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lastampa.it  01-01-2010

Discorso del Colle, consenso bipartisan

Consenso bipartisan sul discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Il premier Silvio Berlusconi ha telefonato a Napolitano per esprimergli il proprio apprezzamento.

Tutti si riconoscono nelle parole del presidente della Repubblica, ne lodano «l’equilibrio» e si dicono pronti a raccogliere le sfide che il Quirinale ha lanciato nel tradizionale messaggio di auguri agli italiani. In piena sintonia con il capo dello Stato è il presidente della Camera Gianfranco Fini: «Condivido appieno - dice - le parole alte e nobili del Capo dello Stato». Secondo Fini , Napolitano «si è reso interprete di quel sentimento sempre più diffuso nel paese, che auspica l’avvio di una nuova fase politica, e di riforme istituzionali, basata sul civile e democratico confronto delle opinioni».

Per questo, sottolinea, serve ora uno sforzo del governo e dell’opposizione per la realizzazione del «bene comune» . Apprezza anche il presidente del Senato Renato Schifani, che loda le «parole forti e autorevoli» del capo dello Stato: Parole, sottolinea, che «richiamano tutte le forze politiche ad una maggiore etica nei comportamenti per favorire una più forte coesione del Paese e della sua unità ». Secondo Schifani, tra le cose importanti dette da Napolitano ci sono senz’altro «l’invito a riforme largamente condivisibili» e il «richiamato spirito di pacificazione della Nazione dopo i fatti di Milano» Il Pdl ringrazia per i riconoscimenti al governo.

Ma l’interrogativo, dice il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, « è se nel confronto tra maggioranza ed opposizione prevarranno le intenzioni costruttive o se riemergerà la deriva distruttiva, che si è fatta sentire per molti mesi nel 2009». Maurizio Gasparri, dal Senato, dice che «l’appello di Napolitano va accolto in nome della speranza a cui egli ha fatto riferimento. Auguriamoci che tutti lo comprendano». Gasparri mette anche in evidenza il fatto che Napolitano abbia inserito tra le riforme non rinviabili quella della giustizia. Mentre il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, osserva: «Ora c’è da augurarsi che l’opposizione voglia iniziare ad essere collaborativa, diversamente da quanto ha purtroppo fatto negli ultimi diciotto mesi». I finiani sono contenti per la sottolineatura del «giusto equilibrio tra governo e Parlamento» , come dice Italo Bocchino.

La Lega Nord glissa sulle parti più scomode del discorso, come quelle sull’immigrazione e il rischio razzismo, e preferisce esprimere apprezzamento per i riconoscimenti al governo su come ha fronteggiato la crisi economica e per l’invito sulle riforme. «Adesso l’opposizione - dice il capogruppo leghista Roberto Cota - deve riflettere seriamente e decidere se entrare nel merito delle cose. Continuando a fare polemiche non si va da nessuna parte». Di messaggio «autorevole e chiaro» parla il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che chiede di mettere in primo piano le riforme sui temi sociali. Ma Bersani non chiude la porta alle riforme istituzionali: « Ribadiamo l’impegno - dice commentando il discorso di Napolitano - a concorrere ad un ammodernamento delle nostre istituzioni secondo le linee che il Presidente ha tracciato con nettezza.

Si lasci dunque il terreno sgombro da altri problemi e si dedichi il prossimo anno alle questioni cruciali che il Presidente ha indicato». Rosy Bindi, presidente del partito, assicura: «faremo tesoro delle sue parole e del suo invito alla politica di farsi carico dell’interesse generale per rispondere con serietà e sobrietà ai bisogni più veri degli italiani». Pronto a raccogliere l’invito di Napolitano è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, secondo il quale « è necessario lavorare con fiducia e spirito di unità nazionale per uscire definitivamente dalla crisi economica e sociale». «Abbiamo apprezzato fortemente l’esortazione ad un impegno comune a favore dell’occupazione - dice ancora il leader dei centristi - così come il riconoscimento che il Presidente Napolitano ha rivolto alle famiglie italiane, e in questo troviamo una significativa sintonia con le parole che ha pronunciato in queste ore il Santo Padre». Il suo auspicio è che «il 2010 si apra con un patto comune per il lavoro e per la famiglia».

Anche Antonio Di Pietro, in altre occasioni polemico con il Quirinale, dice di apprezzare lo spirito del discorso, ma con una puntualizzazione: le riforme vanno fatte, ma «le riforme che vuole questo Governo sono solo ed esclusivamente norme per salvare Berlusconi dai suoi guai giudiziari. Non credo si possa parlare di clima di sospetto, ma di certezza, visto che questi provvedimenti sono già all’esame del Parlamento. Sono sicuro che il Presidente della Repubblica saprà essere garante dei principi della Costituzione e che, questa volta, non firmerà questi orrori»




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