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Riforme.net  -  26 febbraio 2013
 
Elezioni 2013: E se, con pochi voti alla Camera, avesse vinto Berlusconi?

Franco Ragusa
 
Riconsegnare a Berlusconi il Paese per sei mesi o un anno credo che sia un crimine contro la galassia
Questo il commento a caldo di Beppe Grillo, colui che può essere considerato il vero vincitore di queste elezioni.
Un crimine a cui si è però giunti molto più vicini di quanto si creda: 124.407 voti in più per il centrodestra o in meno per il centrosinistra ed il PDL, pur essendo solo terza forza politica nel Paese, sarebbe stato il primo partito alla Camera dei Deputati.
Tutto per “merito” di una legge elettorale sciagurata in grado di regalare seggi, neanche fossero noccioline, alla lista o alla coalizione in grado di prendere più voti, anche se meno del 30% dei voti validi.
Queste noccioline sono però infine andate, per pochi voti in più, al centrosinistra.
Per cui oggi tutti a tirare un sospiro di sollievo e probabilmente anche Grillo l’ha fatto, vista la dichiarazione a caldo, ma la sostanza del problema rimane: e se a vincere senza voti sono gli altri, quelli considerati “i peggiori”?
Una lezione, questa, per tutti, ma soprattutto per chi ha corso per vincere e si è invece ritrovato ad un passo dal compiere il colpaccio, risultando così fortemente penalizzato dall’anomala distribuzione dei seggi.
Mentre, infatti, il Movimento 5 Stelle, prima forza politica alla Camera con il 25,55% dei voti validi, ha avuto soltanto 108 Deputati, il PD, secondo partito con il 25,51%, ben 292. Stessi voti ma 184 Deputati di differenza.
Traducendo il tutto in percentuali e riferendoci ai veri titolari della sovranità, si scopre che gli elettori che hanno votato il secondo partito, il PD, potranno godere del privilegio di essere rappresentati con il 45,65% dei seggi alla Camera; mentre gli elettori che hanno invece votato la prima forza politica, il Movimento 5 Stelle, dovranno invece accontentarsi del 16,87% dei seggi.
Vi sono quindi elettori di serie A ed elettori di serie B, tutto per un’alchimia matematica che ha fatto della “governabilità a tutti i costi” un feticcio di fronte al quale piegare la più elementare delle regole democratiche: una corretta e ragionevole rappresentazione delle scelte compiute dagli elettori con il voto.
Un’assurda concezione della democrazia che, di fronte ai diversi risultati di Camera e Senato, anziché interrogarsi sull’enorme furto di rappresentanza che si è appena consumato alla Camera per mano del Porcellum, con l’assegnazione di un premio di maggioranza in seggi superiore al 25%, preferisce dibattere sul come cambiare il Porcellum per far sì che lo stesso possa avvenire al Senato, facendo finta di ignorare, peraltro, che il Senato viene eletto a base regionale perché così sta scritto nella Costituzione; e facendo finta di ignorare, altresì, che risultati ben più bislacchi si sono avuti con la precedente legge elettorale, il Mattarellum (La lotteria del Senato: colpa del maggioritario e della governabilità a tutti i costi e senza voti, ma guai a dirlo).

Una nota dovuta, infine, sull’aumento dell’astensione, un altro 5,5% di non votanti che va ad aggiungersi alla già ampia area del non voto.
Se di elezione in elezione si va di male in peggio, quale il motivo?
Forse perché, tra soglie di sbarramento, impossibilità di selezionare la classe politica e vincitori senza voti veri, sono sempre di più gli elettori convinti che il loro voto potrebbe non contare?
 
Una certezza in ogni caso c’è: il dato elettorale di queste ultime elezioni, facendo i conti tenendo in debita considerazione l’intero corpo elettorale, è ancor più sconfortante delle precedenti.
Nel 2006 la coalizione vincente alla Camera dei Deputati ottenne il consenso del 40% degli aventi diritto; il 36% nel 2008; soltanto poco più del 21% nel 2013.
Tendenza di risultati che dimostra ampiamente come la spia rossa “pericolo democrazia” sia pericolosamente accesa da tempo.
Sta a noi spegnerla o preferire che si spenga da sola per esaurimento, quando a vincere senza voti e a prendere in mano il Paese saranno gli altri, quelli che potrebbero essere “i peggiori”.
 


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