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Riforme.net  -  1 novembre 2011
 
Napolitano e il Governo irresponsabile dei soliti responsabili


di Franco Ragusa

Dopo 17 anni anni la storia si ripete, in tutto e per tutto.
Stessi protagonisti e stesse posizioni di partenza: al Governo un Berlusconi ormai incapace di tenere in riga la propria maggioranza; all'opposizione un manipolo di eroi pronti a sacrificarsi per varare le misure necessarie per restituire credibilità all'Italia agli occhi dei mercati e della UE.
Nessuna richiesta di elezioni, quindi, ma un bel Governo di responsabili.

Con il Governo Dini del 1995 sappiamo bene come è andata a finire.
Presto dimenticati i tre milioni in piazza contro la riforma delle pensioni proposta dal  Governo Berlusconi, autore il Ministro e futuro Presidente del Consiglio Dini, anche allora il manipolo di eroi pensò bene di sacrificarsi, riuscendo a portare a compimento ciò che a Berlusconi non era riuscito di fare.
EMERGENZA e RESPONSABILI le parole magiche che permisero tutto questo.
Ma quando si è in emergenza, si sa, nessuno è responsabile sino in fondo. Per dirla alludendo alle sollecitazioni che quotidianamente provengono dal Presidente Napolitano: di fronte a certi mutamenti storici non ci sono alternative.
Questa, in sostanza, la proposta delle opposizioni per chiudere la parentesi del pessimo Governo Berlusconi: come nel 1995, non un impegno chiaro sulle cose da fare e da sottoporre agli elettori, ma un bel Governo di tutti e di nessuno, così come fortemente auspicato dal Presidente Napolitano, per affrontare il grave momento di crisi.
Una sorta di eccezione che sta divenendo una regola di vita per le opposizioni di ieri e di oggi, e che fa perciò dubitare della buona fede dei proponenti.
I temi sul tavolo li conosciamo infatti tutti ed è inutile girarci intorno: da qualche parte, nel mondo, un giorno la BCE, il giorno dopo la speculazione finanziaria dei mercati (solo oggi bruciati 22 miliardi di euro a Milano, altro che black bloc), qualcuno sta imponendo l'agenda politica italiana. Si tratta solo di decidere se accettare il diktat oppure no.
Misure impopolari che nessuna delle forze politiche in Parlamento sembra essere disposta a mettere in discussione, ma delle quali nessuno vuole assumersi la paternità.
Ed ecco spiegata anche la poca voglia di andare alle elezioni: come si fa a dire agli elettori che l'alternativa al Governo Berlusconi sarebbe solo di facciata, perché tanto le decisioni che contano vengono prese altrove e non c'è nessuna opposizione che pensi di proporre qualcosa di diverso? Dovessero non condividere?
A svelare questo stato di sovranità fantasma giunge quindi a proposito il colpo di teatro compiuto dal Premier greco Papandreou.
Al di là delle reali intenzioni ed aspettative che lo hanno motivato, è bastato l'annuncio di un referendum per decidere dell'accordo per la concessione del pacchetto di aiuti economici europei alla Grecia, e di conseguenza sulle dure misure da intraprendere per poter onorare gli impegni per pagare l'ulteriore indebitamento, per scatenare l'ira dei mercati e della UE.
Ebbene sì, i mercati e i tecnocrati di Bruxelles hanno detto chiaramente che non c'è spazio per le scelte democratiche e che certe cose si fanno e basta.
Più o meno lo stesso concetto che, con modi più edulcorati e nascosti, viene sempre più ribadito dal nostro Presidente Napolitano e dalle forze politiche “responsabili” presenti in Parlamento.

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