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Riforme.net  -  6 marzo 2010

Elezioni Regionali: Fateli votare ... anche per me

di Franco Ragusa

Lettera aperta al Presidente del Consiglio

Egr. Presidente Berlusconi,
mi consenta di ringraziarla per questa sua nuova battaglia in difesa della democrazia contro i soliti burocrati che vogliono applicare leggi che, forse per una svista, nonostante i non pochi anni che l'hanno vista governare, non ha ancora avuto modo di modificare.
Ma come si dice: di necessità virtù.
Quanto sta avvenendo nel Lazio e in Lombardia ha infatti messo in evidenza una grave lacuna che va immediatamente colmata con un provvedimento su misura: consentire agli elettori di votare anche per chi potrebbe non essere in regola con le leggi vigenti.
Basta firme. Basta certificati. E basta pure scadenze perentorie, neanche si fosse di fronte ad una bolletta del gas o della luce non pagata; o l'assicurazione dell'auto o un bando di concorso per un posto di lavoro.
Che sia chiaro una volta per tutte: il voto sana tutto, perché gli elettori ben sanno cosa è giusto o non è giusto votare.
Ed è con questo spirito, quindi, che mi attendo da lei e il suo Governo un atto che consenta di superare tutti i formalismi: elezioni libere per tutti, anche per la lista che intendo presentare.

Sì, lo so, non ho ancora un programma.
Ma chi è che ce l'ha?
La Polverini o la Bonino pari sono. Un bel giorno sono state candidate, non si sa bene da chi e non si sa bene per fare cosa, con buona pace dei militanti di base che neanche hanno avuto modo di poter esprimere la loro opinione.
Gli hanno detto di fidarsi e loro lo faranno. E quelli del PD, per essere sicuri sino in fondo, lo hanno pure scritto sui manifesti: ti puoi fidare.

Certo, al momento non ho neanche i nomi del listino; come non ho i nomi dei candidati delle liste che potrebbero sostenermi.
Ma cosa vuole che sia. Del resto, lo ha pur visto a quali problemi si va incontro nel dover decidere per tempo quali candidati presentare: uno neanche può cambiare idea all'ultimo minuto, che t'arriva il giudice bolscevico che non ti ammette la lista perché gli uffici hanno ormai chiuso. E che diamine, neanche si fosse in coda alla posta per pagare un bollettino, che quando i numeri sono finiti sono finiti.
Ma insomma, siamo noi o no i padroni delle liste?
Si può sapere che fretta c'è?
Oggi, o tra un mese, ma cosa gli cambia, al giudice stipendiato con le nostre tasse, se Pinco viene cambiato con Panco o viceversa?
"Candidati nostri" e di chi deciderà di votarci, potremmo dire.

Per concludere, Sig. Presidente, non vedo l'ora di poter godere anch'io della sua lungimiranza.
Che democrazia sia fatta, anzi no, che giustizia sia fatta: lasciatemi e lasciateli votare anche per me.

Franco Ragusa for President, e che se lo mettano bene in testa quelli lì. Sì, dico proprio quelli lì: quelli di quegli uffici che vorrebbero impedire agli elettori di votarmi.

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