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Riforme.net  -  13 settembre 2011
 
"Il Fatto" e il referendum elettorale della Casta


Carissimi de "Il Fatto Quotidiano",
leggo di una partecipazione dell'IDV alla festa de "il fatto Quotidiano" e di moltissime firme raccolte, tra cui anche quella del Vicedirettore Marco Travaglio, per il referendum elettorale promosso e sostenuto da importanti leader politici, tra cui Veltroni, Di Pietro, Vendola.
Tutto normale se non vi fossero degli anteFatti. Di solito è grazie a "Il Fatto Quotidiano" se veniamo a conoscenza delle monellerie della politica, di chi predica bene e razzola male. Nel caso specifico, però, grazie alla partecipazione dell'IDV alla festa e alla sottoscrizione di cui sopra, il "Fatto Quotidiano" non solo non si è occupato degli anteFatti, ma direttamente o indirettamente risulta anch'esso da annoverare fra i sostenitori del Referendum Veltroni-Di Pietro-Vendola.
Nulla di male, ovviamente, se se ne condividono gli scopi.
Meno bene, però, se ci si dimentica di informare che prima ancora del referendum voluto da Veltroni ce ne era un altro, anch'esso contro il Porcellum, ma però promosso dalla società civile e, curiosamente, con la politica del Palazzo per nulla contenta.
Così poco contenta che di lì a poco ha pensato bene di contrapporre, per l'appunto, un'altra proposta referendaria.
Come si sa, la società civile non dispone di grandi mezzi. E' stato quindi semplice, per  padroni della politica, richiamare all'ordine chi si era offerto di sostenere i quesiti Passigli-Sartori-Ferrara.
Per le capacità di indagine de "Il Fatto Quotidiano" non dovrebbe essere difficile ricostruire il tutto, e l'auspicio è quindi quello che decida di farlo.
 
Ma la brutta storia che precede la crociata antiporcellum da parte della solita Casta politica parte da più lontano.
Forse qualcuno ancora lo ricorda: a ridosso delle ultime elezioni politiche fiorirono diverse iniziative che proponevano, per protestare contro il Porcellum, la restituzione o non ritiro delle schede elettorali; nonché la richiesta di verbalizzare i motivi alla base della contestazione.
Sulla scorta dell'esperienza maturata con un'identica iniziativa nel 2001, dalle pagine del sito "Riforme Istituzionali" vennero date alcune indicazioni sul come comportarsi nei seggi, nonché alcuni testi prestampati da far allegare ai verbali di sezione.
L'obiettivo del sito era sin troppo evidente: costringere il Parlamento ad occuparsi delle proteste verbalizzate, ai sensi dell'art. 87, comma 1, del Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e successive modifiche: "Alla Camera dei deputati è riservata la convalida della elezione dei propri componenti. Essa pronuncia giudizio definitivo sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati agli Uffici delle singole sezioni elettorali o all'Ufficio centrale durante la loro attività o posteriormente."
E così infatti è stato.

Mercoledì 17 giugno 2009, sotto la presidenza del presidente Maurizio Migliavacca (PD), si è svolta una seduta della Giunta delle elezioni della Camera dei Deputati (http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/bollet/200906/0617/pdf/16.pdf) che si è occupata dell'esposto dell'elettore Franco Ragusa, residente a Roma, che per l'appunto chiedeva un pronunziamento delle Camere ai sensi dell'articolo sopra ricordato.

"Con tali contestazioni", è possibile leggere nel resoconto della seduta, "diversi elettori, tra cui lo stesso signor Ragusa – muovendo dal presupposto che la vigente legge elettorale, come incidentalmente riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 15 del 2008, presenterebbe vizi di legittimità costituzionale in quanto non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi – lamentano di essere «stati costretti al rifiuto o alla restituzione delle schede per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, con allegata verbalizzazione delle motivazioni e/o dell’avvenuto rifiuto o della restituzione, in quanto venuti a mancare i presupposti minimi per poter esercitare il diritto di voto in condizioni di accertata e verificata legalità costituzionale». Pertanto, il signor Ragusa, «in assenza di forme di accesso alla Corte costituzionale in grado di garantire al singolo elettore di poter attivare il controllo di costituzionalità», chiede alla Camera dei deputati di pronunciarsi circa le motivazioni sollevate in sede di seggio elettorale da più elettori e, «fatta salva l'insindacabilità delle decisioni della Camera dei deputati in ordine all'ammissibilità dei propri componenti (articolo 66 Cost.) [...] che sia la Camera dei deputati stessa ad adottare un comportamento costituzionalmente corretto, sollevando, presso la Corte costituzionale, la questione di legittimità costituzionale della legge elettorale vigente»."

Siamo quindi nel giugno 2009, sono cioè già tre anni che molte forze politiche, tra cui tutte quelle dell'opposizione presenti in Parlamento, denunciano che non è possibile poter votare con il Porcellum.
E cosa fanno queste forze politiche di fronte ad un'iniziativa che scaturisce da una protesta nei seggi portata avanti da semplici cittadini e secondo quanto la legge prevede?
Approfittano dell'occasione per sollevare una polemica politica?
Sanno di non avere i numeri per battere la maggioranza ma ci provano ugualmente? Facendo ciò che da una forza politica di opposizione ci si attende, visti anche i buoni motivi della protesta?
NO! Nulla di tutto questo.

E' lo stesso Presidente Migliavacca, del PD, a proporre alla Giunta di dichiarare manifestamente inammissibile la richiesta del sig. Ragusa; e dal resoconto della seduta, non risultano obiezioni a quanto formulato dal Deputato del PD, il Presidente Migliavacca.

Stesso trattamento con la seduta del Senato del 3 novembre 2009 (http://mobile.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=00438371&part=doc_dc-sedetit_vdp&parse=no&mobile=si&index=si&toc=no), Presidente il Senatore Follini, sempre del PD.

Meditate, gente, meditate. O meglio: diffidate, gente, diffidate, quando dagli stessi vi sentirete dire che bisogna abrogare il Porcellum.

L'elettore Franco Ragusa


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