Riforme Istituzionali
L'Opinione
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23/07/2001
Marco Zanini
Critiche all'editoriale (Vertice
inCostituente)
Gentilissimo Signor Ragusa,
apprezzo, pur non sempre condividendoli, i suoi interventi, così
come apprezzo l'attività meritoria di informazione che Lei svolge.
Non posso però condividere in alcun punto il Suo editoriale "Vertice
inCostituente".
"Stato di polizia" a Genova o in Italia ? Non facciamo ridere. "Stato
di polizia" indica un regime molto specifico e definito ( veda la relativa
voce in Bobbio-Matteucci-Pasquino , Dizionario di politica, Utet, 1983)
di cui non c'è traccia nella nostra tradizione post-fascista e nella
nostra Costituzione formale o materiale. Che poi mettere qualche divieto
o qualche regola significhi costruire uno "stato di polizia" è fuori
del buon senso. L'art.17 della Costituzione, che converrebbe leggere per
intero, sancisce il diritto di riunirsi "pacificamente e senz'armi"; e
consente divieti e limiti "per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità
pubblica". Che le riunioni preannunciate a Genova fossero pacifiche e senz'armi,
si è visto. Escludere dalle manifestazioni, e con una motivazione
più che adeguata, una determinata zona non mi sembra proprio una
sospensione dei diritti costituzionali. A Bologna, fino all'anno scorso,
ad alcuni partiti è stato vietato l'uso della Piazza Maggiore, perché
nelle vicinanze c'era un "sacrario" della Resistenza: era una misura di
"Stato di polizia" o una semplice misura di buon senso?
Quando poi l'Agnoletto e gli altri annunciano che violeranno i limiti
imposti, la "pacificità" delle manifestazioni diventa immediatamente
molto dubbia; né si può dire che Casarini e i suoi siano
famosi per la mitezza dei loro interventi di piazza.
Lei ha ragione quando dice che "il rispetto delle regole deve valere
soltanto per i comuni cittadini": ma ha ragione nel senso che da troppo
tempo e in troppi casi i manifestanti, a cominciare da quelli "pacifici"
non rispettano le regole. Se io vado in giro con un bastone a rompere auto
altrui, vetrine altrui, teste altrui, finisco in galera: se lo fanno i
manifestanti non succede niente.
Mi sa dire in quale articolo della Costituzione è scritto che
carabinieri e polizia sono carne da sassate, da bastonate, da bottiglie
molotov o da estintori in testa? O che i beni privati di cittadini sono
a disposizione di chi vuol distruggerli ? Nella mia Costituzione non l'ho
trovato; forse è scritto nella "sua" Costituzione: mi faccia conoscere
la citazione.
Dire che a Genova i manifestanti "per legittima e doverosa difesa dei
propri diritti si sono trovati costretti (costretti !!) a dover fronteggiare,
per superare un'assurda e umiliante linea rossa, un esercito di forze dell'ordine
in assetto di guerra" sarebbe comico, se non fosse tragico. Forse che un'opinione
acquista peso e forza per essere espressa cento metri più in qua
o più in là? Siamo seri: se no, stabiliamo il livello topografico
di efficacia del peso degli argomenti: sotto le finestre del palazzo, 100;
a 100 metri, 50; a 200 metri, 10; a 300 metri, 0; oltre i 300 metri, negativo.
A me è sembrato, e non solo a Genova, che le idee dei manifestanti
fossero totalmente confuse, contradittorie e non traducibili in posizioni
politiche comprensibili: il fatto di urlarle più forte o più
vicino non ne cambia la sostanza e non ne accresce il valore.
Liberissimo Lei di "non sentirsi di condannare nessuno dei manifestanti":
è però un pochino assurdo o preconcetto il ragionamento che
chi ha picchiato per primo è giustificato dalla successiva violenza
delle forze dell'ordine. Forse se non picchiava per primo non ci sarebbe
stata la violenza (definizione che non condivido) delle forze dell'ordine.
Quanto a me condivido quanto ha detto Caldarola: in piazza ci si va senza
passamontagna (anche quando è freddo), senza mascherature, senza
sassi, senza bottiglie molotov, senza bastoni, senza coltelli: altrimenti
non deve essere consentito, proprio in base alla Costituzione, di andarci.
Il risultato di Genova ? Quello di aver screditato anche il buono che
potrebbe esserci negli argomenti contro la globalizzazione; e di aver suscitato
una forte reazione contro le manifestazioni. Non so se Lei ha potuto seguire
la linea aperta di Radio Radicale
sui fatti di Genova: gente di tutti gli orientamenti politici inferocita
contro i manifestanti, tutti i manifestanti, e compatta nella solidarietà
alle forze dell'ordine.
E poi, in concreto, quali sarebbero i "diritti insopprimbili" minacciati
dal G8 o dalla globalizzazione ? Su questo mi piacerebbe un sereno e adeguato
dibattito: perché altrimenti mi è difficile, da profano,
vincere l'impressione che non si difendano diritti insopprimibili, ma si
voglia invece con l'antigiottismo sopprimere dei diritti: primo fra tutti
quello della libertà.
Infine: quali motivi ragionevoli ci sono per sostenere che un carabinere
deve lasciarsi ammazzare per il gusto di alcuni mascalzoni? Mi piacerebbe
proprio conoscerli.
Con perplessa stima,
Marco Zanini.
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