Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 28 - 06/10/96
Franco Ragusa

Le grandi manovre

Si ritorna a discutere di Assemblea Costituente.
A quanto pare, la cosa non dispiacerebbe neanche a D'Alema, fa sapere tra le righe il Direttore dell'"Istituto Gramsci" Vacca.
Ed e' di questi giorni la ripresa dell'iniziativa politica di Segni, tutta centrata, per l'appunto, sull'Assemblea Costituente; con tanto di plauso dei suoi ex-colleghi di partito ora schierati con il centro-destra e idealmente guidati dal redivivo Cossiga.
Insomma, ad un primo sguardo superficiale, sembra proprio che tutti vogliano l'Assemblea Costituente; ma, di fatto, a me sembra che nessuno faccia qualcosa di serio per averla.
In casi del genere un po' di cronistoria non guasta.

Era l'estate del '95, il centro-destra sembrava essersi ormai rassegnato all'idea di dover rinunciare alle elezioni (ma forse non le voleva veramente), e per riprendere in mano la partita mando' avanti con forza Fini per proporre l'Assemblea Costituente.
Poi, una volta cambiato il quadro politico e vedendo avvicinarsi la possibilita' di arrivare alle elezioni, fu proprio Fini, con molta miopia politica (un grazie ancora da chi in quel periodo ha guardato con preoccupazione la nascita di quello che "il manifesto" defini' il "mostro tricefalo") a rifiutare qualsiasi percorso che avrebbe potuto portare all'accordo sulla Riforma della Costituzione, Assemblea Costituente compresa, questa volta proposta dalla Lega.
Perse pero' le elezioni, il Polo non trovo' null'altro di meglio che tornare alla carica con la Costituente. E pensare che soltanto pochi giorni prima aveva dichiarato che chiunque avesse vinto le elezioni avrebbe potuto ben legittimamente cambiare, senza le fatidiche larghe maggioranze, la Costituzione; e che loro l'avrebbero cambiata anche se avessero vinto di stretta misura.
Vabbe', cosi' va il mondo!

In questi giorni, e' con stupore che mi accorgo, dalle cronache de "il manifesto" (1/10/96), che anche D'Alema ha nella testa l'idea dell'Assemblea Costituente. Ma quando mai?!
Se c'e' una cosa che D'Alema ha sempre evitato come la peste, e' proprio quella di dover sottoporre i propri programmi all'approvazione di chi dovrebbe poi sostenerli, giocando delle partite solitarie nell'ambito della coalizione di centro-sinistra, arrivando ad esercitare una sorta di egemonia alla Craxi all'interno del proprio partito. Figuriamoci con quale terrore potrebbe affrontare l'eventuale elezione di un'Assemblea Costituente, dovendo dichiarare nero su bianco per quale motivo gli elettori del centro-sinistra dovrebbero preferire la sua linea di riforma a quella di Bertinotti o di Bianco.

Ma non e' finita qui.
Cio' che non quadra, nel ragionamento di chi invoca con forza la Costituente, sono le iniziative che vengono prese collateralmente.
Senza prendersi troppo in giro, un'eventuale Assemblea Costituente non potrebbe vedere la luce prima di un anno; un altro anno almeno di lavori; altri sei mesi tra l'approvazione definitiva e l'eventuale referendum.
Con ogni probabilita', pero, gia' dal prossimo anno potremmo essere chiamati a votare per dei referendum che, come quello elettorale del '93, non potrebbero non avere degli effetti devastanti per il regolare funzionamento e l'intero assetto di garanzie contenute nella Carta Costituzionale.
A che gioco giochiamo?
A me sembra che ci si trovi di fronte ad un'offensiva a tutto campo per accelerare i tempi dei lavori della Bicamerale, che ancora attende di essere approvata in seconda lettura, possibilmente partendo da un unico disegno di riforma da discutere.
Del resto, e' veramente curioso come Casini e il centro-destra in generale hanno appoggiato la Costituente oggi riproposta da Segni: "O nasce una Bicamerale che si sa gia' dove va a parare, al presidenzialismo, o si passa direttamente all'Assemblea Costituente".
Dove sta il nesso lo sanno soltanto loro. Anche perche', se e' vero che la Bicamerale potrebbe nascere soltanto dall'accordo preventivo tra i partiti su un comune disegno di Riforma; quale sara' la costituzione delle diverse ipotesi di riforma nell'eventuale Assemblea Costituente e' un mistero che spero risolveranno gli elettori e non le speranze di Casini, Fini o Cossiga.
Passando dall'altra sponda, non credo che sia un caso se tra le Regioni che hanno depositato la richiesta di 13 referendum, cosiddetti federalisti, ve ne sia una a guida PDS; un segnale vero e proprio inviato ai propri alleati per far meglio digerire il percorso della Bicamerale.



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