Riforme Istituzionali
Referendum 2003
 
Rassegna stampa
 
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Corriere della Sera - 6 giugno
 

Caldarola a Liberazione: dirò «sì»
 
Astensioni inattese, come quella di Sergio Cofferati che con la sua scelta ha creato più di un malumore tra i suoi. Ma anche tanti sì a sorpresa. Il referendum sull’articolo 18 promosso da Rifondazione, dai Verdi, dalla Fiom (metalmeccanici Cgil) e da quella parte di minoranza Ds che si riconosce in Cesare Salvi ha frammentato sinistra e centrosinistra. L’allargamento delle tutele alle aziende sotto i 15 dipendenti non convince la maggioranza della Quercia che si è ufficialmente espressa con il leader Fassino per l’astensione. Ma è proprio dall’ala riformista che guida il partito che arriva un sì al quesito: quello del dalemiano Peppino Caldarola, che lo annuncia sulle colonne di Liberazione , il quotidiano del Prc. Un «sì tecnico», perché «votare sì mi sembra l'unica modalità di voto che consente di bloccare tutte le manovre del governo attorno all'art. 18 e può aprire uno spazio di discussione su quale sia la migliore tutela per i lavoratori». Farà così anche D’Alema? In controtendenza pure la posizione di Claudio Petruccioli, ulivista Ds, che sempre su Liberazione spiega che andrà a votare perché «difende il referendum», senza però dire se sceglierà il sì o il no. Per votare sì anche il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro e i leader del Pdci Diliberto e Cossutta, che pure considerano «sbagliato» il referendum. Nella Margherita, schierata su no o astensione, spicca invece il sì del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.


 
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