Riforme Istituzionali
Referendum 2003
 
Rassegna stampa
 
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Liberazione - 9 maggio
 
Ma la notizia del “sì” della Cgil al referendum sull’art. 18 meritava o no un bel titolo sulla prima pagina dei giornali?
  
Che fine ha fatto il referendum sull'art.18? Se lo chiedevano in molti, ieri, leggendo le prime pagine della gran parte dei giornali. In materia sono stati versati fiumi di inchiostro, si sono visti scontri politici all'ultimo sangue, il centro-destra per lungo tempo è sembrato puntare tutto su questa carta per legittimarsi come alleanza riformatrice, il centro-sinistra si è lacerato e diviso, si sono mosse masse imponenti di cittadini a difesa (e poi per l'estensione) di un diritto dei lavoratori fondamentale e per questo assai combattuto... Ieri, peraltro, c'era da pubblicare una notizia assai attesa e temuta: il sì della Cgil. Ebbene, nonostante tutto, ieri l'argomento sembrava pressocchè scomparso e comunque fortemente ridimensionato.

Cominciamo da la Repubblica: niente in prima pagina (dove pure troneggiava un bel titolo sull'"Accordo separato sulle tute blu"). Per trovare la notizia del sì della Cgil bisognava arrivare a pag. 31 e scovarlo praticamente nascosto in un titoletto a due colonne in basso pagina. Analogo il trattamento riservato dal Corriere della Sera: niente prima pagina, titolo basso a pag.13, mezzo colonnotto di testo sovrastato da una lunga intervista al presidente della Confcommercio Billè: "Basta, va rivisto lo Statuto dei lavoratori".

Quasi si fossero passati la parola, gioco al ribasso anche da parte dei giornali berlusconiani. Il Foglio ignorava totalmente la notizia, riservando peraltro solo due righelle di testo alla Fiom che "è l'unica a non firmare l'accordo raggiunto ieri sui metalmeccanici". Dal suo canto Libero, tutto preso dall'aggressione a "Mortadella, ranocchio e Cicogna", dedica al sì della Cgil una notiziola a pag. 16 sovrastata, alla Vittorio Feltri, al "mal di pancia degli industriali" e a "quella voglia pazza di votare per il sì" (con riferimento al presidente dei giovani industriali lombardi, Alberto Marenghi, che si è dichiarato non pregiudizialmente sfavorevole al sì). L'ammiraglia di casa Berlusconi, Il Giornale, rileva in prima che "Le tute blu fanno il contratto anche senza la Cgil". Ma a pag. 9 non può non titolare con evidenza: "Sull'articolo 18 Epifani vince il duello con i 'cinesi'".

Meno disattenta La Stampa, che dedica l'intera pag. 9 alla decisione della Cgil, rilevando nel catenaccio del titolone a piena pagina "il dissenso tra 'fassiniani' e 'cofferatiani': non hanno partecipato al voto", e accompagnando il pezzo di cronaca con un retroscena sul "Cinese", che "non cambia idea e spiazza la minoranza Ds". Il tutto con un minuscolo richiamo di una colonnina in prima.

Decisamente più attento Il Sole 24 Ore. L'art.18 è nel sottotitolo di apertura di prima, contro la decisione del sindacato vengono schierati ben due editorialisti e l'intera pag. 2, con il ministro Maroni che la considera una "scelta preoccupante" (certamente per lui e per la Confindustria), per cui il referendum è ovviamente "inopportuno e sbagliato" e tutto nascerebbe "dal radicalismo avventurista di Cofferati".

Prima pagina vietata all'art.18 anche su Il Riformista, che a pag. 4 pubblica però due servizi: uno in "sindacalese" ("Vince un Epifani bulgaro") e uno in "politichese" ("'Cofferati manchi solo tu', Aprile prepara l'appello al sì").

Più o meno in linea con i disagi in materia dell'area cui fa organico riferimento appariva ieri l'Unità: riferimento alla vittoria della "linea Epifani" in un sottotitolo di prima ("Metalmeccanici, un contratto di minoranza") e l'intera pag. 7, più o meno equamemente divisa fra il sì della Cgil e una dura intervista a Bruno Trentin ("Non voto il referendum Bertinotti-Berlusconi"). 



 
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