Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 3 - 16/07/96
Franco Ragusa - Roma

Ostruzionismo parlamentare
E' forte la polemica riguardo all'ostruzionismo operato da parte dell'opposizione (e chi dovrebbe, se no?).
Ma la cosa che piu' mi ha piu' colpito, ascoltando le dirette parlamentari, e' che le poche regole che negli anni scorsi sono state adottate per limitare le azioni ostruzionistiche operano tutte sui tempi di discussione, sulla falsariga di Parlamenti considerati piu' autorevoli, come quello francese e inglese dove all'iniziativa parlamentare e' lasciato ben poco spazio.
Ora, se c'e' una cosa che non riesco a digerire, e' proprio questa mancanza di spazio, nella fase della discussione, che va di fatto a mettere la museruola alle minoranze.
Faccio un esempio pratico, che per coloro che conoscono un po' Roma dovrebbe risultare particolarmente significativo.
Imbocco Casal dei Pazzi dalla Via Tiburtina; poco prima d'immettermi in Viale Kant viene data la parola all'Onorevole Malavenda (eletta con P.R.C. e poi passata al gruppo misto); non faccio in tempo ad arrivare a Via Nomentana che gia' gli hanno tolto la parola, e pure in malo modo, visto che la Malavenda non ne voleva sapere di concludere.
Insomma, neanche un chilometro a circa 50 Km/H ed un semaforo rosso sono bastati per far esaurire il tempo a disposizione dell'Onorevole Malavenda; per altri interventi di Onorevoli appartenenti a gruppi parlamentari piu' sostanziosi, invece, con ogni probabilita' non mi sarebbe bastato percorrere tutto il raccordo anulare.
Ma passiamo all'ostruzionismo basato sul numero legale.
Incredibile ma vero, nel 2000 ancora si fa la conta del numero legale. E non e' tanto la conta cio' che fa perdere tempo, quanto le fasi preliminari.
Ma e' meglio fare la cronaca di una seduta tipo.

"Il Senatore tal dei tali chiede la parola"
"Presidente, chiedo la verifica del numero legale"
"Bene, chi appoggia tale richiesta?"
"Allora, se la richiesta non e' appoggiata da altri non verra' presa in considerazione."
"Allora, c'e' nessun altro?"
"Oh, adesso ci siamo: va bene, richiesta appoggiata. Passiamo alla verifica del numero legale. I colleghi Senatori sono invitati a votare con la propria scheda."
"Coloro che hanno appoggiato la richiesta hanno tutti votato?"
"I segretari controllino che coloro che hanno appoggiato la richiesta abbiano votato."
"E no, risulta che alcuni dei Senatori che hanno appoggiato la richiesta non hanno votato."
Segretari, controllate chi e' che non ha votato."
"Oh, ora va bene: Dichiaro chiusa la votazione per la verifica del numero legale."
"Il Senato e' in numero legale."

Ora, questa farsa viene ripetuta ad ogni votazione. E se pensiamo che si e' impedito di parlare alle minoranze, contingentando i tempi di discussione, per poi permettere questo spettacolo... vabbe', evito d'incorrere in qualche reato.
Ora mi chiedo, ma e' cosi' difficile prevedere un ingresso ed un'uscita dalle aule parlamentari registrata attraverso i relativi tesserini elettronici con i quali si vota?
I parlamentari che arrivano se vogliono entrare esibiscono il passi elettronico; da quel momento il medesimo passi e' abilitato alla votazione e computato relativamente al numero dei parlamentari presenti nell'aula; all'uscita dall'aula quel passi viene disabilitato per le votazioni e sottratto al numero dei parlamentari presenti nell'aula.
Rifacciamo, con questo meccanismo, la cronaca per la verifica del numero legale.

"Il Senatore tal dei tali chiede la parola"
"Presidente, chiedo la verifica del numero legale"
"Bene, richiesta accolta. Segretari, controllate se il Senato e' in numero legale."
"In base ai passi esibiti all'ingresso il Senato e' in numero legale."

E' tanto difficile?