Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 2 - 26/06/96
Franco Ragusa - Roma

Il rischio dell'ennesimo "fatto compiuto"
Confesso che faccio non poca fatica per riuscire a capire le ragioni di tanto ostracismo nei confronti di una possibile Assemblea Costituente, e con questa, quindi, la sicura revisione dell'art. 138 Cost., portata avanti da gran parte di quella sinistra nella quale posso piu' o meno ritrovarmi.
E mi riferisco a Rifondazione e a tutti quei giuristi come Rodota' che si sono espressi contro il maggioritario prima e contro ogni ipotesi presidenzialista ora. Faccio fatica a capire, e proprio partendo dalle diverse motivazioni. Tanto piu' che, per "rimanere a guardare", si e' gia' persa la battaglia sul maggioritario.

Sentivo oggi Cossutta (26/6/96) che spiegava che con l'elezione di un'apposita Assemblea Costituente si creerebbero le condizioni, grazie alla legittimazione ricevuta, per poter stravolgere l'intero assetto costituzionale, compresa la prima parte.
Ma forse che l'art. 138 potrebbe impedire tale ipotesi?
D'Alema e Berlusconi non erano forse arrivati ad un passo dall'accordo per riscrivere, di fatto, gran parte della Costituzione?
E' allora forse meglio una fase costituente, ugualmente legittima sotto l'aspetto formale della legalita' costituzionale fissata dallo scarno art. 138 (che tra l'altro non prevede alcuna necessita' di passare attraverso un apposito mandato elettorale)?
Con uno strumento che permette soltanto di distruggere, come il referendum abrogativo (che non da' la possibilita' di poter mettere in campo soluzioni alternative da poter sottoporre come quesito), non si e' forse gia' riusciti a stravolgere, con l'introduzione del maggioritario, l'essenza di molte delle garanzie costituzionali, rimaste ormai soltanto lettera morta, a partire proprio dall'art. 138?

Ecco, di fronte a queste domande, credo che l'ennesima risposta di tipo "ostruzionistico" alla fine ci fara' trovare di fronte all'ennesimo fatto compiuto.
E sono sicuro che anche in quel caso, noi saremo sempre li', lindi e puri ma immobili, a decantare la validita' di un testo costituzionale che sara' divenuto ancor piu' lettera morta.