ticket da pagare.
In
ogni caso, le cose non vanno tanto meglio a 35.000 euro e neanche in riferimento
ad un reddito lordo familiare ai limiti della sussistenza: 30.000 euro.
Reddito lordo familiare:
30.000 e 35.000 euro
(calcolo effettuato
tenendo conto del carico contributi previdenziali)
|
|
Reddito netto (€)
disponibile 2006
|
Reddito netto (€)
disponibile 2007
|
Differenza
(€)
|
15.000
€ per coniuge |
23.409
|
23.383
|
-26
|
30.000
€ un solo coniuge |
21.715
|
21.555
|
-160
|
35.000
€ un solo coniuge |
24.496
|
24.195
|
-301
|
|
|
|
|
15.000
€ per coniuge;
2 figli maggiori di 3 anni |
24.604
Assegni fam.
688
|
24.747
Assegni fam.
1.188
|
+643
|
30.000
€ un solo coniuge;
2 figli maggiori di 3 anni |
22.833
Assegni fam.
688
|
22.684
Assegni fam.
1.188
|
+361
|
35.000
€ un solo coniuge;
2 figli maggiori di 3 anni |
25868
Assegni fam. 465
|
25.246
Assegni fam.
785
|
-302
|
Riassumendo
alla luce di questa tabella, per i single e le coppie di lavoratori che
non hanno figli si registra un inasprimento del prelievo (IRPEF + addizionale
regionale + contributi) anche per i redditi individuali più bassi
a partire da circa 14.000 euro.
Quanto questa fascia di contribuenti
sia ridotta non è dato saperlo; siamo in ogni caso di fronte ad
un inasprimento ingiustificato ed inaccettabile per fasce di contribuenti
con redditi netti a disposizione appena sufficienti per arrivare alla fine
del mese.
***
Fatti
i debiti confronti con il passato, è infine d'obbligo concludere
con una riflessione di tipo generale sui modelli di tassazione che sembrano
ignorare i precetti costituzionali ricordati all'inizio, in modo particolare
il richiamo all'effettiva capacità contributiva.
In
tal senso, il ritorno al sistema delle detrazioni, ad una logica, cioè,
dell'aiuto alla famiglia da parte dello Stato piuttosto che il riconoscimento
di una necessità sociale sostenuta e pagata di tasca propria dai
lavoratori, non costituisce un buon segno.
Si
parla di migliaia di euro senza tenere conto che larga parte di queste
migliaia di euro è già impegnata per soddisfare le esigenze
minime di vita e, quindi, al di fuori dell'effettiva disponibilità
del contribuente.
Un
sistema fiscale che offre "aiuti" da detrarre ad un'imposizione fiscale
calcolata facendo riferimento a migliaia di euro che esistono solo sulla
carta, non ha altro senso se non quello di rendere poco trasparenti tutti
i passaggi della tassazione; e questo indipendentemente dal fatto che nelle
circostanze specifiche di breve periodo, nel passaggio da un sistema all'altro,
possano registrarsi dei guadagni.
Se
c'era quindi un aspetto che andava mantenuto nell'attuale finanziaria,
adottando tutte le correzioni del caso, questo era proprio quello relativo
alle deduzioni a monte.
Andava
mantenuto, in primo luogo, in quanto rappresentazione chiara del costo
che lo Stato attribuisce alle singole voci di spesa sostenute dalle famiglie;
e in tal senso immediatamente percepibile quando manifestamente sottostimato.
Ed
andava altresì mantenuto al fine di mettere in evidenza come nella
lista delle deduzioni non siano presenti troppe di quelle voci di spesa
senza le quali non può essere possibile ai singoli cittadini e alla
famiglia assicurarsi un'esistenza libera e dignitosa.
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