(La Repubblica, 29-01-99)
Segni; Barbera: ... Ma che succederà
dopo la vittoria del Sì? L'esperienza dei precedenti referendum
non lascia molti spazi all'ipotesi di una nuova legge elettorale, sia pure
modellata entro i confini del quesito. "Dopo il Sì - dice Segni
- serve che i partiti e il Parlamento facciano quello che avrebbero dovuto
fare da qualche anno, e cioè riformare la Costituzione e arrivare
al presidenzialismo: la legge elettorale ci sarà già, ed
è quella che uscirà dal referendum".
A questo punto, secondo Barbera, l'unica alternativa al sistema
referendario (75 per cento dei seggi ai più votati nei collegi e
l'altro 25 per cento ai migliori secondi) è un vero doppio turno
alla francese. E per togliere ogni argomento a chi insiste sui
rischi di un'assegnazione casuale del 25 per cento, il comitato sta preparando
una proposta di legge costituzionale destinata a tagliare la testa al toro:
l'abbassamento del numero dei deputari da 630 a 475, in modo che siano
eletti tutti con l'uninominale secco. Senza recupero per nessuno.
(ASCA, 29-01-99)
Antonio Martino (F.I): Una ''truffa
vergognosa'' viene definita da Antonio Martino, di Forza Italia, l'eventualità
di una riforma della legge elettorale. Martino, che ne ha parlato intervenendo
ad un dibattito su referendum e riforme, organizzato dal quotidiano romano
''Il Tempo'', si è dichiarato contrario all'approvazione di
una nuova legge elettorale non solo prima del referendum, ma neanche dopo:
''Se si modifica dopo l'esito positivo del referendum sarebbe una truffa
vergognosa. Io non lo accetto, non ci sto''. In quello che ha definito
il ''partito dei miscredenti'', ovvero di coloro che hanno aderito
al referendum pensando di utilizzarlo come spinta alla riforma da attuare
però in parlamento, Martino ha indicato principalmente i
Democratici di Sinistra. Martino ha quindi criticato, in termini ancora
di truffa rispetto al referendum, l'ipotesi di una riforma che adotti il
sistema a doppio turno di collegio.
(Adnkronos, 29-01-99)
Forza Italia: Forza Italia dice sì al referendum,
ma riconosce libertà di voto e proseguirà comunque il confronto
politico parlamentare per definire una nuova legge elettorale.
È la decisione emersa al termine di un lungo comitato di presidenza
conclusosi nella notte.
(Adnkronos, 29-01-99)
Silvio Berlusconi (F.I.): - Forza italia dice di sì al
referendum per l'abolizione della quota proporzionale perché ''è
l'unico modo per convincere i partiti a dar vita ad una nuova legge elettorale''.
Lo ha detto Silvio Berlusconi, intervistato dal Tg1. ''Occorre lavorare
subito ad una nuova legge -ha aggiunto il leader del Polo- che risolva
i problemi che il referendum non risolve, come i tradimenti e i ribaltoni''.
(ASCA, 29-01-99)
Franco Frattini (F.I.): (ASCA)
- Roma, 29 gen - Il referendum ''è uno strumento importante per
la democrazia ma non illudiamoci che qualsivoglia legge elettorale assicuri
la stabilità politica e di governo''. Lo ha affermato Franco Frattini,
di Forza Italia, che, intervenendo ad un convegno su referendum e riforme
del quotidiano ''Il Tempo'', ha invitato anche a non sopravvalutare il
risultato del quesito referendario. ''Non giuro -ha detto- sulla
bontà assoluta del sistema che uscirà dal referendum e dunque
il parlamento non deve fermarsi''. Un parlamento che può
giocare un ruolo importante secondo Frattini non solo per la riforma elettorale
ma anche per il completamento delle riforme con l'adozione del presidenzialismo.
''Non credano coloro che vogliono giocare il referendum contro i partiti
-ha concluso Frattini- che le forze politiche rimarranno fuori dalle riforme''.
(ASCA, 29-01-99)
Casini (CCD): ''Sono contento della
scelta per il sì al referendum presa anche da forza Italia. Così
tutto il Polo è schierato in una direzione chiara''. La soddisfazione
sul quesito referendario Pierferdinando Casini la esprime durante la conferenza
stampa prima dell'inizio della Costituente 'Democratici europei di centro'.
''Questa posizione è un grande passo dell'opposizione rispetto alla
restaurazione partitocratica in atto - ha aggiunto il leader del Ccd -.
Per il no al referendum, infatti, si sono schierati tutti i Ghini di Tacco
del Paese. Berlusconi ha fatto una buona scelta: altrimenti sarebbe stato
autolesionista farsi intruppare nella nostalgia del proporzionale. Naturalmente
una nuova legge elettorale va fatta, non si possono zittire i cittadini
ed io personalmente sono favorevole al turno unico con le primarie obbligatorie.