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Riforme.net  - 13  gennaio 2014
 
Democrazia diretta M5S ... per pochi intimi


   Franco Ragusa
 
Sul referendum indetto e chiuso in giornata sul Blog di Grillo, sì o no all'abrogazione del reato di immigrazione, gli iscritti certificati che hanno votato si sono espressi in maggioranza per l'abrogazione.
Due buone notizie in una.
La prima: come in tutte le formazioni politiche, sulle vertenze spinose molti iscritti si dimostrano molto meglio dei leader riconosciuti.
La seconda: si può finalmente criticare il metodo senza che arrivi l'accusa che se ne parla male perché il risultato non è piaciuto.
 
Evitando di affrontare questioni complesse come "democrazia diretta sì o no", oppure se sia più o meno opportuno sottoporre a referendum la tutela dei diritti (e che diritti) delle minoranze, l'invito alla riflessione che si può facilmente rivolgere è sempre il solito: sicuri di non trovarsi di fronte all'eccezione (il risultato che ora piace) che conferma qualche altra regola?
 
In tal senso, i numeri in ballo qualche indicazione già la danno.
Su 80.383 iscritti certificati ammessi al voto, si sono espressi in 24.932, cioè solo il 31%. Di questi, in 15.839 si sono espressi per l'abrogazione.
In altre parole, la linea da dettare ai 150 portavoce in Parlamento è stata decisa dal 19,7% degli iscritti certificati. Un 19,7% che diventa polvere se riferito agli oltre 8 milioni di elettori che hanno votato M5S alle ultime elezioni.
 
Abbiamo quindi un primo dato sul quale ragionare: su un tema che non era nel programma del M5S, pochi iscritti hanno deciso per oltre 8 milioni di elettori.
Né più e né meno di quanto accade, però, nelle altre formazioni politiche.
Anche nella migliore delle ipotesi, di partiti dove si arriva a decidere attraverso passaggi congressuali o altro, sempre e solo di decisioni prese sulla base degli iscritti si tratta. E non ci si lasci ingannare dalle primarie aperte, un gran calderone più che altro finalizzate a legittimare il leader favorito (è vero che con le primarie vi sono stati dei risultati imprevisti alla vigilia, ma per l'appunto, alla distanza: l'eccezione che conferma la regola).
 
Appurato ciò, il tema del come venga garantito un corretto meccanismo di scelta, anche solo facendo riferimento agli iscritti, rimane.
Tanto più che sono sempre i numeri in gioco a destare più di una perplessità. Senza la necessità di dover uscire da casa o di allontanarsi dal posto di lavoro per votare, alla fine il risultato che più risalta è che hanno votato in pochissimi. Bastavano due click con il telefonino o qualsiasi altro mezzo in grado di collegarsi al blog per poter esprimere un voto decisivo, ma solo il 31% l'ha fatto.
Sì, si sa che il motto del M5S è che "Chi partecipa decide", tant'è che vengono proposti anche i referendum propositivi senza il quorum, ma siamo sicuri che abbiano partecipato tutti coloro che, se informati per tempo, avrebbero partecipato?
Si può votare con una consultazione che verrebbe considerata arbitraria, per le modalità di indizione, anche in un circolo di bocciofili?
Ma soprattutto: si può votare su questioni spinose senza aver ricevuto tutte le informazioni necessarie e/o partecipato ad un serio confronto tra le diverse opzioni?
 
Oggi ha vinto l'opzione che più ci piaceva, ma domani?
Gran parte dell'informazione viene veicolata da altri canali ed è questa la prima difficoltà da dover superare per evitare che chi voti lo faccia più con la pancia che con la testa.
Certo, diciamo pure che al riguardo il M5S è riuscito ad creare un proprio circuito in grado di fornire un'informazione diversa è più completa ai propri iscritti.
Ma è proprio questo, però, ciò che oggi è mancato sul Blog più visitato d'Italia.
Molto rumore alcuni mesi fa, in occasione del controverso emendamento con il quale si chiedeva di abrogare il reato di clandestinità, dopo di che l'improvvisa chiamata al voto, il tutto appena condito da sommarie informazioni.
Ma come giustamente dice in un post di alcuni giorni fa il Deputato Alessandro Di Battista, "votare non basta, bisogna partecipare".
Avendone gli strumenti, evidentemente.
Peraltro, sempre in riferimento all'invito lanciato da Di Battista, nella circostanza che ha portato al voto di oggi, non solo non vi è stata la necessaria richiesta di partecipazione, sia da parte del Blog che dal lato dei votanti, ma anche, appunto, un basso numero di voti.
Ovviamente, non mancheranno i fedelissimi del Blog che proveranno a dimostrare che non è andata così, che la partecipazione e le informazioni non sono mancati.
Nessun problema nel riconoscere l'errore.
Se, infatti, il basso numero di votanti non è dovuto alle ragioni suddette, tanto peggio. Ad uscire sconfitta, dal disinteresse mostrato dal non voto del 70% degli iscritti, è l'idea stessa di democrazia diretta alla base del M5S.
 

  

 

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