Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 13 - 05/09/96
Paolo Ramazzotti

Re: Commissione Bicamerale: un deciso "NO!" gia' da ora

FR> Che fare per cercare di riappropriarci del diritto di decidere e di
FR> scegliere, prima e dopo? Non credo che ci siano altre possibilita' se
FR> non quella di delegittimare tutta la Fase Costituente avviata,
FR> promuovendo da subito una mobilitazione per l'astensione al
FR> "Referendum-plebiscito" con il quale si vorrebbe attribuire agli
FR> elettori la responsabilita' di un processo di riforma che hanno potuto
FR> soltanto subire e mai indirizzare. 

Ho qualche dubbio.
1. Se ci pensi bene, l'astensione e' la rinuncia ad avvalersi del diritto di votare. In quanto tale costituisce una delegittimazione non solo della fase costituente ma anche del meccanismo democratico. Con quest'ultimo termine intendo la facolta' di influire sulle decisioni politiche non solo con il proprio voto ma anche con azioni di altro genere (campagne di sensibilizzazione, dimostrazioni di massa, ecc.).
2. Se vale il punto (1) chi vorrebbe astenersi? Chi ritenga che si parta sconfitti e che non ci sia margine di intervento.
3. Politicamente, dichiarare la sconfitta prima di iniziare una lotta mi sembra davvero una scelta perdente. E' un po' come dire ad un uomo in mare che non ha alcuna speranza di tornare alla terraferma ma che deve nuotare.
4. Per le ragioni appena indicate l'astensione di massa solitamente urta la sensibilita' di chi e' politicamente impegnato in quanto nega senso al suo impegno politico. Per converso, questo tipo di azione aggrega facilmente gli sconfitti in partenza e quelli del "ma tu ancora ci credi?".
Il risultato e' un'aggregazione ibrida, in cui facilmente prevale un misto di qualunquismo e ribellismo. Gli effetti anti-istituzionali possono essere forti, la capacita' di progettualita' politica e' poco significativa. Quand'anche una simile aggregazione facesse fallire il referendum, la sua sostanziale debolezza farebbe si' che un qualche "escamotage" verrebbe trovato per aggirare il risultato del voto.
5. Non so se siamo davvero sconfitti in partenza. Se cosi' dovesse essere mi chiedo se non sia meglio concentrare le proprie forze su obiettivi magari minori ma le cui probabilita' di riuscita siano maggiori.
6. Dico che non so se siamo davvero sconfitti perche' non si e' presentata ancora la possibilita' di fare uscire fuori tutti coloro che si oppongono.
7. Credo che un terreno aggregante piu' proficuo possa essere quello di dare inizio a campagne informative - e, perche' no, se possibile manifestazioni - sulle specifiche tematiche della riforma. Non mi occupo di queste questioni ma mi sembra che uno straccio di riflessione possa essere utile su:

8. L'idea di base non e' di sensibilizzare e basta. Si tratta di fornire quel retroterra di dibattito politico per l'eventuale futura battaglia parlamentare di chi si opponga agli stravolgimenti della Costituzione. Occorre che siano chiari i termini della questione e che l'opposizione in parlamento non appaia come una manovra di piccolo cabotaggio, da politicanti alla Bossi.
9. Tutto questo non vuol dire che io confidi nell'esito della battaglia parlamentare. Sto cercando un terreno di lotta meno fragile.

Ciao, Paolo