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sole24ore.com  15-02-2008

Si semplifica l'offerta elettorale. Pdl parte in vantaggio di 10 punti


A due anni dalle precedenti elezioni politiche si voterà con lo stesso sistema elettorale, ma con un'offerta politica radicalmente mutata: nuove alleanze e nuove formazioni politiche. Sono scomparse sia l'Unione, sia La Casa della Libertà, alleanze che si presentarono alla Camera con rispettivamente 13 e 12 liste collegate.


di Marco Cacciotto*

Scompaiono i due partiti e i due simboli più noti
Ll'Ulivo e Forza Italia che rappresentarono nel 2006 circa il 55% dei voti validi. Al loro posto gli elettori troveranno due marchi nuovi, quello del Partito Democratico nato dalla fusione dei due partiti più grandi del vecchio centro sinistra (Ds e Margherita) e quello del Popolo della Libertà, che mette assieme le due forze politiche più grandi del centro destra (Forza Italia ed Alleanza Nazionale) oltre ad una serie di piccoli partiti (tra questi la Dc di Rotondi e i Liberaldemocratici di Dini).
Insieme a diversi partiti nati nella lunga transizione post prima Repubblica, scompaiono anche le alleanze che hanno caratterizzato per più di un decennio il bipolarismo italiano: il centro sinistra si presenterà diviso in due aggregazioni: il PD (al quale si aggiungerà l'Italia dei Valori guidata da Di Pietro) e la Sinistra Arcobaleno che sarà guidata da Bertinotti e composta da Rifondazione Comunista, PdCI, Sinistra Democratica e Federazione dei Verdi. Anche in questo caso gli elettori troveranno un simbolo nuovo che sostituisce due brand ormai molto noti come il "Sole che ride" e "la Falce e Martello".
Non sappiamo ancora cosa farà l'UDC, anche se è sempre più probabile che vada da sola, ma in ogni caso siamo di fronte ad una drastica semplificazione del quadro politico: due partiti che nelle intenzioni di voto rappresentano quasi il 70% dei votanti e solamente sei partiti/liste in grado di superare la soglia di sbarramento alla Camera (PD, Pdl, Sinistra Arcobaleno, Udc, Lega Nord, Italia dei Valori).
La semplificazione dell'offerta elettorale è dovuta principalmente alla scelta di Veltroni di presentare il proprio partito libero dalle vecchie alleanze e, di rimando, dalla scelta speculare da parte di Berlusconi che sta funzionando come sbarramento a tante liste tra il 2 è il 4% che, in precedenza, potevano aspirare ad una rappresentanza parlamentare. Questo non vuol dire che, improvvisamente, il sistema elettorale sia diventato efficace, uno scenario più competitivo potrebbe portare nel breve periodo ad una nuova aggregazione di numerose liste. La motivazione è, in questo caso, politica e non legata strettamente alle regole del gioco.

Il disorientamento dell'elettorato
In questo scenario i sondaggi mostrano un certo disorientamento nelle intenzioni di voto da parte degli elettori che, ad esempio, citano ancora in larga misura Forza Italia ed Alleanza Nazionale al posto del Popolo delle Libertà. Non è un caso il braccio di ferro sull'uso dei loghi e del nome dei leader nei simboli che gli elettori troveranno sulla scheda. Supportato dai sondaggi, Berlusconi ha cercato di imporre all'Udc l'ingresso nella lista del Pdl che avrebbe segnato la scomparsa di uno dei simboli politici più noti: lo scudo crociato. Dal punto di vista dell'offerta elettorale la scelta di Berlusconi mostra evidenti vantaggi e svantaggi. Partendo da questi ultimi l'Udc fuori dalla coalizione, oltre a mettere a rischio la vittoria al Senato in alcune regioni, diminuisce le potenzialità di intercettare una parte di voto moderato e cattolico non disposto a votare per il Pdl. Alla Camera per l'Udc cambia poco (anzi da soli potrebbero guadagnare più seggi), la questione è il Senato dove il partito guidato da Casini è in grado di superare la soglia di sbarramento in sette regioni.
Dei sette partiti principali nelle elezioni 2006 Lega Nord ed Udc, a meno di clamorosi sviluppi, saranno gli unici a ripresentare il loro simbolo e questo potrebbe tramutarsi in entrambi i casi in un vantaggio in termini di familiarità e, quindi, di voti complessivi.
Venendo ai vantaggi per il neo costituito Popolo della Libertà, se è vero che l'assenza dell'Udc pone a rischio alcune regioni per il Senato, è anche vero che una corsa solitaria rischia di danneggiare la strategia di espansione elettorale del PD: una delle aree da riconquistare o da conquistare per il PD è, infatti, nell'elettorato "centrista e cattolico" che, in parte, aveva scelto la Margherita e, in parte, aveva costituito la ragione del notevole incremento dell'Udc nel 2006. Una corsa solitaria del partito di Casini potrebbe rendere più attraente per questi elettori la scelta dell'Udc rispetto al PD (oltre a diminuire i seggi a disposizione del PD alla Camera). Infine il Pdl dovrebbe "dividere" il premio di maggioranza solamente con la Lega Nord e guadagnerebbe posti a disposizione nel nuovo parlamento per i propri candidati. La mossa di Berlusconi si spiega con l'attuale vantaggio di 10 punti dell'alleanza Pdl-Lega rispetto all'alleanza PD-Italia dei Valori. E' una scommessa coraggiosa anche se lo scenario è ancora fluido e i maggiori margini di recupero elettorale sono nel centro sinistra. Vedremo chi riuscirà a mettere in campo la migliore campagna di mobilitazione elettorale.

* Consulente e analista politico, docente di di "Marketing politico" presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano e di Firenze



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