Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 12 - 04/09/96
Franco Ragusa

Un deciso NO! gia' da ora.
Nei primi giorni di agosto, sia il Senato che la Camera hanno votato, in prima lettura, un dis. di Legge Costituzionale per istituire una Commissione Bicamerale che dovra' avviare, con poteri referenti, la riforma della Costituzione.
I punti salienti di questa Legge riguardano il modo di formazione delle riforme e la loro definitiva approvazione.

Prima di tutto la composizione.
Faranno parte di questa Commissione 35 deputati e 35 senatori, nominati dai rispettivi presidenti delle Camere su designazione dei gruppi parlamentari.
E gia' qui sorgono i primi problemi.
Alcune formazioni politiche sono chiaramente sovradimensionate, rispetto ad altre, grazie alla legge elettorale maggioritaria. Basti pensare alla Lista Dini, che con la quota proporzionale ha ottenuto la meta' dei voti di Rifondazione Comunista, ma che ha pero' conquistato un numero elevato di seggi grazie alla quota maggioritaria, frutto di accordi con altri partiti.

Ma non basta.
Alcune forze, oltre ad essere sovradimensionate, non sono affatto rappresentative delle istanze che portano avanti.
Gli accordi elettorali con i quali si e' arrivati alle elezioni del 21 aprile non hanno tenuto nel minimo conto le questioni istituzionali; per cui elettori contrari al presidenzialismo si sono ritrovati a votare candidati di tutt'altra opinione, e questo per sconfiggere la destra, non per fare le riforme.
Insomma, per essere chiari, con quale legittimita' molti dei membri di questa futura Commissione potranno decidere in nome di chi li ha eletti?

La durata dei lavori.
Non oltre il 30 giugno 1997. Beati loro che hanno le idee cosi' chiare!

Infine, anziche' votare dei progetti di revisione riguardanti dei singoli articoli, e' previsto un solo voto finale che riguardera' tutto il pacchetto di modifiche da approvare nell'insieme.
Questo blocco unico verra' poi sottoposto a referendum popolare.
Non ci sara' cioe' la possibilita' di pronunciarsi favorevolmente su di una cosa potendo pero' al tempo stesso escluderne un'altra: o tutto o niente, prendere o lasciare!

E' evidente che il ruolo dei cittadini in questo processo di riforma non puo' essere definito neanche marginale: non c'e'!
La Fase Costituente si sta avviando senza che agli elettori sia stata data la possibilita' di pronunciarsi su chi avrebbe dovuto rappresentarli per realizzare un processo cosi' profondo di riforma, di fatto una nuova Costituzione.
Non avranno la possibilita' d'intervenire in corso d'opera, come e' invece previsto in altre Costituzioni dove le Camere che avviano le revisioni vengono sciolte.
Non avranno, infine, la possibilita' di scelta, in quanto non potranno approvare i diversi aspetti del progetto di riforma votandoli separatamente, accettando, per esempio, quelli relativi la Forma di Stato e rifiutando quelli riguardanti la Forma di Governo.

Che fare per cercare di riappropriarci del diritto di decidere e di scegliere, prima e dopo?
Non credo che ci siano altre possibilita' se non quella di delegittimare tutta la Fase Costituente avviata, promuovendo da subito una mobilitazione per l'astensione al "Referendum-plebiscito" con il quale si vorrebbero attribuire agli elettori le responsabilita' di un processo di riforma che hanno potuto soltanto subire e mai indirizzare.