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Riforme.net  -  10 febbraio 2013
 
Se a perdere è la Democrazia, tutti i voti sono inutili

Franco Ragusa

E pace fu!
Scattato il divieto dei sondaggi, è finalmente venuto meno il balletto delle percentuali che sino a ieri l’altro ha contribuito ad alimentare il dibattito sul peso del voto “inutile”, di quel voto, cioè, che milioni di elettori “sconsiderati” potrebbero esprimere per l’ovvio e più che legittimo desiderio di inviare in Parlamento chi meglio potrebbe rappresentarli, senza con ciò preoccuparsi troppo su quale dei due, tra Bersani o Berlusconi, potrebbe riuscire ad ottenere il ricco premio di seggi che il Porcellum, neanche si trattasse di noccioline, è in grado di regalare.
Un esercito di elettori considerati “inutili” solo da chi, ovviamente, ha ben poco da offrire per il futuro e che sa solo contrapporre il timore della vittoria degli altri.
 
Ma i numeri parlano chiaro: questo esercito, non più disposto a subire il ricatto del voto utile verso i due poli maggiori, è in continua crescita, pertanto, possa piacergli o no, è giunta l’ora che anche Bersani e Vendola comincino a farsene una ragione, assumendo, quanto meno, un atteggiamento più rispettoso.
Ma come recita una canzone, "si può fare di più!"
Al posto di inviare messaggi terroristici agli elettori ormai stufi di essere costretti a votarli per forza, perché altrimenti potrebbe nuovamente vincere il cantastorie, si potrebbe ad esempio iniziare a riflettere sui guasti prodotti dal maggioritario, perché è stato soltanto grazie alle due leggi elettorali maggioritarie che si sono succedute dal 1994 ad oggi, il Mattarellum prima, il Porcellum oggi, che il berlusconismo ha potuto e può ancora tenere un intero paese sotto scacco.
Prive di significato, in tal senso, le enfatiche reazioni di fronte ai sondaggi a tema su cosa, ad esempio, gli italiani pensano delle ultime trovate del  Mago di OZ, con tutti a mettere in evidenza che la maggioranza degli elettori ritiene si tratti di favole o di propositi irrealizzabili.
Ma scusate, quando mai il venditore di fumo è riuscito a convincere la maggioranza degli elettori?
Berlusconi è sempre e soltanto riuscito ad ottenere il massimo da quanto due pessime leggi elettorali sono state in grado di regalargli.
Per ottenere la maggioranza dei seggi è infatti sufficiente spostare quel tot di consenso elettorale, “quanto basta”, per arrivare prima degli altri, al 30% o al 49% non fa differenza.
Nel 1994, grazie ai collegi uninominali del Mattarellum e due diverse coalizioni, con il 44,3% dei voti alla Camera per la quota maggioritaria, il centrodestra ottenne il 63,4% dei seggi. Un premio di ben il 19%, ridotto al 14% soltanto grazie al piccolo riequilibrio operato dalla quota proporzionale e dal meccanismo dello scorporo, quest’ultimo poi successivamente aggirato da entrambe le coalizioni.
Nel 2001, sempre facendo riferimento alla quota maggioritaria, il premio in seggi fu del 13,8%.
Nel 2008, infine, con l’attuale legge elettorale, il centrodestra conquistò il premio di maggioranza, sino al 55% dei seggi alla Camera, con il 46,8% dei voti validi.
La precisazione, “46,8% dei voti validi”, si rende necessaria alla luce dell’improvviso balzo in avanti, circa il 4% in più, dell’area del non voto.
In riferimento, pertanto, agli aventi diritto, nel 2008 il consenso effettivamente conseguito dal centrodestra superò di poco il 36%, mentre nel 2006 entrambi gli schieramenti viaggiavano intorno al 40% degli aventi diritto.
Numeri del “consenso effettivamente conseguito” da vero e proprio allarme democratico.
Nulla, però, di fronte al probabile risultato che potrebbe scaturire da qui a pochi giorni.
Con l’attuale quadro politico, infatti, il premio di maggioranza, sino al conseguimento del 55% dei seggi, potrebbe andare ad una coalizione o ad una lista con non più del 30-35% dei consensi di chi esprimerà un voto valido: un regalo di circa il 20%, in riferimento ai soli voti validi, che non si è mai verificato in precedenza.
Quale che quindi sarà il vincitore, a risultare pesantemente sconfitta sarà la Democrazia.
Ma se a perdere è la Democrazia, tutti i voti sono inutili.
 


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