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Riforme.net  - 2 giugno 2014
 
Pensiero veloce sull'Europa, la sovranità perduta e gli oppositori fasulli


   Franco Ragusa
 
Una volta tanto proviamo a parlare di Europa partendo da noi, da una foto che mostra quello che in un certo momento siamo stati e che pone una domanda alla quale sarebbe bene tentare di dare una risposta.
Contro
                    il vincolo di bilancio in CostituzioneÈ forse colpa della Troika se il massimo della mobilitazione contro l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione sono stati questi 4 gatti in foto?

Ebbene sì, c'è stato un Parlamento nazionale che qualcuno ha eletto qui in Italia, non l'Europa, che un bel giorno è riuscito a trovare i numeri per varare una devastante modifica della Costituzione; al tempo stesso, in soli 4 gatti eravamo lì, sotto il Senato, a protestare.
Lo stesso per il Fiscal compact o per qualsivoglia direttiva.
Certi provvedimenti, pertanto, non sono passati soltanto perché ce lo chiedevano le banche o la Troika, ma anche perché qualcuno, con il proprio voto in casa propria e senza particolare opposizione nelle piazze, se non i soliti 4 gatti, negli anni passati ha consentito la formazione di maggioranze parlamentari NAZIONALI e di governi NAZIONALI in grado di stipulare e ratificare, da Stato SOVRANO, accordi internazionali di cui oggi soffriamo le conseguenze.
 
Premesso ciò, è sin troppo ovvio che potrebbero esserci condizioni e pressioni economiche dall'esterno in grado di determinare stati di schiavitù occulta, per cui, ad esempio, è più facile che gli elettori delle nazioni più deboli, sotto il ricatto delle conseguenze dello spread, si trovino ad accettare di votare in un certo modo piuttosto che in un altro.
Ma è proprio in riferimento a questa forma di sovranità limitata che, per l'appunto, i conti non tornano con buona parte dell'euroscetticismo che parla dei popoli con declinazione al singolare, cioè popolo-nazione; ancor meno, poi, se di matrice iperliberista.
Non solo, infatti, la regressiva evocazione di una Europa dei "popoli" che per molti significa soltanto "ognuno per sé" ed ostracismo verso lo straniero, ad aumentare, quindi, le debolezze e le disparità perché tutti l'un contro l'altro armati; ma anche la riproposizione rafforzata di quei modelli e di quelle politiche economiche, alla base della precarietà e i timori per il futuro, in grado di ridurre i cittadini in sudditi supinamente speranzosi.

   


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