Riforme Istituzionali
 
Referendum confermativo
7 ottobre 2001
 
Comitato per il NO al referendum istituzionale - per l'uniformità dei diritti di cittadinanza
 
www.riforme.net


 
Roma, 30 settembre 2001
 

Appello agli elettori di Centro Sinistra

Come ben pochi elettori purtroppo sanno, il 7 ottobre saremo chiamati al voto per  confermare o meno la modifica della Costituzione approvata lo scorso marzo dall’Ulivo.

In particolare, dovremo pronunciarci sulle nuove attribuzioni legislative alle Regioni (federalismo competitivo); l'introduzione del
principio di sussidiarietà (privatizzazione di tutti i servizi pubblici); l'introduzione, in Costituzione, del principio di diversità
tra i cittadini, per i quali sarà possibile invocare la sola salvaguardia dei livelli minimi delle prestazioni.

L'attuale maggioranza di centro destra ha fatto di tutto per oscurare il dibattito su questo Referendum, per altro da lei promosso quando era ancora all'opposizione.
Non è un caso.
Al di là della polemica politica fine a sé stessa, di schieramento, il progetto di riforma risponde ampiamente alle richieste del centro destra, al punto che gran parte dei Presidenti di Regione del Polo si sono schierati per il Sì.
Questo è un dato che dovrebbe farci riflettere.
Per cinque anni saranno Bossi, Formigoni, Galan, Storace a gestire questa riforma.

La domanda da porci è quindi molto semplice: la modifica della Costituzione che ci apprestiamo a votare, sarà in grado o no di tutelare i diritti dei cittadini, dei lavoratori, dei soggetti più deboli?

Noi crediamo di NO!

Il progetto di riforma è proteso verso forme di federalismo fortemente competitivo e per nulla solidale.
Le Regioni potranno legiferare su materie che riguardano direttamente i diritti dei cittadini: lavoro, sanità, scuola, tutela dell'ambiente. La legislazione nazionale potrà intervenire soltanto per fissare i principi generali.
E su questo punto è bene fare chiarezza. Non ci troviamo di fronte ad una forma di legislazione concorrente: lo Stato non potrà fare concorrenza legislativa alle Regioni, come avviene in Germania, laddove queste tendano a legiferare contro il diritto dei cittadini ad eguali condizioni di vita. Lo Stato avrà competenze definite e limitate relativamente alla determinazione degli indirizzi generali.
Sarà quindi sufficiente che alcune Regioni decidano di ridurre gli strumenti che concretamente tutelano i diritti dei cittadini (si pensi cosa diverrebbe la normativa sul licenziamento illegittimo  senza l'art. 18 dello statuto dei lavoratori), per trascinare tutte le altre a questo gioco al ribasso. Saranno le imprese a decidere per tutti noi, spostandosi da una Regione all'altra a seconda di quanto queste saranno in grado di offrire.

Altro aspetto pericoloso della Riforma, è la mancata tutela delle eguali condizioni di vita. Il progetto prevede soltanto interventi dello Stato, attraverso il Governo e non, come in Germania, attraverso l'attività legislativa concorrente del Parlamento, per garantire i soli "LIVELLI ESSENZIALI delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale" (art. 117 punto m; art. 120).
In altre parole, una volta garantiti i livelli minimi delle prestazioni, lo Stato non potrà intervenire e le Regioni più ricche non avranno alcun obbligo solidaristico neanche di fronte ad intollerabili diseguaglianze.

Infine, l'introduzione del principio di sussidiarietà, per il quale dovranno essere i privati, in primo luogo, ad occuparsi della gestione dei servizi di pubblica utilità. Saranno le regole del mercato a determinare il livello e l'accessibilità dei servizi da parte dei cittadini.

Concludiamo, quindi, rivolgendoci agli elettori del Centro Sinistra.
Non si faccia l'errore di un voto di schieramento.
Si voti sui contenuti, su ciò che realmente cambierà il nostro futuro.
Che la destra sia formalmente schierata per il NO non può infatti costituire motivo di rinuncia per la difesa di diritti fondamentali.

Se vincerà il NO non avrà vinto Berlusconi.
Se vincerà il NO avranno vinto coloro che sono contrari ai contenuti di una riforma pasticciata, varata dall'Ulivo sotto la pressione della competizione elettorale.
E' ora di rimediare agli errori passati. Inseguire Bossi sul suo terreno non è servito per impedire la sconfitta elettorale, sconfitta per altro determinata dal disastroso risultato nelle Regioni del Centro Sud.
Possiamo finalmente votare secondo coscienza, liberi dai condizionamenti maggioritari.
C'è infatti la possibilità d'inviare un messaggio forte alla classe politica di Centro Sinistra: basta con i tatticismi elettorali, si torni
ai contenuti; si torni a tutelare i diritti dei cittadini, in modo particolare dei più deboli.

         Comitato per il NO al referendum istituzionale
          per l'uniformità dei diritti di cittadinanza
 

  

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