Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 7 - 27/07/96
ERSILIA SALVATO da il manifesto
RIFORME: Tutti i rischi che corriamo

Il disegno di legge che viene proposto si presenta con una larghissima base di partenza, dentro cui io però leggo non un tentativo di trovare un'intesa ampia per scrivere regole democratiche per tutti, bensì tanti rischi. Quando si decide di firmare un disegno di legge di questo genere, accordi sulla sostanza delle questioni che dovranno essere affrontate sono già stati ampiamente scritti. Dico questo alla luce della parte finale di questo disegno di legge, di quel referendum confermativo unico, il lodo La Loggia, che è una vittoria che il Polo ha riportato, avendo da un lato rinunciato all'ipotesi dell'Assemblea costituente (seppure la mannaia temporale è una riserva per tornarci), ma avendo d'altra parte creato le condizioni politiche per giungere ad un plebiscito (il referendum confermativo ha questa natura). Sulla sostanza delle questioni da porre, e soprattutto sul presidenzialismo, ipoteche fortissime si stanno consolidando.

A differenza di una settimana fa, quando con assunzione di responsabilità votammo a favore della Bicamerale, questa volta Rifondazione comunista voterà contro, per segnare una distanza da un tentativo di stravolgimento della Costituzione.

Mi dispiace che il gruppo dei popolari non solo abbia aderito a questa proposta, ma finora non abbia posto il Parlamento ed il Paese davanti al rischio che corre. Dico questo perchè conosco la sensibilità di tanti popolari su questo tema; so dei Comitati per la difesa della Costituzione, rappresentati da una figura della nostra migliore cultura democratica, Giuseppe Dossetti; so della loro attenzione ai valori che sono nella Costituzione.

In commissione e poi in aula, i singoli parlamentari non avranno cittadinanza, salvo una limitata facoltà di presentare emendamenti. Non si potrà chiedere una pausa di riflessione su importanti temi. Nel momento in cui saremo chiamati a discutere di presidenzialismo -perchè questa è la volontà dichiarata del Polo e di una parte dell'Ulivo, è bene non nasconderselo - non avremo nelle nostre mani nessuno strumento per tentare un approfondimento e il necessario contrasto.

A proposito dei referendum, la questione prima non concerne il loro numero, ma la loro natura. Il referendum costituzionale è uno strumento nelle mani delle opposizioni per far valere le proprie ragioni. E questo perchè la nostra è una democrazia parlamentare. Invece si vuole un referendum confermativo. Questa strana maggioranza che sta venendo avanti cerca di contrabbandare il ricorso alle urne come volontà di costruire più democrazia. Quanti di noi pensano che la democrazia parlamentare debba continuare ad essere uno strumento nelle mani dei cittadini, con un'idea della rappresentanza che dà parola e non tace i conflitti, non possono che vedere il referendum confermativo come l'antitesi della democrazia. Nel referendum confermativo c'è populismo e demagogia. Nei giorni scorsi il segretario del Pds ha detto che i referendum alternativi non si possono fare perchè le questioni sono così complesse che i cittadini non capirebbero. Però si può fare quello confermativo, uno solo, su un insieme di materie altrettanto complesse, perchè ai cittadini non è chiesto di capire, ma solo di dire di sì, di chinare la testa.