Riforme Istituzionali
Referendum 2003
 
Pillole
 
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Art. 18 e licenziamento discriminatorio o antisindacale
 
Domanda: senza l'art. 18, quali tutele per il lavoratore nei confronti del licenziamento discriminatorio o per attività sindacali?

Sulla carta tutte; nei fatti nessuna.
Avete mai visto un datore di lavoro così scemo da licenziare qualcuno per attività sindacali?
Con l'art. 18, è il datore di lavoro che deve dimostrare la giusta causa.
Senza art. 18, è il lavoratore che deve dimostrare il licenziamento per attività sindacali.
La differenza, come si vede, non è di poco conto.
Dimostrare il comportamento antisindacale o discriminatorio del datore di lavoro diventa praticamente impossibile laddove si può permettere allo stesso di non rispondere sulla giusta causa.
Fai valere i tuoi diritti? Ti licenzio perché venuto meno il rapporto di fiducia per cento altri motivi, tutti diversi, però, da quelli riconducibili all'attività sindacale. Dopo di che, se il licenziamento viene giudicato illegittimo dal giudice, pago pegno: una sciocchezza nel caso delle aziende sino a 15 dipendenti; reintegro per quelle al di sopra.
In altre parole, la legislazione contro i comportamenti antisindacali ha certamente un valore simbolico non trascurabile, di civiltà giuridica, ma nulla potrebbe in assenza della tutela, più generale, fornita dall'art. 18.

Ed è per questo che nelle piccole aziende è possibile trovare molti padroni del vapore e molti lavoratori costretti a subire le peggiori umiliazioni; in barba, per l'appunto, all'art. 41 della Costituzione.
Se c'è infatti qualcosa di assurdo in questo referendum, è che si sia costretti a farlo per tentare di arrivare al banalissimo risultato di applicare quanto scritto nella Carta Costituzionale.

Art. 41 Cost.:
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. ...



 
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