Speciale Referendum elettorale
http://www.malcolmx.it/riforme/referendum

16/04/99
Mauro Stampacchia

Per il dopo 18 aprile

Come aderente al Comitato per il NO di Pisa, ho in un dibattito due sere fa lanciato un appello perchè i Comitati per il NO si trasformino dopo il referendum in Comitati per la Democrazia e la Partecipazione.
Così, nell'immediato, la proposta del NO non rischierebbe di apparire puramente negativa e verrebbe spuntata una delle ultime armi del fronte del SI, che dirà fino all'ultimo che senza il SI vincente tutto il processo riformatore rimarrà bloccato e quindi implicitamente ricatterà anche chi non condivide lo specifico quesito referendario e la sua intrinseca filosofia (si veda l'editoriale di Paolo Franchi sul Corriere della Sera di qualche giorno fa "Ultima fermata per le riforme").
Ma in prospettiva questa proposta aprirebbe un fronte di riflessione e di azione di cui credo si senta una stretta necessità: una riflessione su come mettere un freno alla deriva della politica, alla sua degenerazione e alla esclusione dei cittadini dai processi decisionali. E' significativo che in questo campo molto si può fare e con efficacia in senso autenticamente riformatore senza scimmiottare la ormai stanca ingegneria istituzionale, che si occupa solo dei "piani alti" dell'edificio istituzionale e disdegna il fondamento di ogni sistema democratico, che è la democrazia reale.
Esemplifico: la questione della democrazia nei partiti, la questione del finanziamento alla politica, oltre che ai partiti, le potenzialità
dell'associazionismo, le modalità di organizzazione della democrazia di base, in direzione dell'autogoverno, nei comuni e nei quartieri, la questione della democrazia sindacale, la questione dell'accesso ai mezzi di comunicazione di massa e telematici, le primarie, si o no,  come quando e dove, una nuova regolamentazione dell'istituto referendario, abrogativo e propositivo.
Questo solo per una prima, sommaria elencazione, a cui altro si potrebbe aggiungere secondo i contributi di molti (ed anche di alcuni esponenti del SI).
Il dibattito e l'azione potrebbero convergere in tempi brevi in un testo comune, in una sorta di Carta della Democrazia, che potrebbe costituire a sua volta un programma di rilevante portata nella lotta politica dei prossimi anni, sia che vinca il No, sia nella disgraziata ipotesi che prevalga, con una vittoria di Pirro, il SI (ma  in questo caso il lavoro sarebbe molto difficile).
Sottolineo però comunque che questa proposta dovrebbe essere resa pubblica, nei modi più visibili possibile, e dagli esponenti più autorevoli del NO che la condividessero, prima della chiusura della campagna elettorale.


 

Indice "Speciale referendum"