Corriere della
Sera - 6 giugno
Caldarola a Liberazione: dirò «sì»
Astensioni
inattese, come quella di Sergio Cofferati che con la sua scelta ha creato
più di un malumore tra i suoi. Ma anche tanti sì a sorpresa.
Il referendum sull’articolo 18 promosso da Rifondazione, dai Verdi, dalla
Fiom (metalmeccanici Cgil) e da quella parte di minoranza Ds che si riconosce
in Cesare Salvi ha frammentato sinistra e centrosinistra. L’allargamento
delle tutele alle aziende sotto i 15 dipendenti non convince la maggioranza
della Quercia che si è ufficialmente espressa con il leader Fassino
per l’astensione. Ma è proprio dall’ala riformista che guida il
partito che arriva un sì al quesito: quello del dalemiano Peppino
Caldarola, che lo annuncia sulle colonne di Liberazione , il quotidiano
del Prc. Un «sì tecnico», perché «votare
sì mi sembra l'unica modalità di voto che consente di bloccare
tutte le manovre del governo attorno all'art. 18 e può aprire uno
spazio di discussione su quale sia la migliore tutela per i lavoratori».
Farà così anche D’Alema? In controtendenza pure la posizione
di Claudio Petruccioli, ulivista Ds, che sempre su Liberazione spiega
che andrà a votare perché «difende il referendum»,
senza però dire se sceglierà il sì o il no. Per votare
sì anche il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro
e i leader del Pdci Diliberto e Cossutta, che pure considerano «sbagliato»
il referendum. Nella Margherita, schierata su no o astensione, spicca invece
il sì del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.