7 giugno 2003
A quanto pare, l'iniziativa di mettere sullo stesso
foglio di carta una serie di volti noti favorevoli all'astensione (del
Governo e dell'Ulivo), non è piaciuta.
L'accusa va dallo squadrismo all'essere scaduti nella
logica delle liste di proscrizione.
Proprio per questo, l'iniziativa andrà avanti.
Sino a che, infatti, in nome di una presunta e superiore
battaglia politica contro il Governo, sarà "impedito" poter pensare
con la propria testa e chiamare le cose con il loro vero nome, Riforme
Istituzionali continuerà a proporre, come del resto ha sempre fatto,
iniziative improntate sulla chiarezza.
Chi ha delle responsabilità politiche, non può
certo pensare di poter tirare il sasso e nascondere la mano.
Che possa piacere o no, la posizione dell'Ulivo ha
di fatto vanificato tutte le mobilitazioni sull'art. 18 dello scorso anno.
A motivazione dell'astensione, i vertici dell'Ulivo
hanno addotto argomenti in grado di mettere in discussione l'esistenza
stessa del diritto proprio del lavoratore-cittadino a non essere licenziato
senza giusta causa.
Se la sanzione al licenziamento senza giusta causa,
infatti, può dipendere da fattori terzi (dimensioni d'impresa;
esistenza di altri settori non tutelati), e non come logica conseguenza
dell'atto illegittimo, ponendo tutti i soggetti che subiscono l'atto illegittimo
su un piano di sostanziale (e non soltanto formale) eguaglianza, non è
più possibile parlare di diritti inviolabili.
Come e perché, allora, non si dovrebbe combattere
una simile impostazione che, piaccia o no, vede uniti Governo e vertici
politici dell'Ulivo?
Un'ultima doverosa precisazione, infine: visto che
da parte di alcuni l'iniziativa "propaganda fai da te" è stata volutamente
interpretata come un'iniziativa contro l'Ulivo portata avanti da Rifondazione
Comunista, il sito Riforme Istituzionali ribadisce di agire in piena autonomia
da qualsiasi logica di partito. |