Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 31 - 10/10/96

Nota del curatore di queste pagine. Nel testo che segue vi era un'eccessiva quotatura dell'Int. N° 30, dovuta, probabilmente, ad una dimenticanza nel cancellare le parti meno interessanti per la replica. Nella speranza di non aver interferito con le intenzioni dell'autore, alcuni passaggi quotati sono stati tolti al fine di alleggerire il testo.

Alessandro Morelli

Re: Costituente

At 22:52 09/10/96 +0100, you wrote (Franco Ragusa):

>Prima di scendere nei particolari vorrei porti una serie di domande: la
>Bicamerale che dovrebbe insediarsi per riscrivere, di fatto, un bel
>pezzo di Costituzione (Forma di Stato e Forma di Governo... e scusate se
>questa non e' una vera e propria rivoluzione), e' un artificio inventato
>ad hoc oppure no?
>Non si tratta del varo di una Fase Costituente vera e propria,
>paragonabile, per gli effetti, ai lavori di un'Assemblea Costituente?

NO! Saro' monotono ma una assemblea costituente dovrebbe avere come caratteristica fondante quella di essere un evento unico ed iniziale, prodromico alla nascita di un nuovo stato, ed intendo dire del tutto nuovo, svincolato dalle forme di potere politico ed amministrativo precedentemente in atto, per giungere ad una entita' affatto diversa.
Per rispondere ad un dubbio che pare trasparire dalle affermazioni che leggo mi trovo costretto a ricordare che le commissioni parlamentari sono previste dai regolamenti di Camera e Senato, che hanno valore di legge, e l'art. 64,1 Cost. prevede l'esistenza dei regolamenti stessi. A rigore di termini potrei proporre che ogni camera formasse la propria commissione per le riforme in sede referente e redigente e che poi riferisse i risultati ai quali e' pervenuta in Parlamento, unico organo che abbia per Costituzione il potere di cambiare la legge suprema (se rispettati determinati requisiti che non rammento). Risulta cosi' evidente che una Bicamerale rispetta Costituzione, Regolamenti di Camera e Senato e permette di risparmiare tempo (se non boicottata, ma tutto e' boicottabile) perche' accorpa in una sola procedura quella che potrebbe essere una procedura doppia e coincidente. In definitiva non e' assolutamente un artificio ad hoc dal momento che le commissioni sono appendici del Parlamento create con procedimento di legge. Come vedi "est modus in rebus". Se vogliamo camminare nell'alveo della legge la dobbiamo rispettare sempre, non solo quando pare piu' opportuno e mi fa' specie che anche un costituzionalista ed ex Presidente della Repubblica come Cossiga soffi sul fuoco di una Assemblea Costituente.

>Si dice inoltre che la Costituzione non e' affare di pochi. Ma di fatto,
>l'attuale Parlamento, essendo figlio di un elezione con sistema
>maggioritario, non rappresenta adeguatamente le minoranze. Puo'
>ritenersi allora legittimo un Parlamento, l'attuale, diverso da quello
>ideato e conosciuto dai costituenti che scrissero l'art. 138?
>Se cambia il metodo di composizione dell'Organo preposto alle modifiche
>costituzionali, non si dovrebbe cambiare anche l'art. che queste
>modifiche regolamentava secondo un diverso equilibrio?

Anche su questo punto non siamo evidentemente d'accordo. Mi spiego. La Costituzione NON PREVEDE in nessuna parte l'obbligo ad eleggere i parlamentari tramite una particolare legge elettorale. Tanto e' vero che la legge elettorale non e' una legge costituzionale. Siccome non penso che nella Costituente (quella vera) vi fossero degli inetti, e' chiaro che non potevano credere che una legge elettorale fosse eterna, ma che potesse invece cambiare nel corso del tempo, evolvendosi cosi' come si evolve tutto il diritto. E' anche per questo motivo che la Costituzione e' aperta, cioe' revisionabile. Bene, pensiamo che la legge elettorale sia degna di appartenere al corpus costituzionale? Allora, essendo in tema, operiamo una revisione ed inseriamola nel testo nella sezione dedicata alle camere.
Pensiamo, come sembra, che basti una legge ordinaria? Allora da questa non si puo' far discendere l'esigenza di eleggere una nuova Costituente.

>Personalmente ritengo la Bicamerale il peggiore dei pasticci messo in
>piedi per riformare la Costituzione; ciliegina sulla torta, poi, l'aver
>accettato l'imposizione della destra di votare un unico progetto da
>sottoporre a referendum finale. Una bella presa in giro della sovranita'
>popolare: o vi prendete anche quello che potrebbe non piacervi, o
>niente!
>E intanto il tempo passa e lavora per chi, approfittando delle falle
>presenti nel sistema di garanzie, cambia la costituzione un pezzo alla
>volta, mettendola in condizioni di non funzionare piu', e per di piu'
>senza cambiare un solo art. della stessa: vedi l'uso strumentale
>dell'istituto del referendum abrogativo.

E qui siamo gia' piu' in accordo. Il referendum di approvazione e' previsto nell'art. 138 Cost. nel caso ne faccia richiesta un numero congruo di attori a cio' aventi diritto, e quindi non fa parte dell'iter necessario e sufficiente. Intendo dire che non e' assolutamente scritto da nessuna parte che, per forza, vi sia un referendum. Nel caso si presentasse pero' la necessita' di indirlo, potrebbe essere pericoloso chiedere la approvazione articolo per articolo e revisione per revisione perche' rischieremmo di ritrovarci una Costituzione con qualche buco o con parti contraddittorie.
D'altro canto non mi sembra una soluzione brillante neppure l'approvazione in toto. Forse la piu' rispettosa sia della volonta' dei cittadini, sia del dettato costituzionale sarebbe la approvazione per gruppi, divisi per argomento dibattuto, cosicche' non saremmo costretti a cassare anche soluzioni che potevano essere accettate o viceversa ad accettare riforme che non ci piacciono. Resta chiaro che a referendum potrebbe essere essere sottoposta solo la proposta precedentemente approvata in Parlamento.
Quanto alla questione dell'uso indiscriminato del referendum abrogativo, non e' del tutto esatto quello che dici. La Corte Costituzionale ha espresso nella sentenza n° 16/1978 la inammissibilita' di tale referendum su questioni di rilevanza o copertura costituzionale o su leggi ordinarie a contenuto costituzionalmente vincolato, quindi la Costituzione non si cambia un pezzo alla volta a mezzo referendum. Detto questo sono perfettamente d'accordo sulla iperproliferazione di richieste di referendum, segno indubbio di malcontento e di apatia parlamentare, ma questo e' un altro problema.

> ... >Sicuramente potrebbero essere inseriti ulteriori meccanismi d'intervento
>al fine di garantire una partecipazione piu' ampia dei cittadini alla
>fase di elaborazione, ma a grandi linee mi sembra che questa sia l'unica
>procedura in grado di poter garantire tutti. E in special modo, e'
>soltanto cosi' che si puo' impedire che la discussione sulle riforme
>venga indirizzata arbitrariamente su dei binari decisi nei corridoi del
>Palazzo.
>Si prenda per esempio la posizione del Polo sulla Bicamerale: "Se si sa
>da subito dove si va a parare, e cioe' ad una riforma di tipo
>presidenzialista, va bene, si avvii la Bicamerale; in assenza di questa
>indicazione di percorso e' tutto inutile, si passi alla Costituente."
>Ma forse che l'elezione di un diverso Organo da parte degli elettori
>potrebbe partire con un programma di lavori cosi' delineato?
>Evidentemente no!

Queste sono dichiarazioni irragionevoli, prive del tutto di buon senso oltre che di logica, che danno la misura di quanto il Polo voglia veramente fare le riforme. Dire ora che la Bicamerale potra' essere formata se giungera' ad un certo risultato previo un accordo tra le parti e' una buffonata (per non essere scurrile). Se questo accordo ci fosse sarebbero nelle condizioni di presentare il progetto di riforma in Parlamento e quindi sarebbe perfettamente inutile formale la commissione. Pur con tutto questo ritengo che sia uno strumento valido perche' mi pare l'unico indicato dalle leggi vigenti. In fondo "lex super regem" sempre, a maggior ragione si applichi il motto nella fucina delle leggi: il Parlamento.

Cordialmente.

Dott. Alessandro Morelli, Via della Piovola n° 1 - 50053 Empoli (FI) - ITALIA
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