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La Repubblica  16-02-2008

Casini da solo, irrompe il Centro

di MARCO BRACCONI

Il dado è tratto. Si è fatto precedere, come scuola Dc insegna, da annunci tattici e infinite attese dorotee. Ma alla fine la decisione è arrivata. Casini e Berlusconi si separano. Il centrodestra come lo conoscevamo è finito. I Poli della politica italiana diventano quattro. L'Udc si piazza al centro. E scatena un piccolo terremoto che cambia l'intero scenario. Le previsioni sul 13 aprile. Le parole della campagna elettorale. Le strategie per il dopo voto.

La vittoria di Berlusconi, che quasi tutti fino a pochi giorni fa davano ora per scontata, ora è in forte dubbio. Innanzitutto per una questione di numeri. L'Udc non varrà il potenziale 40 per cento del Pdl, ma valeva quei punti che davano al Cavaliere la quasi certezza di prevalere anche al Senato. Ora, quella certezza è svanita. Anzi, grazie alla legge "porcata" di Calderoli, con l'uscita centrista diventa realistica l'ipotesi di diverse maggioranze tra Montecitorio e Palazzo Madama.

Ma non è solo questione di numeri. Il capo del Pdl, già costretto a inseguire il dinamismo comunicativo di Veltroni e il suo sparigliamento sulle alleanze, deve fare i conti con un mutamento oggettivo del quadro. Con Casini che si posiziona da solo al centro, il Pdl si sposta inevitabilmente un pezzettino più a destra. Una destra i cui confini estremi sono piantonati dall'agguerrito (e arrabbiato) duo Storace-Santanché. Al Cavaliere, insomma, si restringono più che i numeri lo spazio politico, e di certo, a questo punto, assisteremo ad un escalation della campagna per il "voto utile". Campagna che, volontariamente o no, aiuterà anche il capo del Pd.

Ma il problema riguarda anche Veltroni. Che grazie alla solitudine centrista vede la partita elettorale riaprirsi anche sul piano numerico; ma che adesso, valutando il quadro generale, dovrà faticare di più per proseguire quella "marcia alla conquista del centro" iniziata al Lingotto di Torino.

Destra, sinistra, centro. La scelta degli scudocrociati riposizionerà nel circuito mediatico le tradizionali parole della politica. E sarà più complicato, per i contendenti, forgiarle a propri uso e consumo.

C'è poi il dopo voto. Più perdono quota le ipotesi di una maggioranza né schiacciante né chiara, più salgono le quotazioni della Grande coalizione per le riforme. Presto per parlarne, si vedrà la sera del 14 aprile. Ma di certo un Casini autonomo dai due poli avrà il suo bravo spazio da coprire. Indipendentemente da quanti parlamentari riuscirà a portare a casa con queste elezioni.



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