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Allo stesso modo, però, lo scioglimento
potrebbe essere provocato anche per iniziativa di una piccola minoranza
interna alla maggioranza di governo, in quanto Il Primo ministro sarà
costretto alle dimissioni qualora una mozione di sfiducia venga respinta
con il voto determinante di deputati non appartenenti alla maggioranza
espressa dalle elezioni (nuovo art. 94 Cost.).
In altre parole, la mozione di sfiducia,
anche se respinta, provocherà lo stesso le dimissioni del Primo
ministro, e conseguente scioglimento anticipato della Camera, se i voti
della maggioranza uscita vincente dalle elezioni non dovessero raggiungere,
da soli, la maggioranza assoluta dei componenti la Camera dei Deputati.
Se le modifiche costituzionali verranno
quindi confermate, in conseguenza degli automatismi legati alle norme "antiribaltone"
il Parlamento sarà costretto a subire qualsiasi ricatto provenga
dal Primo Ministro, come anche da parte di qualche settore minoritario
interno alla maggioranza uscita vincente dalle elezioni.
Un potere di veto assoluto rispetto al
quale le nuove regole non consentono alcuna forma di difesa.
Per meglio comprendere la differenza con
l'attuale testo costituzionale si pensi a quanto successo in seguito alle
crisi politiche delle maggioranze dei governi Berlusconi nel 1994 e Prodi
nel 1998. Con il nuovo testo costituzionale entrambe le crisi si sarebbero
immediatamente risolte con lo scioglimento anticipato delle Camere, senza
alcuna possibilità di passaggi tecnici o di diverse soluzioni parlamentari.
Un meccanismo, questo, che non esiste
in alcuna parte al mondo, giustificato soltanto dalla demagogica convinzione
che nei sistemi bipolari il corpo elettorale possa esprimere una chiara
ed univoca volontà di governo, per cui di fronte a qualsiasi mutamento
della maggioranza parlamentare uscita vincente dalle elezioni, anche per
percentuali risibili, si debba andare a nuove elezioni.
Da questa vera e propria ghigliottina
istituzionale emerge una verità sin troppo chiara per non essere
vista: nella "logica antiribaltone" c'è qualcosa, all'origine, che
non permette di conciliare le diverse esigenze senza che tutti i rimedi
ipotizzabili si rivelino peggiori del male.
Quello che infatti non si riesce o non
si vuole capire, è che il problema da risolvere è l'esigenza
stessa che ci si debba dotare di un meccanismo antiribaltone, ed è
per questo motivo che vanno respinte tutte quelle opzioni che vorrebbero
ingessare la Costituzione entro uno schema bipolare da imporre agli elettori
attraverso la legge elettorale e i delicati meccanismi costituzionali.
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