Riforme Istituzionali
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Riforme.net  - 2 giugno 2018
 
Se questo è un Presidente del Consiglio


 Franco Ragusa

E alla fine, habemus Papa.
Il nuovo Governo ha giurato.
Visti gli esiti finali, in primo luogo un po' di autocritica rispetto alla conclusione del precedente editoriale (Tra le anomalie, tutti i rischi del Presidente).
Di fronte alla possibile resistenza del Presidente Mattarella sul nome di alcuni Ministri, con tanto di previsione di un incarico ad un "terzo" per la formazione di un Governo con lo scopo di accompagnare il Paese a nuove elezioni, venivano elencati i rischi per il Presidente della Repubblica, tra cui la messa in stato di accusa. Per infine concludere che il Presidente Mattarella avrebbe potuto dormire sonni tranquilli, in quanto il desiderio di nuove elezioni da parte dei due novelli Napoleone avrebbe messo in secondo piano un'iniziativa di quel tipo.
Errore!
Di fronte all'eventualità di andare a breve a nuove elezioni, infatti, il Movimento 5 Stelle si è sciolto come neve al sole: prima battagliero nel sollecitare la mobilitazione contro il Presidente Mattarella; poi, di fronte ad un Salvini soltanto interessato, per l'appunto, ad andare a nuove elezioni, via di corsa per far ripartire il dialogo con il Quirinale.
Tutto bene quel che finisce bene, quindi!
Per nulla affatto.
Anzi, è proprio questo il momento per discutere serenamente dell'operato del Presidente Mattarella.
Come e perché tanta resistenza sul nome di un singolo Ministro, e di fatto nulla di fronte ad una palese violazione della Costituzione, cioè l'incarico al Prof. Conte?
Di Presidenti del Consiglio di facciata o tecnici ne abbiamo avuti molti, certo. Ma qui siamo al paradosso di due forze politiche che non solo sottoscrivono un programma di Governo "politico", sì frutto di una mediazione, ma politico, ma che indicano pure, nome e cognome, i responsabili di tutta la politica dell’Esecutivo, e cioè i contraenti: Salvini e Di Maio.
Francamente, nei panni del Presidente Mattarella, di fronte al nome proposto dai contraenti di quel contratto, sarebbe stato lecito aspettarsi un atteggiamento costituzionalmente corretto, rispedendo il nome del Prof. Conte al mittente.
Non certo per questioni squisitamente politiche, ma perché così sta scritto all'art. 95 della Costituzione: "Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile."
Certamente libere le forze politiche di scegliere chi vogliono come responsabile, ma se su un contratto scrivi una determinata cosa, poi non è che puoi anche pretendere che siano gli altri a toglierti le castagne dal fuoco, in modo particolare se stiamo parlando del Presidente della Repubblica, che da un lato dovrebbe ottemperare al dettato costituzionale, ma dall'altro far anche finta di non sapere che qualcuno ha sostanzialmente scritto, nero su bianco, che il Presidente del Consiglio indicato dalle forze politiche altri non è che il cameriere di Salvini e Di Maio.
E che sia stato un errore, da parte del Presidente Mattarella, aver accettato per ben due volte di incaricare IL camierere, viene confermato dal come si è infine giunti alla soluzione finale.
Il prof. Conte tornato tra i suoi studenti, mentre Di Maio e Salvini riaprivano e conducevano la trattativa per il nuovo Governo. Finito il lavoro tra i due, il Prof. Conte è stato richiamato a Roma.
"Se questo è un Presidente del Consiglio", verrebbe da commentare parafrasando Primo Levi.


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IV edizione - aprile 2014
 
di Franco Ragusa
 
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