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Riforme.net  -  8 gennaio 2012
 
Referendum: a che serve una legge elettorale che non serve agli elettori?


di Franco Ragusa

C'era una volta, pochi anni fa, una legge elettorale grazie alla quale potevamo scegliere i candidati e il Parlamento era un luogo dove arrivavano solo i migliori.
Periodicamente si andava tutti nei seggi, consci dell'importante ruolo che, in quella sede, il Popolo sovrano era chiamato a svolgere.
Erano i tempi della Seconda Repubblica, nata sulle macerie della Prima, travolta è colpita a morte da quella provvida legge elettorale per la quale ben si adattò il nome che ben presto le venne dato: "Mattarellum".

Va bene, basta con le sciocchezze, è meglio fermarsi qui: chi ha votato con il Mattarellum sa bene cosa ha alle spalle.
Però... c'è sempre un però.
Dopo il Mattarellum arrivò il Porcellum e le cose... peggiorarono?
No, rimasero identiche.
Ma come fu per il Proporzionale in vigore sino al '93, se non sai con chi prendertela, o meglio, se non riesci a prendertela con chi dovresti prendertela, te la prendi con la legge elettorale.
Nulla di più sensato, in effetti. Se si cambia quella, le possibilità di migliorare il tasso qualitativo all'interno del Parlamento potrebbero aumentare.
Peccato che in Italia, però, alla fine quelli che muovono i fili sono sempre gli stessi, per cui, paradosso dei paradossi, il Palazzo è sì il problema, ma è proprio dal Palazzo che arriva sempre la soluzione.
Bella e accattivante: un referendum elettorale, tanto per cambiare, con i cittadini protagonisti, ma a capo di tutto i partiti.
E quindi vai con la festa, tripudi di bandiere e un numero considerevole di slogan altisonanti.
Riprendiamoci il diritto di scegliere e quant'altro che con l'attuale legge, in effetti, non ci è consentito.
E allora uno si immagina ad un qualcosa di completamente diverso da tutto quello che di brutto abbiamo già conosciuto, il Porcellum, ma anche quel Mattarellum che sì, ce lo ricordiamo in tanti che schifo di legge era.
No, tutto sbagliato.
Il referendum, nell'ipotesi venga ammesso, ci catapulterebbe nuovamente nell'era del Mattarellum.
Ma vabbe', direte voi, lo strumento referendario di tipo abrogativo ha dei limiti, per cui in molti hanno firmato con la speranza che il Parlamento si decida e che finalmente venga cambiata la legge elettorale.
E se questa è, come è probabile che sia, la posizione che ha accomunato molti di coloro che hanno firmato per questo referendum, non ci sarebbe nulla di male se il Parlamento facesse una legge diversa dal Porcellum, ma anche dal Mattarellum.
"Ma no!" s'inalberano quelli che abitano il Palazzo e che hanno messo in moto tutta l'ambaradan, "c'è una sola legge elettorale possibile, ed è quella per la quale il Comitato promotore ha raccolto le firme. Qualsiasi altra cosa sarebbe da considerare un Golpe elettorale".
 
Ma come, il referendum non è ancora stato fatto e con ogni probabilità neanche verrà ammesso, e non si può legiferare in altro modo?
Certo, un milione e duecentomila firme sono tante, ma tutti gli altri, quell'altro bel po' di milioni di cittadini che potrebbe pensarla diversamente, non conta nulla?
Parrebbe proprio di no.
Per cui, con la consapevolezza della fine che potremmo fare, rievochiamo quel mondo migliore che qualcuno ha già disegnato per noi, con un esempio pratico del come sia così brutto votare con il Porcellum, e di quanto sia stato così brutto votare con il Mattarellum

Ultime elezioni con il Porcellum.
Siamo entrati nel seggio con l'intenzione, ad esempio, di votare un partito o, comunque, per cercare di far vincere la coalizione che aveva più probabilità di battere Berlusconi.
Abbiamo quindi trovato la coalizione PD-IDV, e per chi voleva c'è stata la possibilità di scegliere quale dei due partiti premiare con il proprio voto, e quindi quale lista di candidati favorire per l'accesso al Parlamento. Tot parlamentari del PD e dell'IDV decisi dal voto degli elettori.
Non si è però potuto scegliere un candidato più di altri, perché questo era gia stato fatto dai padroni della lista.

Stesse coalizioni e stesse preferenze di voto, ma con il Mattarellum.
Per quanto riguarda la quota proporzionale, limitata al 25% dei seggi a disposizione, identica situazione del Porcellum: liste di candidati bloccate.
Per i collegi uninominali, invece, si entra e, nel caso che il partito preferito faccia parte di una coalizione, si ha una sola possibilità di voto, e cioè il candidato uninominale che si trova stampigliato sulla scheda. Un nome solo, in rappresentanza di tutti i partiti della coalizione e che, in ipotesi, potrebbe pure appartenere ad un partito della coalizione che neanche piace tanto. In ogni caso, come per il Porcellum, si tratta di prendere o lasciare ciò che è stato scelto dai padroni delle liste.
Tot parlamentari del PD e dell'IDV decisi, questa volta, dal come i partiti potrebbero essersi accordati nella divisione dei collegi.
Nel caso, infine, di voto ad un singolo partito, perché non coalizzato, anche qui si vota l'unico candidato a disposizione scelto dal padrone della lista.

Quale la differenza tra i due sistemi?
Sotto il profilo della possibilità di scelta del candidato nessuna, perché in entrambi i casi all'elettore non è consentito selezionare i candidati che fanno riferimento alla forza politica o la coalizione che si intende votare.
Sotto il profilo degli equilibri di coalizione, invece, notizia sconvolgente ma vera, il Porcellum è più vicino agli elettori di quanto non lo sia il Mattarellum, in quanto è consentito, quanto meno, incidere sulla proporzione con la quale si verrà rappresentati in Parlamento dai partiti che compongono la coalizione.

Se poi vogliamo dire che con il Mattarellum c'è uno 0,1% di elettori che vota il candidato, fregandosene del partito che c'è dietro ... avrebbe senso fare una legge elettorale in grado di rappresentare adeguatamente solo questo 0,1%?

Per concludere: a che serve un referendum che non serve agli elettori, visto che Mattarellum e Porcellum sono due identiche porcate?


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