Riflessione sui dati del referendum del '93 (Re: Quesito sul referendum)
Un aspetto inquietante della campagna referendaria condotta dai sostenitori
del sì è costituito dall'oggettiva impossibilità di
riuscire a capire le ragioni di tanta malcelata acrimonia nei confronti
dell'opzione astensionista.
A differenza che per le elezioni politiche, infatti, per le consultazioni
referendarie l'astensione può produrre dei risultati pratici: si
tratta cioè di una scelta di "espressione delle proprie intenzioni"
chiaramente contemplata dai fondatori della carta costituzionale e quindi
pienamente legittima.
Ma nonostante ciò, e nonostante la natura del referendum in
questione spieghi da solo l'opportunità di tale scelta, trattandosi
dell'eliminazione definitiva del più elementare diritto democratico
(eguaglianza di tutti gli elettori nel momento elettorale), i sostenitori
del sì sono disposti a mostrare rispetto politico soltanto nei confronti
di chi invita a votare per il no; per chi si asterrà, invece, soltanto
un triste spettacolo di insulti. Un muro compatto che va dai vertici dei
maggiori partiti sino ai poteri forti dell'economia, sostenuti con forza
dai mezzi d'informazione, che non si sogna lontanamente di spiegare come
e perché ciò che è costituzionalmente previsto sia
da condannare senza appello.
Un ostracismo ed un volume di fuoco che tra l'altro non dovrebbe avere
ragione di esistere proprio alla luce dei dati del referendum del '93.
Se si ripetessero quei risultati, infatti, anche sommando all'astensione
di allora tutti i no e i voti nulli, il raggiungimento del quorum e la
vittoria dei sì sarebbero in ogni caso ampiamente assicurati.
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Da parte dei sostenitori del sì è allora palese il timore che dal '93 ad oggi molte cose siano cambiate nelle convinzioni degli elettori. Non si spiega, infatti, come mai, nell'ipotesi che tutti i contrari al referendum decidessero per l'astensione, circa 5 milioni di elettori che nel '93 votarono convinti per il sì potrebbero improvvisamente decidere di non recarsi alle urne per pigrizia o per qualunquismo e non perché l'esperienza disastrosa del maggioritario potrebbe averli invece indotti a cambiare opinione. Un'esperienza disastrosa che potrebbe per l'appunto aver convinto un numero considerevole di elettori a compiere un atto di totale delegittimazione nei confronti di soluzioni demagogiche e pasticciate dai connotati fortemente antidemocratici.