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Riforme.net  - 30 maggio 2015
 
Questa volta sì, meglio votare che astenersi


 Franco Ragusa

Prima di tutto una premessa: a tutti i livelli, ormai, abbiamo leggi elettorali fortemente premianti per le liste o le coalizioni in grado di ottenere anche un solo voto in più degli altri. Dove questo voto in più non significa affatto, anche, il 50%+1 dei voti.
Premi di maggioranza che scattano a cifre di consenso percentuali irrisorie, dove l'elettore che vota in un certo modo viene sovra rappresentato, mentre altri si vedono rubare seggi come se fosse un qualcosa di ovviamente democratico.

Queste rappresentazioni percentuali vittoriose, inoltre, si calcolano tenendo conto dei soli voti validi. Ma con le rappresentazioni percentuali sui soli voti validi tutto si confonde: il 20% dei voti reali può infatti facilmente divenire il 30 come il 40 o il 50%.
Alle ultime elezioni europee, ad esempio, pur prendendo meno voti del Veltroni perdente alle politiche del 2008, grazie alla mera rappresentazione percentuale e non tenendo conto della forte astensione, il PD di Renzi e Renzi stesso venne riconosciuto vincente anche da Grillo.
Forse è quindi arrivato il momento di rendere più politico il rifiuto di questa politica, cambiando abitudini, recandosi a votare e non più astenendosi.
Non sarà una grande rivoluzione, ma sicuramente potrebbe fare effetto mettere in evidenza che chi vincerà potrà farlo solo grazie a leggi elettorali assurde in grado di premiare liste con quote di consenso molto basse. Quote di consenso molto basse sulla base dei voti validi, perché sono solo questi i numeri che finiscono sulle tabelle mostrate in TV e che tutti capiscono. Le altre percentuali, la forte astensione, tempo un giorno e tutto sarà dimenticato.
Piuttosto che astenersi, quindi, che si vada a votare per liste senza alcuna possibilità di ottenere eletti, perché solo così, visto lo stato dell'informazione in Italia, ci sarà la possibilità di mostrare che "il Re vince, ma è nudo!"
  


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IV edizione - aprile 2014
 
di Franco Ragusa
 
È consentita la libera diffusione della versione ebook dell’opera per fini non commerciali.



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