Riforme Istituzionali
Referendum 2003
 
Rassegna stampa
 
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il manifesto - 25 aprile

«Boicottate quel referendum»
La Cisl darà indicazione di non votare o votare no. La Uil temporeggia, ma dice che «il voto è inutile»
 
     Paolo Andruccioli
 
Il referendum sull'articolo 18 deve fallire. Decideremo più in là «il come», la via migliore per ottenere il fallimento dell'iniziativa referendaria. E' questa la posizione della Cisl, ribadita ieri dal segretario generale Savino Pezzotta. «La Cisl è contraria a questo referendum - ha detto il segretario - perché rappresenta un'ingerenza nell'autonomia delle parti sociali». Per questo «lavoreremo perché fallisca, perché la politica non può appropriarsi di questa materia». La Cisl insomma - almeno al livello delle strutture dirigenti - è schierata. La posizione ufficiale e formale si definirà nei prossimi giorni, ma è chiaro ormai che per la Cisl il pendolo potrà oscillare solo tra astensione (o più precisamente boicottaggio del voto non presentandosi alle urne) e il no. I dirigenti nazionali della Cisl stanno infatti a guardare attentamente anche ciò che succede nello scacchiere politico, pur essendo gelosi soprattutto della loro autonomia sindacale. Così da via Po si dice che se le cose rimarranno più o meno come stanno oggi, ovvero un Ulivo diviso, la Margherita che è per il no, i Ds divisi e gli industriali che sono per invitare a non votare, allora l'indicazione di voto finale agli iscritti Cisl sarà quella del non voto. In questo senso il fallimento del referendum di cui parla Pezzotta dovrebbe essere letterale: il mancato raggiungimento del quorum. Se invece, è sempre la tesi Cisl, lo scontro si dovesse politicizzare, e se soprattutto si avranno indicazioni certe in favore del raggiungimento del quorum, allora l'indicazione di voto sarà per il no. Il fallimento del referendum si dovrà tradurre nella sconfitta dei sì.

La Uil - per ora - è meno netta nelle sue posizioni. Ieri il segretario Luigi Angeletti ha spiegato che il suo sindacato deciderà formalmente il 9 maggio. Angeletti ha detto comunque che il referendum non risolve il problema di fondo che sta alla sua base, ovvero l'estensione dei diritti. «E' fanciullesco - ha spiegato il segretario Uil - immaginare di estendere a tutte le imprese forme di tutela pensate per aziende strutturate». Ma non è questo il problema. La questione vera è che né il no, né il sì possono rappresentare una soluzione. Insomma qualunque sia l'esito, non si risolverebbe il problema. Così se per la Cisl il referendum è dannoso, per la Uil è inutile. La logica conseguenza di questo ragionamento è che alla fine la Uil darà indicazione per il non voto o per l'astensione con la scheda bianca.

Anche l'Ugl, il sindacato di destra, si schiera sulla posizione del non voto. Ieri il segretario, Stefano Cetica, ha detto che «la vittoria dei sì, come quella del no, rischia di rimettere in discussione un quadro normativo che siamo riusciti a salvaguardare con la firma del patto per l'Italia». Per questo, per respingere ogni demagogia, secondo Cetica «l'unica via da seguire è quella di non partecipare al voto». E mentre i sindacati cercano la collocazione più adeguata per loro, comincia l'opera di accerchiamento della Cgil. E' il sottosegretario al welfare, Maurizio Sacconi, che ci tiene a sottolineare proprio questo aspetto. Un eventuale sì della Cgil al referendum sull'articolo 18 «renderebbe oggettivamente più difficile anche il positivo dialogo in corso tra sindacati e Confindustria». Se la Cgil alla fine deciderà per il sì, dice sempre Sacconi, sarebbe la conferma del suo isolamento dalle altre confederazioni e dal dialogo.

Nella Cgil si attende la prossima settimana, con la riunione di segreteria del 5 e il direttivo del 6 e 7 maggio. La tensione è molto forte, ma ormai l'orientamento sembra deciso a favore del sì. Sarà lo stesso segretario generale, Guglielmo Epifani, a formulare una proposta da mettere ai voti del direttivo. Intanto ieri il comitato promotore del referendum che ha organizzato un presidio davanti alla sede della Rai per protestare contro il silenzio televisivo sul referendum, ha ottenuto un primo risultato. Il presidente Lucia Annunziata riceverà i rappresentanti del comitato lunedì 28 aprile. 



 
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