Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 39 - 17/10/96
Dalla rubrica delle lettere di LIBERAZIONE
A PROPOSITO DI BICAMERALE


In chiusura dell'importante convegno su 'La Repubblica delle Autonomie" promosso da Rifondazione, abbiamo udito dal presidente Cossutta la conferma di quanto gia' ci era parso di cogliere nelle parole del segretario durante il dibattito: Rifondazione non neghera' il proprio voto favorevole alla legge istitutiva della Bicamerale quando essa approdera' in seconda lettura mese di ottobre.
1. Il voto contrario di Rifondazione non fu il frutto di una posizione astratta o pregiudiziale. Nel merito, lo stravolgimento dell'art. 138 Cost. con l'introduzione di un referendum plebiscitario e di un unico quesito sull'intero pacchetto di riforme, per di piu' blindato nella discussione parlamentare aveva gia' suscitato l'opposizione di autorevoli giuristi, oltre che di tutti coloro ancora in grado di percepire come un "Vulnus" la progressiva negazione dei processi democratici e la loro sempre piu' frequente sostituzione con espedienti di tipo autoritario:
2. le motivazioni addotte ora da Armando Cossutta per spiegare il mutamento di posizione del partito ci sembrano tali da richiedere un dibattito franco, poiche' un voto favorevole di Rifondazione all'istituzione di questa Bicamerale non sarebbe esente da coinvolgimenti e ripercussioni che travalicherebbero i limiti e le responsabilita' della sola forza di Rifondazione comunista.
Per quanto riguarda la sfera dei rapporti politici del Prc con lo schieramento dell'Ulivo, e segnatamente col Pds, non ci pare che nella mutevolezza quotidiana degli scenari e dei "posizionamenti" politici possa essere sacrificata sull'altare della governabilita' la difesa limpida dell'art. 138, difesa che e' sostanziale, sia delle garanzie costituzionali, che delle rigidita' stessa di quelle garanzie.
Per quanto poi riguarda l'argomento "Se non si fa la Bicamerale si va dritti all'Assemblea Costituente" , proponiamo una riflessione e talune concrete ipotesi contro il terrorismo di questo slogan.
Se la legge istitutiva della Bicamerale non dovesse ottenere i 2/3 dei voti parlamentari, essa potrebbe essere sottoposta a referendum secondo le procedure previste dall'art. 138.
Se cio' avvenisse, potrebbe esseri una non approvazione della legge da parte del popolo (il che, pero', non significherebbe che i cittadini "vogliono l'assemblea costituente", ma semplicemente che "non vogliono la Bicamerale", o almeno, questa Bicamerale).
A questo punto, l'Assemblea Costituente puo' nascere solo con un "moderno" colpo di stato, visto che non c'e' un solo costituzionalista degno di questa qualifica che riconosce la legittimita' di un "potere" costituente. C'e' una maggioranza fra le forze politiche disponibile a realizzare questo "colpo di stato."?
Siamo naturalmente d'accordo che Rifondazione, una volta varata la Bicamerale, debba svolgere tutto l'impegno possibile anche per riforme costituzionali coerenti ai principi della prima parte, ma crediamo che chiaro e inequivocabile debba essere il messaggio ai cittadini: esistono confini invalicabili quando si tratta del rispetto delle regole della democrazia.

Antonia Sani, Fabrizio Clementi,
Comitato per la difesa ed il rilancio della Costituzione di Roma



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