Come ha già scritto qualcuno più autorevole del sottoscritto,
i grandi fatti e i grandi personaggi della storia si presentano due volte:
la prima come tragedia, la seconda come farsa.
Dopo averci magnificato le doti del referendum elettorale del '93 (che
è bene ricordare ha prodotto l'attuale legge per il Senato), il
trio Segni-Calderisi-Barbera è tornato alla carica con un altro
referendum dagli effetti miracolosi.
E come ci dimostrano il miracolo?
Semplice, dati alla mano, producono una simulazione che dimostra che
nel '96, con la legge da loro proposta, le formazioni maggiori avrebbero
preso più seggi; "un grande effetto bipolarizzante", per usare le
parole di Segni.
Ora, pur non avendo in affezione la semplificazione bipolare, per cui
questo tipo di contese tra il trio e gli altri sostenitori della logica
maggioritaria non m'interessa più di tanto, di fronte a simili stregonerie
contabili è praticamente impossibile far finta di non aver ascoltato.
Che senso ha, infatti, prendere i risultati del '96, ottenuti con una
legge che, soltanto per fare un esempio delle differenze che verrebbero
introdotte, non premia le "candidature fai da te", e poi produrre una simulazione
che, come se nulla fosse mutato, non tiene conto dei risultati che da questo
tipo di candidature potrebbero arrivare?
Anche l'attuale "legge Mattarella", se qualcuno si prendesse la briga
di tentare una simulazione tenendo conto di ciò che l'ha preceduta,
e cioè i risultati elettorali ottenuti con il sistema proporzionale,
con ogni probabilità si rivelerebbe una legge con "un grande effetto
bipolarizzante"; anzi no, grandissimo!
Ma per l'appunto, visti i diversi contesti, simulazioni simili non
sono buone neanche per passare il tempo.
I risultati ottenuti con una determinata legge non possono in alcun
modo essere utilizzati per produrre una simulazione che fa riferimento
ad una diversa legge, in quanto le forze politiche, ma anche gli elettori
stessi, mutano i loro comportamenti a seconda della legge che hanno di
fronte.
Né più e né meno di quanto è avvenuto nelle
ultime due tornate elettorali, per le quali abbiamo assistito al formarsi
di coalizioni tenute insieme soltanto dalla necessità di non far
vincere o semplicemente stravincere "l'altra parte"; coalizioni che si
sono poi puntualmente ritramutate in un nugolo di partitini una volta arrivate
in Parlamento.
Ma a quanto pare, l'esperienza non insegna.