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Corriere della sera  05-01-2008

Il PD e il sistema francese
Girandole elettorali

di Giovanni Sartori

Il nostro stupidume politico quest’anno ha celebrato ed esibito il suo meglio attorno a Capodanno. Perché la proposta elettorale di Dario Franceschini, il numero due di Veltroni, supera ogni precedente primato per: 1)incomprensibilità, 2)confusioni a catena.
Primo: incomprensibilità. Vale a dire, non si capisce quale sia l’intento. La proposta Franceschini a chi giova? A chi o cosa serve? Come osserva D’Alema: «Con questa mossa si rovescia il tavolo delle riforme... si rischia di sfasciare tutto». Siccome i tempi per concludere qualcosa sono strettissimi, la mossa potrebbe avere un senso soltanto se Franceschini sa già che la Corte costituzionale boccerà il referendum. Il che allungherebbe i tempi per il negoziato parlamentare.

Ma l’ipotesi che Franceschini «sappia già» è offensiva per la Corte e non può essere accolta senza prove. Resta allora l’ipotesi che Veltroni usi Franceschini per sfasciare tutto e, appunto, andare al referendum. Il che farebbe dubitare del buon senso del leader del Pd. Perché con il referendum passerebbe un premio di maggioranza spropositato che lui ha poche probabilità, al momento, di vincere. Come si vede, gira e rigira la mossa di Franceschini è incomprensibile. A meno che non sia soltanto improvvisata. Secondo: confusioni a catena. La proposta Franceschini è, in realtà, una variopinta insalata di proposte (al plurale). Non propone soltanto il sistema francese (elezione diretta del capo dello Stato) ma anche, in alternativa, il già defunto modello israeliano (elezione diretta del capo del governo altrimenti nota come «il sindaco d’Italia»), come se fossero soluzioni interscambiabili.

L’abbaglio è colossale. Inoltre, rilanciare un’idea sbagliata (il premier-come-sindaco) è di per sé una pessima idea. Aggiungi che il sistema francese viene chiamato «presidenzialismo» anche se da anni ci sgoliamo a spiegare che il sistema presidenziale è quello americano, mentre il sistema francese è semi- presidenziale o, all’inverso, semi-parlamentare. Che è tutt’altra cosa. Anche il fatto che entrambe queste proposte siano oggi inattuali perché richiedono una riscrittura radicale della Costituzione sembra sfuggire a Franceschini, che se la cava cambiando le carte in tavola, e cioè riducendo il sistema francese (il semi-presidenzialismo) al puro e semplice sistema elettorale adottato in Francia, e cioè al doppio turno. Ora, il doppio turno è una tecnica elettorale praticata in tutta Europa sin dall’Ottocento.

Pertanto dicendo «alla francese» ci riferiamo soltanto alla soglia di passaggio al secondo turno (ballottaggio) che in Francia è oggi del 12,5 per cento. Un altro aspetto che stupisce dell’alzata d’ingegno di Franceschini è che ignora del tutto il modello spagnolo ricucinato ad uso e gradimento di Veltroni dai suoi «professorini ». Che sia questo, allora, il bersaglio occulto di Franceschini? Direi di no, anche perché il Nostro ignora, alla stessa stregua, la «bozza Bianco» (ispirata al modello tedesco) che è il testo parlamentare che ha le maggiori probabilità di essere varato. Allora qual era l’intento della sparata di Capodanno di Franceschini? Forse lo sa soltanto Veltroni visto che il Nostro ne è il vice.




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