Quesito sul referendum
Faccio parte del Comitato per il No di Pisa.
Sto cercando in rete i risultati del referendum del 18 aprile 1993.
Credo che debbano essere resi nuovamente pubblici o almeno utilizzati
dopo il referendum 18 aprile 1999 -quale che sia il risultato che spero
sia nefasto per i referendari- per dimostrare quanto grande sia la quota
di elettori che avrà comunque abbandonato quelli che chiamo gli
"ayatollah" del maggioritario. Sarebbe inoltre utile avere sottomano gli
ultimi dati elettorali del 1996 per dimostrare, aperte le urne, che una
larga fetta degli elettorati dei partiti che hanno dato indicazione per
il SI la hanno ampiamente disattesa.
Infine, e qui parlo solo a titolo personale e non di tutto il comitato,
vorrei sottolineare la corrispondenza tra fronte del SI' e fronte della
guerra (il fronte del No è orientato contro la guerra, con sfumature,
salvo SDI e PPI).
Segni stesso qui a Pisa, alla Scuola Universitaria S.Anna, ha sottolineato
il nesso tra vittoria del sistema maggioritario e maggiore coesione dei
governi in occasione della guerra, dopo naturalmente avere dato la sua
adesione all'intervento Nato.
Io stesso, quando in un dibattito televisivo su una televisione locale
ho evidenziato questa corrispondenza tra SI al referendum e SI alla guerra,
ho ottenuto le reazioni scomposte di chi sa di essere colpito duramente.
(Ma del resto gli uomini del SI avevano definito la proporzionale un virus..).
Dunque Si al referendum = Si alla guerra? Io credo proprio di si. Ogni
Si, in buona o cattiva fede, è insieme una bomba su Belgrado e una
sulla democrazia italiana. Ogni Sì, in buona o cattiva fede, è
insieme pulizia etnica nel Kossovo e pulizia etnica verso quelle forme
di democrazia reale ancora esistenti nel nostro sistema politico.
Questo usando un linguaggio che ovviamente ha le forzature della propaganda
e degli slogan.
Ma credo che il nesso referendum-guerra potrebbe essere la chiave decisiva
per vincere questa battaglia.
Mauro Stampacchia