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Riforme.net  -  27 dicembre 2011
 
Crisi del debito pubblico, tanti nemici, tanta distrazione, e l'usura incassa


di Franco Ragusa

Il sito del corriere.it oggi apre con una notizia inquietante: Statali, la truffa del doppio lavoro.
Dopo tassisti e farmacisti, considerati e definiti i veri colpevoli del mancato rilancio dell'economia in Italia, ecco quindi trovato un altro mostro da sbattere in prima pagina, prima di ogni altra notizia, prima ancora dello spread che continua a salire e i tassi di interesse sui titoli decennali arrivati al 7%.
Ebbene sì, il nuovo nemico da battere e sul quale concentrare l'attenzione non è la constatazione che tra qualche mese ci verrà propinata un'altra manovra finanziaria per tappare il buco che viene continuamente creato dagli alti tassi di interesse che si pagano sul debito pubblico, bensì i casi di violazione accertati nell'ambito dei dipendenti pubblici.
Sia chiaro, denunciare gli abusi ed intervenire è sacrosanto, fosse anche per un solo euro da recuperare.
Ciò che però desta sospetto, a fronte dei numeri reali in ballo, ben poca cosa rispetto ai problemi che abbiamo e al numero dei dipendenti statali, sono l'enfasi e i toni da guerra santa dove tutti sono nemici di tutti, mentre il regalo di natale appena ricevuto con la manovra finanziaria del Governo Monti viene abilmente messo in secondo piano.
Manovra finanziaria che, è bene rifare i conti, ha pesato per un buon 95% su pensioni, prima casa, carburanti e tagli ai servizi, il tutto per una discreta sommetta di circa 30 miliardi di euro.
Se a ciò aggiungiamo che la spesa primaria italiana, al netto delle spese per il debito pubblico, è sempre stata fra le più basse in Europa, e che con quanto fatto dal Governo Berlusconi, sempre a carico dei settori medio-bassi, si arriva ad oltre 200 miliardi di euro solo in quest'ultimo periodo, e nonostante ciò siamo ancora qua ad inseguire spread e tassi di interesse, forse l'Italia ha problemi ben più seri di cui occuparsi, piuttosto che concentrare l'attenzione sugli odiati farmacisti e tassisti, i dipendenti pubblici e, perché no, mettiamoci pure i lavavetri ai semafori che non pagano le tasse, perché sarà sicuramente questo il prossimo nemico da battere e che campeggerà su tutti i giornali.
Meglio quindi rischiare l'impopolarità, fregandosene di farmacisti, tassisti, statali e chi più ne ha più ne metta, che essere complici di un sistema informativo che sembra avere una sola missione: distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali.
Qualcuno ci spieghi dove sono andati a finire tutti i sacrifici compiuti in questi 30 anni, e soprattutto dove andranno a finire quelli futuri, e questo a prescindere da chi sarà chiamato a pagarli.
Per quanto riguarda il passato, di sicuro non abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, come si dimostra facilmente mettendo a confronto la nostra spesa primaria e quella per i servizi con quelle degli altri paesi europei.
Per quanto riguarda il futuro, invece, c'è una domanda alla quale prima o poi qualcuno dovrà rispondere: ha senso fare altri sacrifici, con buona parte degli italiani con le tasche già vuote, per continuare a riempire il portafogli di quell'usura che ci ha costretti e che continua a tenerci in questo stato di crisi permanente?



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