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Riforme.net  -  17 dicembre 2013
 
La politica scelta e finanziata dalle Lobby, ma le loro scelte le paghiamo noi


   Franco Ragusa
 
Finanziamento pubblico ad partitum, questo, in sintesi, è quanto ha deciso di realizzare il Governo Letta.
A pagare, infatti, non saranno soltanto i privati che potranno permettersi di finanziare largamente questa o quella forza politica, bensì tutti i contribuenti.
Si tratta, peraltro, di una storia vecchia e rispetto alla quale gli elettori hanno già avuto modo di dire la loro con un referendum. Non nel 1993, bensì nel 2000.
 
Come si ricorderà, uno dei sette quesiti radicali chiedeva agli elettori di cancellare la sola parte relativa ai rimborsi elettorali, lasciando invece invariata la parte che prevedeva le erogazioni liberali e le detrazioni di cui si poteva già allora beneficiare.
Il referendum fallì clamorosamente, battuto dal voto di astensione.
A voler quindi fare come fan tutti di fronte all'esito positivo o negativo di un referendum, come e perché il Governo Letta non ha tenuto conto dello scarso interesse degli elettori di fronte ad un meccanismo di finanziamento privato-pubblico che avrebbe lasciato alle sole Lobby la scelta di chi finanziare, ma a tutti i contribuenti l'onere di coprire in parte questa forma di finanziamento in conseguenza delle mancate entrate derivanti dalle detrazioni?
Ma di peggio il Governo Letta lo fa con l'istituzione di un 2X1000 non genericamente ed astrattamente destinato a finanziare la politica, bensì solo e soltanto la forza politica scelta dal contribuente. Ora proviamo a mettere a confronto i 2X1000 di ogni singolo contribuente, e poi proviamo a chiederci quanto di democratico ci sia in questo meccanismo.
 
Altro da aggiungere?
Decisamente sì.
Se c'era molto da fare per realizzare la pari condizioni, tenuto peraltro conto che, piaccia o no ai proto-referendari del '93, vi sarebbe da ottemperare ad un obbligo costituzionalmente previsto (a proposito, al riguardo tutti si guardano bene dall'evidenziare che la Corte dei Conti ha sollevato l'illegittimità costituzionale dei rimborsi elettorali anche in riferimento agli articoli 3 e 49 per violazione del principio di uguaglianza), con il sistema di finanziamento privato-pubblico ad partitum si precipita nell'abisso.
  


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