N° 40 - 18/10/96
Dalla rubrica delle lettere di LIBERAZIONE
Riforme, partire dall'ipotesi di Cossutta
Nel condividere le preoccupazioni esposte da Antonia Sani e da Fabrizio Clementi nella lettera pubblicata da
"Liberazione" ieri, vorrei soltanto svolgere alcune brevi considerazioni.
Se la legge istitutiva della Bicamerale non dovesse ottenere i 2/3 dei voti espressi dai parlamentari, la medesima
potrebbe essere oggetto di referendum, cosi' come previsto dall'art. 138 della Costituzione.
Orbene, siamo proprio sicuri che il popolo italiano si pronuncerebbe negativamente in tale occasione? Nel caso in
cui si pronunciasse negativamente ritengo che uno dei prevedibili sbocchi potrebbe essere proprio l'assemblea
costituente, proprio perche' le forze che oggi stanno sviluppando l'attacco a fondo contro la Costituzione, al fine di
stravolgerla, da questo pronunciamento trarrebbero maggior forza per imporre al Paese quella sciagurata
soluzione.
E' ormai largamente diffusa, fra le forze politiche, l'opinione che sia piu' che mai urgente porre mano alla II^ parte
della Costituzione, salvaguardando i principi contenuti nella I^ parte. Non sarebbe allora opportuno prepararsi a
scendere in campo e misurarsi, nell'ambito della Bicamerale, su problemi quali il "premierato" (preziosa mi sembra
l'ipotesi formulata da Cossutta circa la possibilita' di lavorare alla revisione delle procedure elettive dell'esecutivo,
operando sulla falsariga di quanto stabilito dalla legge 23/2/1995, n ø 43 concernente le "Norme per la elezione dei
consigli regionali a statuto ordinario".)?
Non sarebbe inoltre necessario procedere finalmente ad una profonda revisione del sistema dei controlli, ponendo
cosi' mano agli articoli 125 e 130 della Costituzione, come gia' tante volte auspicato da Enti locali e Regioni?
Maurizio Mazzi, Roma