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Riforme.net  -  15 febbraio 2013
 
Dal "basta Casta" alla nuova Casta formato 5 Stelle

Franco Ragusa

È una storia ormai sin troppo vecchia e dibattuta: se determinati ruoli di rappresentanza e di governo non possono essere ricoperti da tutti i cittadini, ma solo da alcune figure sociali particolari, questa cosa si chiama Casta.
Non a caso, anche la nostra Costituzione dice chiaramente che "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." (art. 3)
Certo, la realtà che conosciamo è ben diversa, ma è proprio per questo che ci si dovrebbe sforzare maggiormente per cercare di attuare, quanto più possibile, i principi costituzionali sopra ricordati.
Uno sforzo difficile da compiere e che, in primo luogo, dovrebbe tenere conto delle differenze sociali, per poi così trovare gli strumenti adatti per consentire, a tutti, la partecipazione effettiva all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Premesso ciò, non poteva quindi non giungere come una notizia bomba quanto avvenuto nel Comune di Mira, con la rimozione di Roberta Agnoletto dall'incarico di assessore da parte del sindaco 5 Stelle Alvise Maniero.
Il sindaco ha ovviamente smentito che alla base della decisione vi fossero considerazioni sul sopravvenuto stato di gravidanza. Molto più semplicemente, la difficoltà di governare il Comune di Mira richiede uno sforzo particolare, di qui l'esigenza di poter contare su personale politico disponibile h24 e senza altre attività che potrebbero ridurre l'impegno e la dedizione dovuti nei riguardi della cittadinanza.
Del resto anche il programma 5 stelle, nella specifica sezione "Stato e cittadini", parla chiaro: divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato.
Perché sorprendersi, dunque, di fronte ad una decisione che non fa altro che estendere il principio a tutti gli incarichi, siano essi di rappresentanza che di governo?
Tutto secondo le regole 5 Stelle e, pertanto, nessun caso di discriminazione.
Peccato, però, che proprio di discriminazione si tratti, viste le porte chiuse che s'incontrano ogni qualvolta il Movimento 5 Stelle si ritrova a dover passare dalle belle parole alla pratica quotidiana.
Ciò che infatti è emerso dall'impacciato tentativo del sindaco Maniero di dimostrare che nel caso specifico la gravidanza era stata soltanto una sfortunata coincidenza, è la normalità e l'ovvietà con la quale si è sostenuto che per svolgere determinati incarichi si ha bisogno, anche se per un tempo limitato, di super professionisti.
Un approccio al problema all'apparenza innocuo, ben motivato e in linea con il programma 5 Stelle, ma che ha il difetto di pretendere la "botte piena e moglie ubriaca".
Se la politica deve essere esercitata dai cittadini comuni, non è che poi certe condizioni di efficienza, combinate con quanto il Movimento 5 Stelle chiede ai futuri rappresentanti (due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica - zero privilegi a fine mandati - divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato), potrebbero in qualche modo escludere larghe fasce sociali dal poter essere scelte?
Non è che questa sorta di miscela di più elementi potrebbe mal conciliarsi con quelle che sono le difficoltà che le persone comuni sono chiamate a superare tutti i giorni e per tutta una vita, comprendendo in queste anche la cosa più normale di questo mondo, fare e crescere figli?

Sulla carta, figuriamoci, porte aperte a tutti e che il Palazzo venga finalmente contaminato con la presenza del cittadino della porta accanto; anzi, di più, per Ministro dell'economia vogliamo una mamma con tre figli.
Nei fatti, però, ci sono dei piccoli però che per alcuni potrebbero risultare ostacoli insormontabili.
Una volta entrata nel Palazzo, la mamma con i tre figli è bene infatti che sappia che dovrà lasciare tutto alle sue spalle.
Per il tempo di uno o due mandati dovrà abbandonare, quale che sia l'attività svolta e le modalità con la quale è inserita nel mondo del lavoro, ciò che andrebbe invece continuamente coltivato per non ritrovarsi senza un futuro lavorativo; così come, vista la particolare dedizione richiesta, sarà pure bene evitare di pensare ad un quarto figlio.
Poi sì, finita la breve parentesi di portavoce dei cittadini, perché dobbiamo farla finita con i politici di professione, tutti a casa che si ritorna alla vita di tutti i giorni.
Si ritorna tutti a casa? A fare cosa?
Ma certo che sarebbe bello che tutti se ne tornassero a casa senza godere di alcun privilegio, ma per chi non ha potuto mettersi in aspettativa, una volta fuori dal mercato del lavoro, di quale ritorno alla vita di tutti i giorni si può parlare? Ma che gli racconta, una mamma, ai suoi tre figli, una volta tornata a casa e con una carriera lavorativa tutta da ricostruire?
 
Ma no, si dirà, sono solo sterili polemiche da campagna elettorale.
Ma ci rendiamo conto o no che stiamo parlando di un movimento che ha il maggior numero di donne capolista e che, quindi, avrà la quota di rappresentanza parlamentare femminile più elevata?
Ma certo che ne rendiamo conto. Ma ci rendiamo pure conto che stiamo parlando di un qualcosa che deve ancora dimostrare, nel tempo e nella pratica di tutti i giorni, che può funzionare, vista, appunto, l'implicita clausola di esclusione attuata a Mira e i numerosi problemi che ci sono già stati con gli eletti, fuoriusciti o cacciati, nonostante la giovane vita del Movimento 5 Stelle .
Se il buongiorno si vede dal mattino, anzi, meglio, si vede da quanto è scritto sul programma e da quanto appunto già praticato in un piccolo comune, con tanto di compiaciuta approvazione sul blog ufficiale del movimento, sollevare qualche dubbio non solo è lecito, ma doveroso.
Perché il messaggio che arriva da certi comportamenti e dalle interviste che "precisano" parla sin troppo chiaramente.
Le persone comuni, con i problemi di tutti i giorni, alla lunga non "servono".
Sei un libero professionista o un tecnico precario che vive di contratti a termine che non può permettersi il lusso di sparire dal mercato del lavoro?
A casa! perché di fatto non c'è spazio per chi potrebbe non avere altra scelta che proseguire con la politica, per cui ci sarà la nuova Casta di coloro "che possono!", la nuova Casta di chi non ha bisogno di lavorare o che potrà con facilità mettersi in aspettativa, a rappresentare degnamente chi potrebbe avere di questi problemi.
Un nuovo modo di intendere la partecipazione alla cosa pubblica dove "uno conta uno", ma che, di fatto, spacca la società in due, con i cittadini che, per caratteristiche sociali, potranno soltanto delegare, e cittadini che, per caratteristiche sociali, potranno invece essere destinati, bontà loro, ad assumere il gravoso incarico di fare da portavoce degli esclusi.
Una sorta di democrazia "stamo a fidasse" da parte degli esclusi che sa tanto di vecchie discriminazioni irrisolte e che, al momento, di nuovo ha soltanto la faccia e i buoni propositi enunciati dell'ennesimo autopromosso salvatore della patria.
 


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