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Riforme.net  -  12 gennaio 2012
 
Ancora più determinati dopo la lezione dell'inutile referendum elettorale


di Franco Ragusa

Va detto con decisione: la sentenza di inammissibilità, che in un attimo ha bruciato oltre un milione di firme, è una ferita molto dolorosa.
Ma se truffa c’è stata, e c’è stata, questa non si è consumata il 12 gennaio 2012, ma nell’estate 2011, quando, per boicottare la raccolta di firme per i quesiti abrogativi proposti da Passigli e sostenuti dalla società civile, la politica del Palazzo ha deciso di impossessarsi delle medesime parole d’ordine, proponendo due diversi ed inutili quesiti.

Inutili per due motivi:
1) perché palesemente inammissibili, vista la chiarezza con la quale la Consulta aveva nuovamente ribadito, soltanto nel 2008, con le sentenze N. 15 e 16, i criteri adottati per decidere sull’ammissibilità dei referendum abrogativi in materia elettorale;
2) perché, aspetto ancora più grave, il ritorno al Mattarellum non risolverebbe neanche uno dei problemi che tanto malessere hanno procurato nell’opinione pubblica.

Il Porcellum è antidemocratico, perché regala la maggioranza a chi non ce l’ha”, era uno degli slogan maggiormente utilizzato dall’IDV.
Giusto, giustissimo. Anche la Corte Costituzionale, con le due sentenze 15 e 16 del 2008, aveva sostanzialmente detto la stessa cosa; e proprio per questo i quesiti proposti da Passigli avevano come obiettivo l’abrogazione del premio di maggioranza.
Ma allora, per quale motivo Di Pietro ha deciso di sostenere una diversa iniziativa referendaria, con l’obiettivo di ritornare al Mattarellum?
Anche con il Mattarellum le forze politiche vincenti riuscivano ad ottenere molti più seggi, nell’ordine delle due cifre percentuali, rispetto ai voti realmente conseguiti.

Vogliamo tornare a scegliere!
Giusto, giustissimo anche questo. E questo infatti chiedeva l’ultimo quesito Passigli: l’abrogazione delle Liste bloccate.
E invece no: meglio tornare al Mattarellum, ha tuonato la politica del Palazzo.
Ma anche con i collegi uninominali c’è l’impossibilità di scegliere i candidati chiamati a rappresentare la forza politica che s’intende portare al Governo del Paese, perché sulla scheda c’è un solo nome a disposizione, prendere o lasciare. Stessi problemi con la seconda scheda per la quota proporzionale, fatta di sole liste bloccate. Sì, proprio quelle del Porcellum. Anzi, è d’obbligo ricordare che le tanto odiate liste bloccate sono state, per l’appunto, un’invenzione del Mattarellum.

E’ allora arrivato il momento di chiamare le cose con il loro vero nome e spiegare per bene cosa è veramente accaduto.
Qualcuno ha giocato sporco, sfruttando il diffuso malessere per un sistema che negli anni ha svuotato di significato il momento della scelta elettorale da parte dei cittadini, per consolidare in maniera irreversibile uno status quo utile soltanto ad ceto politico che ha un solo interesse: mantenere la propria rendita di posizione, costringendo gli elettori a votarlo per forza, si vinca o si perda poco importa, stante il mantenimento di leggi elettorali, Porcellum o Mattarellum che sia, che non consentono alcuna libertà di scelta.

Per questo motivo, ora più di ieri, è importante che il patrimonio di protesta, ormai ampiamente diffuso nel Paese e che si è espresso anche attraverso le tante firme per due quesiti referendari sbagliati, non vada disperso.
C’è la necessità, in primo luogo, di vigilare affinché la discussione non s’impantani nelle solite formulette magiche, per poi ritrovare la forza di ripartire.
L’obiettivo è e rimane lo stesso: restituire ai cittadini una legge elettorale che permetta di selezionare la classe politica chiamata a rappresentarli, senza trucchi e alchimie matematiche in grado di falsare i risultati e condizionare l’esercizio del diritto di voto.
Così come, del resto, ha già avuto modo di indicare la Consulta, segnalando al legislatore gli aspetti problematici di una legge elettorale che assegna un forte premio in seggi senza la previsione di una necessaria precondizione: il raggiungimento di una soglia minima di voti.


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dal proporzionale al porcellum
 
Come e perché del Maggioritario in Italia

II edizione - dicembre 2011
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 di Franco Ragusa

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Dai referendum che cambiarono l'Italia al Porcellum. La stagione maggioritaria che ha finito per realizzare un sistema di potere che non consente agli elettori di scegliere.

       

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