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Riforme.net  -  17 aprile 2013

I lati oscuri delle Quirinarie


   Franco Ragusa
 
Giudizio a freddo: l'intervista rilasciata da Milena Gabanelli a Ballarò, dopo l'annuncio dell'esito delle Quirinarie svolte dal Movimento 5 Stelle, è stato qualcosa di molto imbarazzante.
Ritrovarsi candidati da una forza politica per ricoprire la carica di Presidente della Repubblica è certamente lusinghiero. Ma da una giornalista che fa inchiesta "con i numeri", numeri che sa usare molto bene, ci si sarebbe aspettato, quanto meno, un approccio più serio e coerente con i "numeri reali".
 
Nella migliore delle ipotesi Milena Gabanelli è stata votata da circa 40.000 persone; nella peggiore, trattandosi di un ballottaggio a 9 dove vince chi ottiene un voto in più (peggio del Porcellum), circa 4.000.
In ogni caso, sicuramente meno voti, tanto per fare un confronto con altre iniziative analoghe, rispetto alle oltre 50.000 preferenze che hanno designato Ignazio Marino come il candidato del centrosinistra per la corsa a sindaco di Roma; e sì che per una città come Roma erano pure sembrate pochine.
 
Lasciando quindi perdere l'aiutino ricevuto da alcune dichiarazioni influenti arrivate durante le votazioni, nonché il traino ricevuto con la puntata di Report su Roma andata in onda la sera prima, elementi anomali, questi, in grado di influenzare le scelte di chi vota e che avrebbero dovuto stimolare qualche riflessione sulla bontà del metodo a chi fa giornalismo d'assalto, si tratta di numeri che, per una conduttrice di una trasmissione che ha il merito di essere seguita da oltre due milioni di persone, avrebbero dovuto dimostrare ben poco.
Per Milena Gabanelli, invece, i numeri, pochi e sconosciuti, con i quali è stata preferita, sono la dimostrazione che è possibile percorrere una strada attraverso la quale individuare persone indipendenti e libere.
E mostrando chiaramente di aver perso ogni senso delle proporzioni, senza volerlo ci ha fatto sapere che due milioni di spettatori che la seguono costantemente non hanno mai significato ciò che ha invece costituito il voto di poche migliaia di persone schierate politicamente: "il riconoscimento più importante ricevuto fino a oggi".
Peccato, una brutta scivolata da "tifosa", molto poco attenta al metodo che l'ha incoronata, che una giornalista come Milena Gabanelli avrebbe dovuto assolutamente evitare: da oggi ne va della credibilità del suo lavoro, delle sue inchieste, e del perché di alcune sue inchieste piuttosto che altre.

Alla candidata Presidente Gabanelli, infine (al momento lo è, in quanto ha preso tempo per dare una risposta), ci si permette di consigliare l'adozione, da subito, di un comportamento più istituzionalmente corretto, evitando di abusare della parola "Cittadini", in quanto non basta pronunziarla con molta frequenza ed enfasi per conferire legittimità e superiorità morale alle decisioni di questa o quella parte politica.
La sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, e i cittadini-elettori sono circa 47 milioni.
Altresì, a proposito di Costituzione, non è prevista l'elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Sarebbe quindi bene evitare, a Costituzione vigente, forme surrettizie per la sua introduzione di fatto.
Domani, anche altri potrebbero tirare fuori i numeri della propria parte politica, anche più consistenti, per legittimare l'elezione a maggioranza del proprio candidato "scelto direttamente dai cittadini".

 

 

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